Niobe, l’antica regina di vanità, che volle
farsi felice - anche per il numero dei suoi figli -contro l’antica saggezza per
cui solo gli dei potevano dirsi felici. “Cose umane agli umani”, ovvero accetta
l’incostanza della sorte e impara il limite. Niobe, ribelle al pari di
Prometeo, trasformata in roccia di lacrime, Niobe segnava il confine da non
superare. Nel tempo la sua immagine trascolora fino a diventare, con i suoi
figli, decorativo elemento di giardini e fontane. Cosa può dirci ancora questa
mater dolorosa? Forse in lei, come in un prisma, possiamo vedere riflessi il
nostro orgoglio, la nostra fragilità, la nostra paura.
Con: Paolo Bielli, Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Giacomo Galfo, Luigi Paolo Patano, Simona Palmiero, Filippo Metz. Regia di Stefano Napoli.
NOTE
DI REGIA
Visito per
caso la Galleria degli Uffizi a Firenze e vedo la stanza dei Niobidi. Sono i
figli di Niobe colti nell’ attimo dello strazio della morte. Le frecce di Apollo
e Artemide sono mortifere, non lasciano scampo. Mi scopro a pensare che la
bellezza per i Greci era un argine al dolore e alla morte. Questi inevitabili
sì, ma qualcosa poteva durare più dell’effimera vita: la bellezza appunto e il
ricordo. Qualcuno scatta foto e poco più in là un ragazzo sta facendo uno
schizzo. Niobe è la madre. Punita dagli dei per aver osato gridare la sua
felicità di madre sazia di figli, quando solo gli dei, e non i mortali, possono
dirsi felici. Mi coinvolge di Niobe il suo essere una ribelle, una creatura di
frontiera, al limite tra due mondi, quello divino e quello umano. Nell’antichità il mito di Niobe doveva essere
un monito, ma io non sono alla ricerca di cause, colpe, delitti. Voglio solo
guardarla. La sua è una storia d’amore, vanità, invidia, perdita, resistenza.
Così ho spiato Niobe sull’orlo dell’abisso e nel suo dolore. Spero che non me
ne voglia. Mi sono fatto influenzare dalle trasformazioni dell’immagine di
Niobe da ribelle a mater dolorosa e regina del lutto e poi, con i suoi figli, a
elemento decorativo di fontane e giardini.
Ho ammirato la sua leggerezza e la sua durezza, la sua voglia di vivere
nonostante tutto. E naturalmente ho letto anche Ovidio e Igino
Lo spettacolo verrà rappresentato il 22 agosto alle ore 21,00 ai Giardini della Filarmonica di Roma nell’ambito della 28° edizione de ‘ I Solisti del Teatro’,
La compagnia Colori Proibiti sarà presente anche il 7 e l’8 giugno alle ore 21,00 al Teatro di Tor Bella Monaca di Roma con lo spettacolo CIRCUS DARK QUEEN, ricordando ‘Antonio E Cleopatra’ di W. Shakespeare.
Bio Stefano Napoli, e la compagnia Colori Proibiti
Stefano
Napoli, alla guida della compagnia Gruppo Colori Proibiti dal 1980, ha diretto
molti spettacoli tra cui ricordiamo Amara (1996), rappresentato anche a Parma, Milano, al Teatro
Valle di Roma, a L’Aquila, a Udine (“..Governato dalla folla degli interpreti
con una precisione di gesti che conduce al pathos…Spettacolo raro che insegue i
nostri ricordi” Franco Quadri 18/5/1996 La Repubblica); Vinti che ha partecipato al Festival Opera Prima
1997 di Rovigo, al Gran festival dei Giovani in Sicilia e alla maratona
teatrale dedicata alla ricostruzione del nuovo teatro a Mostar ospitata al
Teatro degli Artisti di Roma (“..sollecitando la memoria visiva e sonora dello
spettatore, distribuisce angosce e sorrisi finché la sfida non scende
dalla scena alla platea..” Franco Quadri 17/5/1997 La Repubblica); Nel fondo
dell’occhio (1999) (“…si accende ancora una volta…la fantasia di Stefano Napoli
e vediamo il più bello spettacolo del momento.” Alberto Testa 4/3/1999 La
Repubblica); Ruggine–Da un sogno su “Persiani” di Eschilo, inserito
nella rassegna ETI “Maggio cercando i teatri” 2000 al Teatro Rondò di Bacco di
Palazzo Pitti a Firenze (“. onde di note…un universo di segni, indizi, ricordi,
quasi cinema ma non cinema, che ama la carne degli attori, ma tende a fissarla
in una temporanea immobilità crudele”. Rita Sala 5/5/1999 Il Messaggero); Grace
à l’homme–Dal ‘Prometeo liberato’ di P. B. Shelley, spettacolo acquatico,
agito in una piscina delle Acque Albule dei Bagni di Tivoli, nell’ambito della
rassegna del Teatro di Roma “Per antiche vie” (“ ..il teatro immagine di
Napoli nasce da intellettualissime riflessioni, ma non cerca di visualizzarle
con simbolismi arditi, che invece trascende e metabolizza, donandogli una vis
interna di grande suggestione estetica e forza emotiva” Paolo Petroni
10/9/2000 Corriere della Sera); Come baby– Tra le pieghe della ‘Lulu’ di
F. Wedekind (2001), in scena anche al Festival Città Spettacolo di Benevento
(“..un lavoro cannibalesco e lirico… e con una compagnia tutta da lodare.”
