di Laura Gorini
Daniela è la donna, un po’ infantile, sognatrice incallita, romantica di eccezione, di sempre.
Si intitola Come l' acqua del mare, il nuovo, commovente e assai intenso romanzo della brava e accorta Daniela Saraco. Persona dolcissima, sensibile ma -al contempo -forte incanta i lettori con la sua sublime arte della quale abbiamo ampiamente parlato in questa intervista.
Daniela, come sei
diventata scrittrice?
Sono diventata scrittrice perché la scrittura è stata la mia prima terapia dopo un brutto intervento al cuore. Dare sfogo alle mie emozioni, parlare della forza dell’amore, delle paure represse, delle lotte interiori, mi ha aiutato ad affrontare il dolore, fisico e morale.
Che cosa significa esserlo
oggi giorno?
Scrivere ogni giorno significa raccontare la propria visione della vita, dare voce a ciò che è spesso è difficile esternare. Dunque una possibilità anche di comunicazione per gli altri, con gli altri.
Molti preferiscono
definirsi racconta storie, per quale motivo secondo te?
Chi scrive inevitabilmente racconta storie. Che siano romanzate o reali non importa. Dal significato etimologico, la storia è indispensabile alla crescita degli esseri umani ma anche del loro cuore. Non è un semplice concetto, ma un paradigma: la narrazione, l’esposizione e la ricostruzione ordinata e critica di una serie di fatti. La capacità della storia, tanto che riguardi fatti umani realmente accaduti o invenzioni di fantasia, permette di tenere memoria, e di apprendere da ciò che i nostri simili hanno fatto in passato, di ripercorrere quale sia stata la successione cronologica di umane vicissitudini e il loro perché. Questo concetto è importante anche nei sentimenti. L’esempio, spesso, aiuta.
Ma come nasce una tua
storia?
Le mie storie nascono dal mio cuore, che ha tanto da narrare. Che i racconti siano romanzati, così come i personaggi, poco importa. In quel grande è fantastico viaggio dello scrivere un libro porto sempre un po’ di me.
E i tuoi personaggi?
I miei personaggi nascono dall’idea che ho delle persone. Li scelgo con cura, li plasmo ai miei pensieri, e li faccio nascere sui fogli bianchi. Ognuno di loro rappresenta qualcosa della mia vita, una ricchezza o anche una mancanza, una presenza o un’assenza.
Non ti capita mai di dare
loro un volto e le sembianze di qualcuno che hai davvero conosciuto nel corso
della tua vita?
Molti personaggi rappresentano ciò che vorrei o che non vorrei. La mia consapevolezza, oggi, mi permette di capire cosa voglio, con chi lo voglio e perché lo voglio. Ci sono personaggi di cui riscriverei altri mille libri. Ne esistono altri che non citerò mai più.
E com'è la tua vita oggi?
Con quali parole la descrivesti?
La mia vita oggi è piena. Sono una donna realizzata. Ho creduto fortemente in tutto ciò che ho voluto vivere nei miei giorni. Non mi sono accontentata dei sogni, ho cercato di realizzarli. Sono un fiume in piena. Un mare agitato. E ne sono orgogliosa.
E l'amore, del quale tu dai
ampio sfogo nelle tue opere, che ruolo ha?
L’amore è parte integrante della mia vita. Lo respiro ovunque. Lo trasmetto a chiunque tocchi la mia anima. L’amore è la forza motrice dei miei giorni. Sotto ogni sua sfaccettatura. Mi chiedi se ho un compagno? No. Ma sono innamorata dell’idea dell’amore e sono grata a Dio ogni qualvolta lo riconosco, negli sguardi di mio figlio, nelle parole dei miei genitori, negli abbracci dei miei alunni, nelle carezze di un’amica, nelle vittorie della mia squadra del cuore, la Juve Stabia, nelle strette di mano degli anziani.
Quando si parla di questo sentimento si tende sovente a intenderlo come quello di coppia e non – per esempio- per quello per i propri figli o i propri genitori. Per quale motivo?
Non è facile parlare di amore, figurarsi descriverlo, narrarlo. Credo che la gente scambi l’infatuazione, l’innamoramento con l’amore. Anche io ci ho messo tempo per capirne le differenze, ma poi sono arrivata ad una conclusione. Possiamo innamorarci per molti aspetti e di più persone, ma l’amore è roba di molto valore. E’ libertà, anzitutto. E’ comprensione e mai costrizione. E’ capire non giustificare. Per questo credo che sia un sentimento talmente puro da poter rivolgere solo a quelle persone che riescono a cambiarci e a stravolgerci la vita, proprio come i figli.
In molti sostengono che
anche l'amicizia sia in qualche maniera una forma particolare di amore. Tu che
ne pensi?
L’amicizia è spesso sulla bocca dei più, ma anche questo tipo di sentimento è molto raro da viverlo in piena sincerità e rispetto dell’altro. L’amicizia è una venatura, ma non è amore. L’amore non vive solo di anime, c’è il corpo, i baci, le carezze, l’intimità.
Brucia più un tradimento
da parte di colui che credevi amico o da parte del proprio partner?
In realtà penso che il dolore di un tradimento sia solo la sbagliata visione di ciò che ci è capitato. Perché chi tradisce, non tradisce l’altro ma se stesso. Sotto questa visione il tradimento può essere una salvezza nel renderci conto di chi non ha il coraggio di parlarci a cuore aperto, seppure di una debolezza. Sarebbe troppo impegnativo ricercare le cause che ci spingono a tradire, e gli esseri umani scelgono sempre le strade più facili.
Sei
capace di perdonarlo o non sei solita a farlo?
Non mi è mai capitato dover perdonare un tradimento, quindi non saprei. Ma credo di non essere all’altezza, non del perdono, ma di condividere nuovamente la mia intimità, fisica ed emotiva, con qualcuno che ha sentito la necessità di farlo con un’altra. Seppure solo per sesso.
Ti fa più male un pianto o
un rimpianto?
Il pianto fa parte della mia esistenza. E’ libero sfogo di una qualche emozione, di gioia o turbamento. Non provo vergogna nel piangere, piuttosto la trovò una forma vera di essere se stessi. I rimpianti, invece, sono una delle mie più grandi paure. Preferisco sbagliare, provarci, ma non averne. Mai.
Daniela oggi, ieri e domani... Come è, come è stata e come sarà? Che cosa ti auguri poi per il futuro e per il 2023 ormai alle porte?
Daniela
è la donna, un po’ infantile, sognatrice incallita, romantica di eccezione, di
sempre. Non sono cambiata molto, nonostante i dolori, le avversità e le paure.
La vita mia ha tolto tanto, ma mi ha donato tanto. Nonostante tutto. Ciò che mi
auguro è di avere sempre il coraggio di impugnare la mia penna nera. Chissà,
nel 2023 potrei scrivere il continuo di #comelacquadelmare.