Madre Terra è tornata di nuovo protagonista e all’attenzione di tutti, nella giornata mondiale a lei dedicata, come è giusto che sia sempre e specialmente in un periodo di difficoltà pandemica che sta mettendo a dura prova l’umano.
Si sentiva proprio il bisogno di ricordare
Madre Terra, di cui se ne era riparlato più di recente nell’evento del 2007 al
santuario di Aparecida, in Brasile della Conferenza Generale dell’Episcopato
dell’America Latina e dei Caraibi, presieduta dal Cardinale Jorge Mario
Bergoglio, e nell’enciclica “Laudato sì” di annunciare la Buona Novella “della
destinazione universale dei beni e dell’ecologia”.
Si legge nel documento di
Aparecida n. 125: “Sebbene oggi si sia diffusa una cultura di maggior rispetto
per la natura, percepiamo chiaramente in quanti modi l’uomo, ancora, minaccia e
distrugge il suo habitat. ‘Sora nostra matre terra’ (“Francesco d’Assisi,
Cantico di Frate Sole, versetto 20”) è la nostra casa comune e il luogo
dell’alleanza di Dio con gli esseri umani e con
tutta la creazione. Non prendere in considerazione le mutue relazioni e
l’equilibrio che Dio stesso ha stabilito tra le cose create, costituisce
un’offesa al Creatore, un attentato contro la biodiversità e, in definitiva,
contro la vita. Il discepolo missionario, al quale Dio ha donato la creazione,
deve contemplarla, custodirla e utilizzarla, rispettando sempre l’ordine datole
dal Creatore”.
Desidero ricordare qui quella
bella strofa, perché illustra la saggezza cristiana riguardo alla Terra:
“Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et
governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.”
Questa citazione vincola
familiarmente l’essere umano alla Terra. La nostra casa comune è come una
sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci
accoglie tra le sue braccia. La terra partecipa al coro di tutte le creature
che, attraverso la voce umana, lodano il Creatore. Essa contiene tutti i suoi
frutti: “Benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore” (v.
76).
La terra è come una madre perché
nutre noi esseri che nasciamo e cresciamo in questo mondo e, in particolare,
quelli che da essa germogliano. Ci fa crescere e ci svela la nostra natura.
“Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e
natura”.
Quindi,
Il nostro magnifico pianeta, così bello e così maltrattato, dovrebbe essere al
centro delle nostre attenzioni proteggendolo e rispettandolo.
Perfettamente in linea con questo
messaggio è il recital “Echi antichi nella Voce di Madre Terra” di Roberta
Arduini, ideatrice del progetto OASI, autrice e voce recitante.
L’artista nella
parte di Madre Terra, (riportiamo solo uno stralcio dell’opera) recita: “E
mentre osservi l’unicità di ogni singolo albero, ogni singolo fiore, o filo d’erba
che ho creato, fai attenzione. Potrai sentire uscire dalla terra, la voce di un
seme, che ti parla e ti dice, “io sono unico e realizzo con felicità, proprio
ciò, per cui sono stato programmato, e nient’altro. Anche Tu, sei un essere
meravigliosamente unico e irripetibile. Amati. Accetta ciò che sei, e rispetta
ogni diversità. Segui il tuo destino e realizza la tua fioritura. Non importa
se sei una rosa, o un tulipano o una margherita. Ciò che conta è che stai
fiorendo! (…) E allora, guarda in Te, torna a Casa. Accogli ogni tuo germoglio,
ogni tuo ramo. E anche ogni tua spina! Si! Accogli anche i tuoi disagi, perché
ti avvisano che ti stai allontanando dalla Tua Immagine, dal tuo seme, da quel
tuo sapere interno, che conosce la Tua Verità, più di qualunque filosofia. (…)
E allora celebra la tua Vita e mentre percorri il viaggio verso la tua unica
Verità, sbarazzati del tuo Ego, sii paziente, generoso, umile, coraggioso, come
lo sono io …”
E nella parte
finale dell’opera, l’artista interpreta il Cantico delle Creature di San
Francesco, intervallato da invocazioni e suppliche, affinché si ponga fine a
tutti i mali che ci affliggono in questo periodo, profondamente commoventi, sia per
quanto riguarda i testi inediti, che l'interpretazione e il connubio musicale,
in un crescendo emotivo di rara bellezza che culmina con una struggente
invocazione a Madre Terra e al Creato.
