Teresa Cacicia, docente di italiano a Singapore all’Overseas Family School. L'intervista di Fattitaliani

Fattitaliani

Per gli insegnanti italiani poche sono le occasioni per migliorarsi a livello economico: una possibilità arriva dalle selezioni periodicamente bandite dal Maeci che dà la possibilità di un distacco di almeno sei anni all'estero. Oppure, c'è chi sceglie una via propria e rischiando sulla propria pelle cerca di costruirsi una carriera scolastica in scuole internazionali all'estero, che non rientrano nei circuiti dove lavorano i docenti mandati dal Ministero. Teresa Cacicia ne è un esempio: Fattitaliani l'ha intervistata, inaugurando un nuovo spazio dedicato a chi insegna fuori dal nostro Paese

Teresa, ci dica qualcosa di sé e della sua formazione...
Buongiorno, sono Teresa, vivo e Singapore da 18 anni. Mi sono diplomata a quello che una volta si chiamava Istituto Magistrale e poi ho proseguito gli studi conseguendo una laurea in Lingue e Letterature Straniere, con specializzazione in francese e spagnolo. Ho sempre amato l’insegnamento ma dopo la laurea, purtroppo, per motivi familiari non sono riuscita ad insegnare. Ho lavorato qualche anno dopo presso una scuola privata a Catania, ho fatto delle lezioni private ed infine qualche saltuaria supplenza. Nel 2004, grazie al lavoro di mio marito, mi sono trasferita nella meravigliosa e multiculturale città di Singapore. Conoscere nuove realtà e nuove culture mi incuriosisce e lo trovo fonte di arricchimento.
Com'è nata la sua collaborazione con la scuola? in che consiste esattamente la sua attività pedagogica?
Appena arrivata a Singapore mi sono subito dedicata all’apprendimento della lingua inglese, una delle lingue ufficiali del Paese, e contemporaneamente ho insegnato presso la scuola Scuola Supplementare Italiana, del sabato. Nel 2015 si è aperta per me una fantastica opportunità professionale. Una delle più rinomate scuole internazionali di Singapore, l’Overseas Family School, ha avviato un programma unico ed innovativo nel genere, il Mother Tongue Program. Un programma in madrelingua, in ben 14 lingue, il cui fine è quello di offrire la possibilità di mantenere o imparare la propria lingua. Il programma viene offerto durante le ore scolastiche, 1 ora al giorno per 4 volte la settimana, dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole medie. Dopo aver fatto dei colloqui la cattedra è stata offerta a me e dal 2015 insegno presso l’Overseas Family School occupandomi di tutti i gradi di insegnamento: Pre-K1-Pre-K2-K1-K2-G1-G2-3-G4-5-MS. Mi occupo anche delle eventuali classi di italiano come attività extra scolastica, in questo caso si tratta di italiano L2.
Le sue lezioni in quale quadro complessivo dell'Istituto rientra?
Come accennavo prima, mi occupo di tutte le classi. Dall’asilo alle medie. La scuola presso la quale insegno è una scuola internazionale che dal Pre-K1 (2 anni) fino al K2 (5 anni) segue l’International Early Years Curriculum (IEYC); dal G1 al G5 segue International Primary Curriculum (IPC) e dal G6 al G 12 segue l’International Baccalaureate (IB).
Chi sono i suoi studenti?
I miei alunni sono tutti studenti italiani. Il programma è riservato solo ai madrelingua per cui la prerogativa è che si parli in italiano fluentemente.
Quali sono le maggiori difficoltà nell'insegnare Italiano? 
Il punto forza dell’Overseas Family School è che una classe viene avviata anche se dovesse esserci un solo alunno. Poiché sono io l’unica insegnante a coprire tutte le classi, per forza vengono accorpate la seconda e la terza, la quarta e la quinta. A volte il livello di apprendimento e di competenza degli alunni è totalmente diverso e quindi svolgere un programma diversificato ma quasi unificato è molto complesso. Mi è capitato in passato di avere una quarta il cui livello di competenze era di terza e una quinta le cui competenze erano di quinta. È stato molto complesso ed ho dovuto lavorare usando molta differenziazione e ricorrendo al Peer Tutoring, gli studenti aiutavano i loro compagni, con un approccio cooperativo, (cooperazione è uno degli obiettivi primari della scuola elementare) migliorando in questo modo la dinamicità della classe e quindi la confidenza dei meno sicuri.


