Maggie S. Lorelli presenta il nuovo romanzo “The Human Show”. L’intervista

“The Human Show” di Maggie S. Lorelli è un romanzo che rappresenta un’allegoria sociale del nostro tempo, in cui la società vira verso una dimensione virtuale, de-umanizzandosi. Ogni mutamento sociale a cui si allude non è da intendersi come proiezione distopica, in quanto si tratta di esperimenti attualmente in corso e basati su dati di realtà. Il libro guarda a un futuro prossimo, invitando a riflettere sul mondo virtuale, in particolare relativo ai social network, in cui in nome di un’affermazione edonistica individuale e di una ricerca spasmodica del consenso si perde il senso della relazionalità, attraverso la rinuncia all’espressione sociale delle emozioni. Rimane tuttavia viva la speranza di un'umanità rinnovata, affidata alle risorse femminili.

Abbiamo intervistato per voi la scrittrice. Ecco cosa ci ha raccontato.

 “The Human Show” è il tuo nuovo romanzo. Qual è stato l’input che ti ha spinto a scriverlo?

Il fatto che viviamo immersi in una realtà fortemente manipolatoria. Avevo esigenza di fissare sulla carta le mie idee e le mie riflessioni, e di condividerle con gli altri. L’ho fatto in forma di romanzo perché mi erano necessari diversi personaggi e una molteplicità di situazioni per rappresentare in forma allegorica la realtà attuale, rispetto alla quale intendevo esprimere la mia voce critica. Tacere è colpevole, o connivente, di questi tempi.

Da quale idea nasce la scelta del titolo? Perché “The Human Show”?

Il titolo richiama in maniera palese il film “The Truman Show” di Peter Weir, in cui il protagonista, Truman Burbank non sa di essere il protagonista involontario dio uno show televisivo. La sua vita è ripresa dalle telecamere sin dalla sua nascita. Trovo che anche la nostra vita si svolga sotto i riflettori dei social network, manipolata da registi occulti che speculano sul nostro bisogno disperato di consenso.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere il libro?

Ho impiegato tre anni. Naturalmente ho fatto anche molto altro, mi divido fra il lavoro di insegnamento in un Liceo, il giornalismo e i concerti, ma il libro è sempre stata la mia priorità segreta perché, più di ogni altra cosa, rappresenta la mia orma nel mondo. Sono le mie idee fissate su carta, vivranno più a lungo di me.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Chiunque leggerà il libro spero formuli pensieri del tutto autonomi e originali. Non intendo far comprendere niente a nessuno, solo scuotere un po’ le coscienze, visto che tutto attorno concorre a sopirle. Certamente invito alla riflessione sulla metamorfosi dell’uomo contemporaneo in essere virtuale. Siamo in una fase di transizione, a breve irromperà nelle nostre vite il metaverso: forse è il caso di fermarsi un attimo a riflettere su una direzione che può essere meravigliosa, ma che è comunque imposta da altri per finalità di profitto e che, per ciò stesso, può essere un po’ spregiudicata.

Sappiamo che svolgi attività concertistica come pianista e in vari ensemble fra i quali “Le Musae”, formazione femminile da te fondata, con cui promuovi la riscoperta e la valorizzazione delle opere delle compositrici. Ce ne vuoi parlare.

Per la stessa finalità, cioè la valorizzazione delle compositrici nella storia della musica, sto preparando anche un programma da concerto come solista, anche se continuerò a suonare anche col mio ensemble. Se si chiede alle persone di fare il nome di un paio di compositrici, di solito non sanno che rispondere. Le donne sono state spazzate via dalla storia dell’arte, cancellate, dimenticate proprio per il fatto di essere donne. Do il mio umile contributo a sanare questo gap inaccettabile. Per fortuna ci sono tante iniziative di questo tipo nel mondo, ma la vergognosa omologazione nella quale viviamo ci porta per esempio ad ascoltare sempre e solo un certo tipo di musica.

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?

Sto iniziando a scrivere un nuovo romanzo, che si spingerà ancora oltre nel prefigurare scenari futuri, ma sempre in linea con la realtà. Parallelamente scriverò un libro già avviato di stampo più giornalistico, e che per il momento preferisco non anticipare. Per il resto continuerò a dividermi fra le mie attività. La grande sfida sicuramente sarà il progetto solistico come pianista. Il contatto ravvicinato col pubblico mi da già i brividi…

 

Fattitaliani

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