Ogni emozionante argomento di
valore umano e sociale, che viene sviluppato da Roberta Arduini, in maniera
diversa e originale, coinvolge lo spettatore e lo accompagna a vivere in prima
persona il proprio viaggio interiore in maniera realistica, ma allo stesso
tempo poetica e meditativa; una culla trasportata dalle onde delle emozioni e
sensazioni più autentiche, che il Cuore ricerca mentre la Vita scorre.
Ogni coinvolgente spettacolo,
prevede un emozionante connubio di parole e musica di alto livello (importanti
colonne sonore di autori come Ennio Morricone, Hans Zimmer, John Barry ecc. e
famosi brani classici). I testi toccano in profondità i diversi aspetti
dell’esistenza umana e del suo mondo interiore, sviscerando dolcemente i lati
psicologici profondi che regolano i comportamenti, creando una sorta di
riflessione che induce verso una maggiore consapevolezza interiore.
“Riuscite a trasportare i
pensieri e le anime nei nascondigli più profondi e segreti e poi negli spazi
più alti e più vasti che si possano immaginare… Siete degli Artisti esemplari…
Grazie…. Grazie per le emozioni e le riflessioni che donate…OASI – Gocce di
Vita Voli del Cuore, in un abbraccio di Musica e Parole… Vi seguirò ovunque…
Perché segnate un cammino che illumina il cuore, la mente e l’anima…Grazie… Le
mie parole sono motivate da ciò che ho vissuto durante il vostro
spettacolo…Grazie di cuore a voi… Alle vostre domande che portano ad aprire
porte e finestre su mondi in parte sconosciuti…”. Questo si legge in un post
della pagina Facebook di OASI, il quartetto in cui Roberta Arduini è autrice e
voce recitante degli spettacoli di Parole e Musica.
Del quartetto OASI, fanno parte oltre all’artista citata,
valenti maestri musicisti: Paride Battistoni al violino, Jacopo Mariotti al
violoncello e Luca Forlani al pianoforte.
L’opera “Echi antichi nella voce di Madre Terra” andrà
in scena il 26 maggio a Saludecio (Rn) nella Chiesa dei Gerolomini, in
occasione del trentennale della processione per la salita al cielo del Beato Amato Ronconi, francescano del terzo ordine,
canonizzato da papa Francesco il 23 novembre scorso, il primo e finora unico
santo interamente della Diocesi di Rimini, del secondo Millennio.
E il vescovo di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi,
sulla figura del santo, cosi si è espresso in uno scritto: “Ecco la profezia
del pellegrino Amato…il pellegrino, spoglio di tutto, ha trovato il tesoro, il
regno di Dio, e riesce così a vedere Dio in tutto. Come Francesco vede nel sole
un fratello e una sorella nella luna, e vede Dio nella madre terra e perfino in
“sora nostra morte corporale”, così il pellegrino Amato trova Dio dappertutto:
nelle pozze d’acqua lungo il percorso, nelle gocce di rugiada, nel profumo del
caprifoglio, nella tenerezza delle pecore madri per i loro agnellini, negli
occhi ardenti degli innamorati, in una chiesetta satura d’incenso, nel perdono
accordato ai persecutori, nell’umile coraggio del martire, nella instancabile
dedizione di una madre per il figlio disabile. Dio tutto in tutti: questa è la
profezia di sant’Amato”.
Vito Piepoli