Il richiamo all’antica città mesopotamica e alla sua civiltà è subito evidente ed invita alla riflessione sullo stato ‘compromesso’ della civiltà contemporanea.
Undici tracce che parlano dell’insofferenza nei confronti delle istituzioni, del senso di impotenza verso lo status quo che vede la vita e il destino delle masse sempre piú nelle mani di poche persone, del senso di disagio e squilibrio prodotto dalla disumanizzazione della vita.
È chiaro il punto di vista della band sul rapporto uomo-macchina e netta è la denuncia di un mondo in cui ideologie e mass media continuano a dividere persone e popoli fomentando odio e incitando a puntare il dito contro “l’altro”.
UR è una fucina sonora costantemente al lavoro, una realtà attualmente incarnata in un duo tentacolare formato da Jacopo Bertacco alla chitarra/synth/voce e Nico Lippolis alla batteria.
Entrambi di origini italiane da molti anni Jacopo e Nico hanno base a Berlino, dove la band è nata nel 2015 dall'esigenza di comunicare col pubblico attraverso sonorità aspre, sperimentali e psichedeliche, riponendo assoluta fiducia nella potenza del rock come mezzo per scuotere le coscienze. La musica di Ur riflette la forte identità della band e l'ampio background musicale dei suoi due membri. Nasce così un suono unico, composto da molteplici influenze stilistiche, che si muove liberamente tra Punk, Progressive, Psichedelia ed Elettronica.
Dal vivo la band è dirompente come un vulcano in eruzione, in grado di dilatare la forma canzone con momenti di improvvisazione, trasportando il pubblico in lunghe immersioni psichedeliche. Il particolare sound di Ur si è prestato negli anni a collaborazioni con artisti di diverso genere, a proprio agio tra rock, jazz e musica sperimentale, condividendo il palco con diversi amici e colleghi tra cui membri degli Einstürzende Neubauten, Bob Rutman, Mad Kate, affiancando strumenti come lamiere, attrezzi industriali, elettronica, sax baritono, flauto e Nei, strumento tipico della tradizione Sufi con cui recentemente hanno esplorato in modo unico e originale l’ipnotismo della musica tradizionale greca e turca. L'intervista.
Parlateci del nuovo nuovo album. Che impronta avete voluto dargli?
Il nostro nuovo singolo “In The City” parla delle contraddizioni stridenti della vita urbana e più in generale della società. Una critica dell’ipocrisia dei modelli di “civiltà”, progresso e falso benessere imposti alle masse dal sistema attraverso la patina squallida delle pubblicità e dei mass media. Queste sono alcune delle tematiche ricorrenti d’altronde in tutto il nostro album, la cui impronta spontanea deriva dalla nostra esigenza di comunicare un messaggio antagonista e critico nei confronti del mondo e dei tempi che stiamo vivendo offrendo al tempo stesso una prospettiva evolutiva differente.
Quali sono i vostri cantanti di riferimento?
Jacopo: Pj Harvey, Mark Sandman, John Lydon, Mike Patton.
Nico: Ascolto prevalentemente musica strumentale.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?
Jacopo: Suonare con Robert Fripp in diversi tour in Europa e Usa è stata un’esperienza profondamente formativa dal punto di vista professionale ma soprattutto di crescita umana ed artistica che ha migliorato il mio approccio alla Musica. Ogni esperienza lavorativa ha comunque qualcosa da insegnare.
Nico: Per me suonare con Bob Rutman e il suo Steel Cello Ensemble è stato molto importante, in un periodo dove a Berlino c’era una foltascena di avanguardia sperimentale da tutto il mondo.
Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
Jacopo: Mi piacerebbe suonare con PJ Harvey e affiancare i Motorpsycho in un tour con Ur.
Nico: Registrare musica per Soundtracks per film magari in una situazione orchestrale.
Progetti futuri?
Nel futuro prossimo della band c’é sicuramente l’intenzione di suonare dal vivo ovunque e il più possibile e di continuare a sviluppare il nostro sound concentrandoci sulla produzione discografica.