Bebawinigi presenta il 2° album "Stupor" sorto dalle ceneri del buio della pandemia. L'intervista



“Stupor” è il secondo capitolo dell’ambizioso progetto sperimentale di Bebawinigi, cantante, polistrumentista, compositrice ed attrice. Doppio succulento Lp dalla gestazione travagliata, frutto di anni di esperienza live in giro per le migliori venues d’avanguardia d’Europa e sorto dalle ceneri del buio della pandemia, finalmente “Stupor” esce nell’autunno del 2022 raccogliendo in sé un flusso potentissimo di energia e suggestioni, imponente e violento come una valanga in piena. In questo secondo lavoro l’artista riconferma, ma ad uno stadio più maturo e libero, l’ecletticità e il gusto avant-garde del suo progetto, sperimentando con generi, toni ed atmosfere molto diversi tra loro e tuttavia legati da un discorso unitario dal carattere molto cinematografico (e lei nel cinema ci lavora ormai da anni). Sempre in bilico tra la dimensione piccola, intima e delicata e quella cosmica, poderosa e travolgente, in una commistione bilanciata tra comicità grottesca, poeticità lieve e sognante, aggressività cupa e  inquietante e lirismo solenne, Bebawinigi stravolge il suo violoncello, porta ai limiti estremi la sua ampia e stregonesca voce, perfeziona il suo personalissimo “bebawinigesco” grammelot, distrugge lamiere di metallo, graffia chitarre, gioca coi synth e si circonda stavolta di pochi collaboratori essenziali che la coadiuvano con distorsioni, sound design evocativi e percussioni viscerali e minacciose, primo tra tutti il fonico e musicista Michele Gualdrini, che si occupa anche di buona parte della produzione e registrazione del doppio disco e infine dell’intero mix di questo monumentale lavoro alla cui base c’è un principio fondante: non sapere mai cosa potrà accadere al prossimo brano.

 

INTERVISTA

Parlaci del tuo ultimo lavoro. Come è nato?

 

“Stupor” è il frutto di questi ultimi anni di ricerca sonora e di live in giro per l’Europa. È un album doppio, caleidoscopico, e vuol essere una sorta di viaggio mentale in cui non sai bene cosa aspettarti. Ho fatto un lavoro sul suono profondo ed appassionato, fatto di lunghe sperimentazioni sia in fase di registrazione, sia nella post. Specie in questa ultima fase è stato molto prezioso l’apporto tecnico e creativo del fonico e musicista Michele Gualdrini che non ha curato soltanto il mix ma ha anche suonato nel disco e si è occupato di buona parte delle registrazioni. Inoltre il sound dell’album è ricco di tappeti sonori che creano un determinato ambiente e questo tipo di lavoro è mutuato dall’esperienza cinematografica. È stata una gestazione lunga fatta d’istinto e di immediatezza ma anche di studio e di ricerca. Mi piace l’idea di creare qualcosa di nuovo, fresco, qualcosa che porti avanti la musica. Spero di esserci in parte riuscita e di fare sempre meglio!

Mi dici qualcosa sul titolo del disco?

 

Il disco si chiama “Stupor” ed è un viaggio tra tanti luoghi diversi legati da un unico filo incantato che è appunto lo Stupor, basato sull’ambivalenza del significato latino ed inglese. Oltre al più conosciuto significato antico, quello anglosassone intende lo stato in cui non si riesce a pensare ed agire normalmente perché si è troppo ubriachi o strafatti. Tutto è nato da uno scherzo con gli amici: ci si chiedeva come definire la musica che faccio, perché non ha un nome od un genere definito. E così ho detto “beh, potrebbe chiamarsi Stupor Wave”!

 

I brani, pur sviluppandosi poi in una forma canzone hanno comunque un’evoluzione molto strumentale…

Diciamo che sono un po’ allergica alla forma canzone canonica e amo l’imprevedibilità. Buona parte dei brani è nata per i live, perciò i pezzi hanno un andamento piuttosto ossessivo che si compone ed arricchisce a poco a poco e questo dipende anche tanto dall’utilizzo delle loop station sul palco. Inoltre la mia attività parallela di compositrice per colonne sonore influisce molto su quella che tu chiami “evoluzione strumentale”.

Quale è l’artista che maggiormente ti ha ispirato?