Può condividere con noi un'esperienza di approccio didattico particolarmente riuscita e un'altra venuta meno bene del previsto?
Lavoro e condivido le mie esperienze didattiche, da ben 7 anni, ogni giorno, con 14 colleghe provenienti da diverse culture e diverse formazioni scolastiche. Insegnare presso l’Overseas Family School è per me una continua opportunità di crescita non solo professionale. 
Un’attività di cui sono particolarmente orgogliosa, ma che in realtà ricopre una serie di attività riguarda il centenario della nascita di Gianni Rodari. Nell’ottobre 2020, con le classi delle elementari, usando dei brani tratti dal libro ‘Favole al telefono’ con gli alunni abbiamo svolte diverse attività: di scrittura, dì poesia, di arte. Abbiamo dedicato tutto il mese a Rodari. 
Un gran successo con la prima che sulla traccia della fiaba ‘A sbagliare le storie’ si sono cimentati a sbagliare la loro fiaba e a fare poi la loro presentazione sulla piattaforma Zoom alle altre classi di prima.
Le lezioni di grammatica sono di sicuro quelle in cui il rischio di insuccesso è sempre maggiore. 
Con le classi delle medie dovevamo fare il ripasso dei verbi, e avevo preparato delle schede in cui gli studenti, dopo aver girato due ruote, una con il nome degli alunni e l’altra con i tempi, dovevano mettere in pratica le competenze acquisite. Beh, la partecipazione e l’entusiasmo degli studenti sono scemati in un paio di turni. Ho dovuto quindi cambiare immediatamente il piano lezione.
Chi e che cosa dell'Italia si conosce prima di iniziare il percorso?
La maggior parte dei miei alunni proviene dall’Italia ed ha già frequentato qualche anno di scuola in Italia. Quasi sempre ha pochissima conoscenza dell’inglese e il programma Mother Tongue, che l’Overseas Family School offre, fa sì che gli alunni durante le ore di italiano non perdano confidenza permettendo loro di esprimere di articolare i pensieri con un vocabolario ricco. Altri, pur essendo italiani, non hanno mai avuto occasione di frequentare un’istituzione italiana e questo programma è per loro l’unica possibilità per imparare a leggere e a scrivere nella loro madrelingua.
E che cosa invece viene particolarmente apprezzato quando si approfondisce la conoscenza della cultura italiana?
Gli alunni apprezzano il fatto che all’interno di una scuola internazionale venga data loro la possibilità di imparare la loro lingua, di continuare a studiarla, di approfondirla. Le mie lezioni non focalizzano solo sulla grammatica ma puntano molto alla valorizzazione di alcuni aspetti storici, geografici, letterari della nostra cultura ed i miei alunni, sia quelli appena arrivati dall’Italia sia quelli che vi vivono lontano da un bel po’, amano questa dinamicità e diversificazione.
Inoltre, come dicevo prima, spesso quando arrivano a Singapore i miei studenti non parlano l’inglese e per loro studiare un’ora di italiano al giorno non è solo un’opportunità linguistica ma anche un’opportunità sociale e soprattutto un momento di benessere emotivo e psicologico. 
Che tipo di materiale utilizza per le sue lezioni?
Per le mie lezioni mi avvalgo di diversi tipi di materiali. Libri, giochi, fotocopie, computer: per giochi interattivi, ricerche, presentazioni svolte dalle classi quarte, quinte e medie.
L'Italiano ha un futuro luminoso davanti a sé oppure è destinato come lingua a essere soppiantato da altre più parlate?
Al momento, nel programma Mother Tongue, l’italiano è una delle lingue con un numero di studenti abbastanza elevato. Trovandosi, però, la scuola a Singapore, il numero di studenti varia a seconda del flusso di italiani che, per motivi di lavoro, si spostano nella città. All’interno del programma Foreign Languages, non viene data la possibilità di studiare l’italiano. Purtroppo sono lingue come il cinese, il francese e lo spagnolo ad avere più successo.

Ha rapporti con le Istituzioni italiane presenti nel territorio?
Ho collaborato con l’Attaché Culturale per un progetto degli Affari Esteri legato alla pubblicazione del libro di Elisabetta Dami Geronimo Stilton “A Thousand Wonders. A Journey to Discovery Italy”.  Un libro in cui, attraverso una caccia al tesoro per le regioni d’Italia, si parla delle bellezze del nostro paese. Gli alunni di quarta e quinta, dopo aver letto il libro, hanno fatto una ricerca sull’UNESCO e sui vari siti presenti sul territorio italiano, poi ognuno di loro ha scelto una regione ed ha individuato un sito culturale o naturale ed ha creato un poster o un volantino facendo dopo una presentazione orale alla classe. Infine, abbiamo realizzato un video che simulava un viaggio virtuale - eravamo ancora in periodo di restrizioni Covid - in alcune delle bellissime località d’Italia che è stato presentato alle altre classi.
Ho invitato il nuovo Ambasciatore Mario Vattani per la chiusura dell’anno scolastico 2021-2022 in cui tutti gli alunni, di diverso ordine e grado, hanno fatto una presentazione di alcune delle competenze acquisite durante le lezione di italiano. Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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