Archivio. INTERVISTA di Giovanni Zambito. "Le origini sono dentro di me, ma non mi aspettavo mai che Siculiana mi avrebbe dato l'onore di sentirmi cittadina, come lo furono mio padre e mio nonno". Inizia così la chiacchierata con la pluripremiata scrittrice Simonetta Agnello Hornby. L'occasione è data dalla prima edizione del concorso letterario "Torre dell'Orologio", bandito e organizzato dalla neo-amministrazione di Siculiana, provincia di Agrigento. Vi concorrono ventisette titoli per undici case editrici siciliane: Sellerio, Dario Flaccovio, Novantacento, Prova d'autore, La Zisa, Kimerik, Navarra, Carlo Saladino, Edizioni del Mirto, Medinova, Nuova Ipsa. I libri saranno giudicati da un apposito comitato di lettura che selezionerà la cinquina dei finalisti che saranno annunciati il 2 ottobre mentre nella prima settimana di novembre sarà proclamato il vincitore. Madrina e presidente di giuria è appunto Simonetta Agnello Hornby, autrice di "La mennulara", "La zia marchesa", "Boccamurata", "Vento scomposto", romanzi di grande successo. "Ho accettato di presiedere il concorso per dovere - dichiara - è un dovere aiutare la letteratura e chi lavora in questo campo, e questo è un concorso pulito".
Alla proposta della cittadinanza onoraria di Siculiana che cosa ha provato?
"Io sono originaria di Siculiana e per me è un onore: ho sempre vissuto sapendo di essere una Agnello di Siculiana. Sono nata a Palermo e vivo a Londra, ma ho sempre avuto fortissima questa identità siculianese: io mi commuovo raramente, questa volta mi sono commossa: mi sono sempre sentita un po' tagliata dalla provincia di Agrigento perché sono nata e ho studiato a Palermo. Io sono palermitana, ma mi sento anche agrigentina, molto canicattinese perché le mie due nonne erano di Canicattì, ma soprattutto mi sento una Agnello di Siculiana: per me quindi si tratta di un ritorno alle origini inaspettato".
Qualche ricordo della sua famiglia a Siculiana che le torna spesso in mente?
A Siculiana in estate trascorrevo tre settimane d'estate nel piccolo appartamento dei miei nonni sito al terzo piano del palazzo di famiglia dove venivano anche tutti i miei prozii che si visitavano fra loro. La mia nonna mi permetteva di scendere ai piani sottostanti senza di lei, sentivo tutti i pettegolezzi delle zie. Mi affascinava questo mondo dei grandi, di gente che ricama, lavora, parla e spesso sparla.
E qualche figura che ricorda tuttora con piacere?
C'era un portiere che faceva pure lo "scarparo", un uomo gobbo e intelligente che mi piaceva osservare. Ricordo l'odore intenso e forte della colla: poi ho scoperto che è anche una droga, ma non penso che il povero portiere-scarparo ne fosse consapevole.
Che cosa significa per lei leggere?
Io non potrei vivere senza la lettura: senza musica, sì, seppur con difficoltà, ma non potrei privarmi del leggere. Perdere la vista, quindi, è il mio incubo peggiore.
Il suo prossimo romanzo è ambientato di nuovo in Sicilia: di che parla?
Il romanzo "La monaca" (uscirà per la Feltrinelli) va dal 1830 al 1848: è un personaggio che non ha mai perso la fede anche se alla fine è infelice perché nonvoleva essere monaca e spero di averlo scritto con rispetto e che piaccia ai lettori. Giovanni Zambito, 29 agosto 2010.