Ha un significato pregno di rinascita la festa di quest’anno: la pandemia ha segnato il corso delle cose, ha cambiato i ritmi del vivere quotidiano, le mascherine ci hanno distanziato gli uni dagli altri, il vaccino ci ha diviso in fazioni. Il Crocifisso nero miracoloso di Siculiana già sta facendo il suo prodigio, quello di radunare sotto la sua ala protettrice e benedicente chi si rivolge a Lui, chiedendoGli o rendendoGli grazie. E oggi Siculiana conterà su una presenza singolare, che di per sé è un miracolo vero e proprio. Si tratta di Gabriella Carlesimo de Vecchis “nata per un felice destino a Porto Empedocle, rimasta per sempre siciliana nel cuore e nell’anima.”
La storia personale di questa anziana signora ha dell’incredibile.
“I miei genitori non erano siciliani, mio padre ebbe come destinazione la Capitaneria di Porto di Porto Empedocle”, racconta. “Poi venne la furia della guerra e nel 1943 mio padre dovette evacuare truppe e quant’altro per avventurarsi verso lo stretto di Messina con uomini e segreti militari, destinazione Venezia. Avemmo la felice e mai dimenticata fortuna di unirci alla famiglia Moscato, Furioso e Cassar che si presero cura di due uccellini sperduti, mia madre e io, come nessuno al mondo, credo, abbia mai fatto. Ci trasferimmo a Siculiana in via Marconi 401, fino alla fine del conflitto mondiale.”
“Fui colpita da un male che all’epoca era incurabile: il tifo. Ma il Santissimo Crocifisso che si venera nel Santuario di Siculiana trasformò l’impossibile in una felice guarigione. Fui l’unica bambina a salvarsi, affidata all’amorevole cura del giovane dott. Lo Lordo. Quella bambina guarita, assistette, incredula, allo sbarco delle truppe americane che scendevano dal cielo con i paracaduti a Siculiana.”
Gabriella aveva poi lasciato la Sicilia, ma la vita e il Signore pianificano gli eventi e le “coincidenze” in una maniera originale, sfuggente al nostro controllo e alle nostre intenzioni. L’anno scorso, mentre si trovava in Grecia per l’estate, assiste alla proiezione del docufilm di Luca Lucchesi “A Black Jesus” (intervista di Fattitaliani). Dice Gabriella: “Sono passati tanti anni, io sono sempre siciliana nel cuore e nell’anima ed a Kastellorizo, con gli occhi sbarrati, ho visto proiettare un documentario dove il mio Crocifisso nero ancora mi segue e mi protegge anche in vacanza."
Come a dire, non c’è spazio o tempo che possa dividere gratitudine, riconoscimento, emozione, fede. In Gabriella è rappresentato il collettivo ritorno alla vita ordinaria nella sua bellezza e nel suo valore, nella consapevolezza di poter festeggiare nuovamente la festa del Crocifisso e il ritrovamento di una tradizione che accomuna e lega tutti gli abitanti e gli affezionati frequentatori di Siculiana.
Foto copertina: Pasquale Vella