 

Non c’è un artista in particolare che mi abbia ispirato. Di solito butto giù quella musica che mi martella il cervello per ore e giorni interi, come un’ossessione. E così non posso far altro che darle corpo. Sicuramente ci sono delle influenze ma sono tantissime e piuttosto inconsce. E l’elenco è lungo: canto corale sacro e profano, musica classica, rinascimentale, tribale, industrial, drone, metal, doom, punk, grunge, new wave, ambient, dance, elettronica, noise…

Sapresti consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritieni veramente degno di nota?  

Difficile rispondere a questa domanda. Posso dire però che “Life Metal” dei Sunn O))) è stato un album molto importante per me.

Dopo il disco cosa hai in programma?

 

Sicuramente suonare dal vivo il più possibile. Inoltre sto scrivendo il terzo disco, sto lavorando su altri videoclip, su uno spettacolo teatrale, su due colonne sonore e altro ancora… ma soprattutto ho un sogno nel cassetto: scrivere musica per il mondo dei videogame. Incrociamo le dita!

 

Credits

Bebawinigi: vocals, cello, guitar, synth, sansa, claves, industrial percussions, sound design

Michele Gualdrini: guitar, bass, clarinet, sound design, choir

Valerio Diamanti: drums

Ivan Macera: percussions, shell horn

 

Guests:

Matumaini: guitar

Lili Refrain: guitar (re-edited from the movie soundtrack of “Guarda in alto” by Fulvio Risuleo)

Giuseppe & Michele De Filippis: choir (re-edited from the movie soundtrack of “Guarda in alto” by Fulvio Risuleo)

 

Michele Gualdrini: rec at LaserFilm, edit, mix

Marco Federico: rec at Studio Miriam

Davide Cristiani: master at Bombanella Soundscapes

Stefano Ciammitti: photographer

Giovanni Gualdrini: graphics

 

Lyrics and Music written and composed by Bebawinigi

Produced by Bebawinigi

Released by Subsound Records

 

 

Bebawinigi - BIOGRAFIA

 

Bebawinigi, al secolo Virginia Quaranta è una cantante, attrice, compositrice e polistrumentista sperimentale definita dalla stampa “la giovane Diamanda Galas femminile”. Nel marzo 2018 la trasmissione “Battiti” di Radio3 la inserisce tra le migliori nuove artiste della sperimentazione mondiale contemporanea.

Bebawinigi è un progetto musicale e performativo solistico. E' un esperimento a tutto tondo.

L’artista sperimenta:

1. con i generi più disparati e li fonde con un gusto experimental rock e avant-garde, per creare qualcosa di nuovo che lei chiama "stuporwave"; 

2. con la voce, suo principale strumento, attraverso un’ampissima varietà di timbri, registri e colori diversi;

3. con la strumentazione, utilizzando strumenti musicali o anche oggetti comuni in modo non convenzionale; 

4. con il linguaggio verbale, tramite una lingua inventata: spesso infatti rinuncia all'inglese o all'italiano per utilizzare il "grammelot", preferendo suscitare nell'ascoltatore un'interpretazione personale del brano, invece di imporre un significato preciso;

5. con la teatralità, attraverso una performance influenzata dalla sua parallela attività di attrice istrionica.

Secondo l'artista il nome Bebawinigi rappresenta la creatura sgraziata, grottesca, inquietante e inesorabilmente imperfetta che abita in ognuno di noi, di cui cerchiamo di liberarci quando diventiamo adulti, ma che farà sempre parte di noi.

 

Il suo primo album "Bebawinigi" esce ad aprile 2016 con la StratoDischi Notlabel. Dal 2014 compone colonne sonore per cinema, teatro e videoarte, ad esempio i film "Guarda in Alto" di Fulvio Risuleo, "Lumina" di Samuele Sestieri, lo spettacolo "Harrogate" di Al Smith, il video "Denmark" di Andrea Sorini. A ottobre 2021 esce "Mao", un EP para-teatrale solo voce e chitarra, autoprodotto. Nell'autunno del 2022 esce il doppio LP "Stupor", autoprodotto, e distribuito dall'etichetta Subsound Records. L'artista suona live nei migliori club di musica avanguardistica d'Europa.

 

Fattitaliani

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