I Jalisse sono tornati: a dire il vero, non se ne sono mai andati. Dalla loro vittoria sanremese del 1997 ad oggi hanno continuato a fare musica, scrivere, cantare, autoprodursi nonostante il vento contrario discografico e mediatico subito in questi anni. Oggi, per fortuna, il talento di Alessandra e Fabio non viene più messo in discussione e stanno vivendo un periodo di ripresa sia a livello musicale che di appuntamenti live, di attenzione televisiva e non solo. Ne è prova l'uscita del singolo estivo "Sveglia" (video) quarto estratto dall'album "Voglio emozionarmi ancora". Fattitaliani li ha raggiunti al telefono e la lunga chiacchierata non può che cominciare da parte del sottoscritto canticchiando "Fiumi di parole": è una tentazione troppo forte e non è possibile non intonare la canzone. Ecco l'intervista ad Alessandra Drusian e Fabio Ricci.
Quanti “Fiumi di parole” sono stati versati contro di voi nel tempo: se ci fosse stato internet allora, sarebbe stato diversa la reazione alla vostra vittoria sanremese?
Fabio: Guarda, non te lo so dire: noto ultimamente con rammarico tanti commenti pieni di rancore e aggressività sul web, sui social. Tutti si atteggiano a professori e danno indicazioni, ma non il consiglio di stile, carino, leggero quanto piuttosto una stoccata cattiva, messaggi brutti. Non c’è mai una strada verso la collaborazione: la critica al pezzo che non ti piace ci sta, ma leggere delle offese e parolacce, ci rimango male. Se i Jalisse uscissero oggi, non so; se allora ci fosse stato il web, non so cosa sarebbe accaduto.
Alessandra: Con il web in mezzo, noi avremmo avuto la possibilità comunque di rispondere: cosa che molte volte non siamo riusciti a fare. Rispondere sempre a nostro modo, mai con cattiveria e arroganza, con termini non adatti; sempre con una certa ironia che ci contraddistingue. Quando ci scrivono qualcosa di male, noi rispondiamo gentilmente e rimangono sorpresi, perché li “smontiamo”.
Fabio: è successo proprio così con una giornalista con cui siamo poi diventati amici. Oggi sono trent’anni con Alessandra che ci conosciamo e lavoriamo insieme. Ci siamo conosciuti nel ’92, siamo coppia da 30 anni, ne son passati 25 dalla vittoria di Sanremo e dal 4° posto all’Eurovision. Allora, non accettavamo questo genere di attacchi -oggi si chiama mobbing- senza poterci difendere, col tempo abbiamo capito che puoi fare valere i tuoi diritti non alzando per forza la voce, ma solo spiegando e raccontando come stanno i fatti. Abbiamo saputo che su di noi hanno detto e raccontato fiumi se non enciclopedie di parole. Ci siamo resti conto che oggi non ci ridà nessuno quello che abbiamo perso e ci hanno tolto, ma guardiamo le cose con consapevolezza in un altro modo e occhi nuovi. E poi è successo in Italia mentre all’estero avevamo i giusti riconoscimenti e i piazzamenti nelle classifiche.
Alessandra: Lì si chiedevano come mai ce l’avessero in Italia con noi. Si sono posti anche loro questa domanda perché effettivamente qualcosa di strano c’è, ma noi andiamo avanti, facciamo la nostra musica con rispetto, umiltà e amore verso questo mestiere.
Alessandra (ride): A volte mi sveglio gridando perché il cane viene vicino dopo che non ci alziamo subito la prima sveglia. Lui arriva in camera, mi si mette vicino la faccia e mi fa prendere certi colpi… Io metto la sveglia ma è Fabio che si alza per primo.
Fabio: Ecco... Io mi alzo, preparo la colazione per tutti, poi arrivano Alessandra e Aurora, la piccola, che porto a scuola.
Alessandra, come hai vissuto il riconoscimento del tuo talento di cui a sorpresa sembra il pubblico essersi riaccorto durante “Ora o mai più” e “Tale e quale show”?
Alessandra: Devo dire che ero la prima a stupirmi a fare quello che facevo. Ti diverti ma allo stesso tempo ti scopri e ti stupisci. Penso all’imitazione di Fiorella Mannoia che non pensavo fosse nelle mie corde o all’interpretazione di “Ti sento” di Antonella Ruggiero che non volevo assolutamente fare. Felicissima di aver fatto questo percorso.
Fabio: L’abbiamo proposta anche a “Ora o mai più”. Con me alla tastiera, Zarrillo alla chitarra e Alessandra alla voce abbiamo fatto uno show incredibile tanto che Carlo Marrale il giorno dopo disse che sembravamo un gruppo inglese. Da lì è iniziato un bel rapporto ed è nata la cover di “Cavallo bianco”. Dio ha dato ad Alessandra questa dote vocale che è giusto valorizzare.
