Degrado, denuncia e speranza nel progetto Giardino di transizione: Storytelling concept con Bruno Melappioni ideato da Rossana Danile

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Si è concluso il 24 luglio 2022 l’esposizione del progetto Giardino di Transizione, storytelling concept con Bruno Melappioni ideato da Rossana Danile, all’interno di Ex voto. Artisti per Rosalia. 

Degrado, denuncia e speranza di una rigenerazione umana, ambientale, culturale, sociale ed economica, questo l'intreccio narrativo di Rossana Danile messo in scena con le opere del maestro Bruno Melappioni, l'artista romano che con le sue sculture in ferro a filo continuo riesce a dare forma al vuoto e riempirlo di contenuti.

Di seguito un estratto dello storytelling concept di Rossana Danile messo in scena a palazzo Costantino Di Napoli con le sculture di  Melappioni: Giardino di Transizione e M'ama...non m’ama.

“(...) Siamo stati tutti invitati a sostenere la “transizione…ecologica” per rimediare alla precedente “transizione”, quella ad opera dei grandi che hanno fatto grandi imprese, quelli che hanno fatto transitare l’economia dentro la finanza e la finanza dentro una bolla. Ora che la bolla ci è esplosa in faccia e tutto il sistema che in qualche modo teneva in ordine la parata è fallito, contaminando ogni cosa immaginata, sognata, realizzata, siamo stati tutti invitati a salire sul palco della scena finale, corale, colossale, ecologica che ha per titolo “Un solo Pianeta” e tanti slogan “Non esiste un Pianeta B”, “Salviamo la Terra”, “Il giorno della Terra” e così via, slogan dopo slogan.

Ad ognuno di noi è stato assegnato un giardino calpestato che lascia intravvedere un suolo crepato che tra le macerie di scarto tiene in sospeso, tra la vita e la morte, un fiore in orante attesa: <O Santuzza mia salvami dalla “pestecida” e fa che la “regina” e le sue ancelle operaie fecondino ancora il meraviglioso giardino della nostra vita>.

(...) M'ama...non m'ama? è il dubbio che nasce dall’urgenza di amare, dal bisogno di essere amati.

Piante e Persone agiscono e interagiscono nel medesimo ambiente e ogni giorno sperimentano l’arte della sopravvivenza e, quando è necessario, migrano. E’ legge della natura. Lo sanno i fiori e le api, lo sanno le radici e i rami, lo sanno il terreno e il lombrico, lo sanno tutti coloro che non sanno parlare, eppure si fanno il passa parola. Parole mute per sopravvivere. Parole che diventano azioni resilienti, dissetanti, nutrienti, rigeneranti. La Natura, cattedra di vita, ci chiede amore, petalo dopo petalo si domanda < m’ama o non m’ama?>

Scatena ogni tempesta per dirci “amiamoci, insieme siamo Natura e Cultura, siamo potenza e ingegno, siamo forza e debolezza, siamo trame connesse, radici che si intrecciano per trattenere ed esaltare la vita”.

Ma noi esseri umani, non abbiamo compreso la nostra straordinaria potenza e ci siamo ammalati di onnipotenza, strappato le foglie per costruire corone di gloria, calpestato fiori, mangiato petali per profumare di bellezza (...).”

Recita così il concept narrativo che a palazzo Costantino oltre ad aver riscontrato l'interesse degli addetti ai lavori, ha fatto riflettere ed interagire i differenti pubblici in visita. “Sono stati soprattutto i più giovani di differente provenienza internazionale ad apprezzare la "narrazione" dell'arte come strumento, nobile ed universale, di comunicazione e informazione di tematiche che in questo delicato tempo storico sono urgenti e necessitano di una soluzione a livello planetario”, dichiara Rossana Danile aggiungendo come il degrado dei palazzi palermitani Costantino e Di Napoli sia la cornice appropriata per rappresentare, descrivere e fissare come in un'istantanea lo stato dell'arte del degrado politico, culturale, sociale, economico che zavorra la bellezza del nostro paese e non permette di far volare alto i nostri giovani, i loro sogni, le loro competenze, le loro grandi idee e visioni di un futuro migliore, possibile e sostenibile. 

Bruno Melappioni ha sperimentato tutte le tecniche e tutti i materiali con i quali è venuto in contatto: dal polistirolo per costruire scenografie teatrali e cinematografiche al filo di ferro per le sculture disegnate nell’aria passando per il legno, il gesso, la plastica, a tutti i tipi di tecniche pittoriche esistenti, l’acrilico, l’acquarello, la tempera, l’olio. L’ultima sua espressione pittorica parte dall’analisi del soggetto e dell’oggetto, del vero e del falso e della differenza che intercorre tra l’oggetto osservato, il vero, e l’opera realizzata, il falso. “Per anni abbiamo osservato meravigliose copie della realtà realizzate da artisti eccezionali. Alcune più fedeli, altre molto interpretate. Ma mai abbiamo potuto osservare la mente dell’artista mentre sottraeva o addizionava elementi alla realtà che aveva davanti. Queste opere per me sono un’auto denuncia. Rappresentano una sorta di outing artistico.

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