Michele Gatto: “Tanto c’è sempre tempo" è nata da pensieri e riflessioni alla soglia dei 30 anni". L'intervista

Michele Gatto, classe 1990. Nato e cresciuto in provincia di Catania, oggi vive a Parma dove lavora, in Università, come ricercatore in Ingegneria Geotecnica. Al mondo scientifico ha sempre affiancato la musica, cimentandosi nei vari anni in generi diversi, dal pop al pop-rock, dal musical alla musica classica.

Abbiamo intervistato l’artista in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Tanto c’è sempre tempo”.

Parliamo del tuo nuovo singolo “Tanto c’è sempre tempo”. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?

“Tanto c’è sempre tempo” è nata da pensieri e riflessioni alla soglia dei 30 anni, dalla preoccupazione di aver tolto troppo tempo alla mia grande passione per la musica, focalizzandomi sulla carriera accademica. Lo considero il brano della “consapevolezza”, sono consapevole che voglio dedicarmi alle mie passioni adesso e non “domani”, per non svegliarmi un giorno con mille rimpianti.

Quali sono le tue influenze musicali?

Cerco di rubare un po’ da chiunque, dai cantautori del “passato” (Dalla, De Gregori) a quelli del presente (Cremonini, Gabbani, Paradiso)

Come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

La passione per la musica è iniziata per gioco. Era un piccolo interprete già dai tempi delle elementari, quando mi divertivo a cantare nelle feste di fine anno. Ricordo ancora le innumerevoli selezioni superate a 8 anni, sulle note di “44 gatti”, che mi hanno portato alle semifinali nazionali dello Zecchino d’Oro. Negli anni ho trasformato questa passione, nata con estrema naturalezza, in un qualcosa di serio, intraprendendo diversi percorsi formativi e facendo tantissime esperienze che mi hanno portato ad essere il cantautore che ascoltate oggi!

Con quale artista ti piacerebbe collaborare e perché?

Posso sognare in grande? Ti direi Carmen Consoli. Stimo tantissimo le sue doti da cantautrice, trovo il suo modo di raccontare unico!

Dove trovi l’ispirazione per le tue canzoni?

Parto sempre da un concetto, un messaggio da trasmettere. E poi mi lascio guidare dalla fantasia. Penso che quando c’è un’esigenza, penna e pianoforte vanno avanti liberi e spediti, con naturalezza

Come riesci a conciliare gli impegni musicali e quelli universitari?

È una bella sfida! Serve un sacco di impegno ed energia e per poterle portare avanti “dignitosamente” bisogna non perdere mai di vista gli obiettivi! Cerco di essere sistematico, da lunedì al venerdì sono un ricercatore, ma già dalle prime ore del sabato vesto i panni del cantautore!

Però confesso, fra un articolo scientifico e l’altro, qualche canzone nasce pure nei giorni feriali!!

Quali i tuoi prossimi progetti?

Sto lavorando al racconto di altre parti di me in pezzi nuovi! Stay tuned!


Fattitaliani

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