Vale anche oggi la musica nel suo “Linguaggio universale” in senso positivo senza rendere omologati tutti e rispettandone l’unicità?
Fabio: “Linguaggio universale” è un progetto sviluppato nel 2007 con la prof.ssa Rita Levi Montalcini, nato con una telefonata con cui le avevamo chiesto un incontro per lavorare sugli otto obiettivi del Terzo Millennio. Ci hanno invitato a Roma e a lavorare sui saggi che la professoressa stava scrivendo sulle giovani africane e la possibilità di borse di studio. Il linguaggio universale -diceva- nasce dai banchi di scuola e arriva fino ai genitori, nel rispetto degli uni verso gli altri, nella unicità di ciascuno che permette di essere comunque nella globalità delle cose. Un po’ come “È proprio questo che ci manca”, il brano destinato a Sanremo 2022: l’abbiamo realizzato in francese e sarà la colonna sonora di un docufilm che verrà presentato a settembre a Parigi, scritto da Francesco Zarzana sull’encefalite pensando a una ragazza che è guarita. Possiamo cantare in qualsiasi lingua per entrare nella globalità, ma siamo unici nel modo di farlo.
Alessandra, se tu potessi leggere "Dentro un chicco di caffè" quale desiderio vorresti trovarci dentro da realizzare?
Alessandra (ride): In questo momento desideri particolari non ne ho. Però secondo me dentro un chicco di caffè trovo tutto quello che ho passato, che ho vissuto, tutti i profumi e i gusti, le emozioni che ho provato. Un chicco di caffè per me è importante perché ho conosciuto Fabio quando lavorava dietro il bancone del bar del padre a Prati Fiscali. Io ho imparato a fare il caffè proprio in questo bar, a macinarlo e prepararlo in tutti i modi.
Fabio: noi siamo sempre nella sperimentazione e nella ricerca quotidiana di cosa, relazioni, ascoltiamo musica, abbiamo due figlie fantastiche, Angelica e Aurora. Fra i tanti desideri c'è quello di essere sempre uniti, sereni e poi fare Sanremo, tante date e concerti. Ma soprattutto cercare di essere sereni: abbiamo vissuto tanti momenti di alti e bassi cui ti porta la vita.
In riferimento anche a Sveglia, quanto partecipate alla realizzazione dei video delle vostre canzoni?
Alessandra: Ci mettiamo anche nel nostro, collaboriamo con persone che ci conoscono benissimo, da tanto tempo e quindi abbiamo modo di confrontarci e dire la nostra.
Fabio: Andiamo insieme a comprare gli abiti fino all'allestimento: questo dimostra l'artigianalità del nostro lavoro. C'è molta famiglia anche in questo: crediamo che questo sia il valore importante da mettere in qualsiasi produzione, il sapore dell'olio e del sale, dello zucchero dentro il caffè. Oggi avere una Ferrari e non saperla portare o avere una Fiat 500 decapottabile ed essere la persona più felice del mondo, credo sia un valore da riscoprire. Giovanni Zambito.
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Sveglia è il giusto slogan adatto ai nostri tempi; l’invito a riprendere in mano il nostro tempo cercando di farlo diventare prezioso. Il tempo va usato bene e non deve essere consumato in fretta; va goduto, assaporato e coltivato insieme agli amici e alle persone care per costruire grandi cose. La visione positiva dei Jalisse è da sempre un’etichetta che contraddistingue il loro stile che si propone di “contagiare” (nel miglior senso) il buongiorno di ognuno di noi.
“Ma quanta bella gente c'è stasera” è il tormentone del nuovo brano dei Jalisse, il quarto estratto dall'album scritto, suonato, cantato interamente dal duo.
La ricerca del divertimento, i preparativi prima della festa, stare tra amici, ballare e ascoltare musica, tornare a stringersi e a guardarsi negli occhi sembra un traguardo fantastico. A volte la cosa più semplice è quella che ci fa gioire inaspettatamente.
“Come stai, come stanno bene i tuoi capelli,
sembrano coriandoli di stelle e il tuo sorriso illumina, fulmina come un lampo al cielo in piena estate arida”.
Il Video è ideato e curato da Riccardo Piovesan Hayr-Stylist per Biguine Paris e storico curatore d’immagine dei Jalisse. Le riprese e le foto sono realizzate da Luca Salamon. Editing video e grafica a cura di Stefano Pettenuzzo. Editing audio e master, Marino De Angeli del Bridge Studio a Ponte della Priula (TV). Grafica della Cover a cura di Carlotta Pianta.
L'album Voglio emozionarmi ancora è acquistabile su tutti gli stores digitali o fisicamente scrivendo a info@jalisse.it
I Jalisse sono in piena attività con i live estivi con la loro band; in Sicilia saranno ospiti di alcune date dell’Orchestra Atmosfera Blu.
Prosegue con successo il format radiofonico Localitour d'Autore, distribuito a numerose radio italiane ed estere oltre ad essere podcast sul web.