Rodolfo Di Giammarco 10/5/2001 La Repubblica).
Tra gli altri lavori: Invidia–In difesa del Caino
di Lord Byron (“se uno spettacolo di questa visionarietà raffinata e pittorica,
e con una capacità di colpire forte, arrivasse da noi dal Fringe Festival di
Edimburgo, sarebbe accolto come una rivelazione” Paolo Petroni 26/2/2003
Corriere della Sera ); Io non ti salverò, scene dall’Ifigenia di
Euripide, che si sviluppava come un sorta di prova generale del sacrificio
della giovane (“un originale e rigoroso percorso di sperimentazione… dando
particolare risalto al linguaggio del corpo” Laura Palmieri 22/5/2006 radio3); Circus Dark Queen, ispirato alla vicenda di
amore e morte, passione e potere, che ha per protagonista Cleopatra (“Un
insieme di frammenti visionari…suggestivi…un frusciare di fotogrammi di un film
impossibile. Tutto fa spettacolo...” Rossella Battisti 25/10/2013 L’Unità); Beauty
Dark Queen, lo strano caso di Elena di Troia che ha riscosso
consensi sempre crescenti anche dopo la tappa al Teatro Franco Parenti di
Milano (“…come in un’opera poetica e selvatica...e in una mitologia capricciosa...si illustra
il corpo conteso di Elena...” Rodolfo di Giammarco 10/12/2017 cheteatrochefa–repubblica.it
) (..un’opera geniale e visionaria, capace di commuovere e far sorridere,
assolutamente fuori da ogni canone preconfezionato: un autentico momento di
espressione artistica..” Alessandro Gilardi 28/2/2019
ilfoyer.net); Life For Sale. Quadri della vita di un artista:
dalla biografia romantica al mercato dell’arte. Performance creata per il
Museo Macro di Roma, rappresentata anche a Perugia e nell’ Estate Romana 2021
ai Giardini della Filarmonica (“…ad ogni spettacolo creato e diretto da
Stefano Napoli si troverà sempre un’immensa suggestione che può incutersi
nella mente e nel corpo dello spettatore...per una più pura immagine della
vita” Rosario Scribeci2/8/2021 www.unfoldingroma.com).
Compagnia Colori Proibiti
Presenta
Teatro Vascello
27-28-29 maggio
venerdì h 21 - sabato h 19 - domenica h 17
VANITY DARK QUEEN
Niobe Regina di Tebe
con: Paolo Bielli, Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Giacomo Galfo, Luigi Paolo Patano, Simona Palmiero, Filippo Metz
regia: Stefano Napoli
disegno luci: Mirco Maria Coletti
supervisione sonora: Federico Capranica
armeria: Zaccherini
foto: Dario Coletti
per i costumi e gli accessori si ringrazia: Sasà Salzano
musiche di: V. Bellini, A. Desplat, R. Ortolani, G. Puccini, R. Sakamoto, R. Wainwright ed altri
durata dello spettacolo: 60’ circa
Teatro
Vascello
Via Giacinto
Carini, 78, 00152 Roma
info
065898031 promozioneteatrovascello@gmail.com
27-28-29
maggio
venerdì h 21 - sabato h 19 - domenica h 17
posto unico
€ 15