Eppure stiamo parlando dello Scultore di Roma, cioè non vi è artista che sia presente nella Città Eterna con tante opere quanto quelle di Cataldi sia nei musei sia nei palazzi istituzionali, sia negli spazi cittadini e, in aggiunta, un artista da annoverare tra i primi posti, se non al primo assoluto, in qualsiasi graduatoria sulla scultura del Novecento Europeo. Talmente presente a Roma e talmente significativo che alla Galleria Nazionale d’Arte moderna, dove di sue opere ne sono conservate cinque tra le quali ‘Risveglio’ in marmo premiata dalla giuria internazionale alla Mostra Nazionale del 1911, le opere sono in deposito quindi non visibili al pubblico e se si sfogliano gli ultimi cataloghi generali della Galleria, il suo nome non esiste! E quel capolavoro di ‘Portatrice d’acqua’ su un alto piedistallo al caffè della Galleria, non lamento che ancora oggi è sprovvisto di una etichetta di riconoscimento che indichi l’autore ma lamento il fatto che non ho ben capito in quale registro della Galleria è registrato e se registrato! Quel capolavoro di ‘Fontana della Ciociara’ collocato a suo tempo grazie al sindaco Ernesto Nathan, davanti alla Casina Valadier sul Pincio continua imperterrito a essere chiamato ‘Anfora’ o ‘Fontana dell’anfora’ o della ‘giara’ o ‘Venere’ o altro insensato appellativo e, inoltre, comunque nel tabellone di Villa Borghese dove sono elencate le opere presenti, la ‘Fontana della Ciociara’ l’unica scultura sul Pincio, manca. Non vogliamo ricordare, perché offensivo, non per l’artista ma per la istituzione medesima, che inconsapevole possiede in casa un capolavoro, dove e come sono conservati, per esempio, i due Arcieri del Quirinale e della Banca d’Italia e come fino a ieri nella Protomoteca del Campidoglio risulti ancora assente il favoloso busto di Carducci. E qui ci arrestiamo: altro ci sarebbe da annotare sulla sempre attuale incapacità, o non volontà, di capire il significato e il valore di un‘opera d’arte vera e perciò dell’artista Cataldi, nella Città Eterna.
Più volte, per esempio, abbiamo ricordato lo stato di
conservazione miserevole del suo monumento degli
‘Studenti caduti alla Prima Guerra
Mondiale’ alla Università la
Sapienza, da oltre cento anni mai fatto segno di cura e di attenzione: le
istituzioni competenti hanno sempre
risposto con le solite frasi ben note, perciò mai intervenute. Siccome il
monumento si trova a pochi metri dallo scalone di accesso alla facoltà di
Giurisprudenza, allora mi sono detto: chi più interessato e stimolato al
prestigio e all’onore del restauro dell’opera?
Ho interpellato alcuni giuristi amici ma tutti univoci nella risposta negativa.
Eppure si tratta, a mio avviso, di pochi soldi forse diecimila Euro. Mi sono
rivolto all’ordine degli avvocati di Frosinone,
due volte a distanza di tempo: zero risposta. Idem all’ordine degli
avvocati di Cassino. Un avvocato del luogo legato alla ‘Ordine Nazionale’ si
fece promotore e perfino garante del restauro a cura di tale ente nazionale
degli avvocati. Zero. Naturalmente in questi anni il Rettorato preso da tante
altre incombenze, non si è mai preoccupato o interessato dello stato di
conservazione del monumento. Ora da poco
più di un anno rettore della Sapienza è una donna, prof.ssa Antonella Polimeni e si direbbe che il destino del Cataldi della
Sapienza stia mutando, in meglio: infatti in cooperazione con altra donna,
Arch.Alessandra Marino, Direttrice
dell’istituto Centrale del Restauro, tra
i diversi impegni di un accordo-quadro
firmato recentemente e valido per tre
anni, ci sarà anche il restauro dell’opera del Cataldi previsto entro l’estate 2022! Si ricorda che
l’opera nel 1920,
“in virtù del suo pregio artistico e del suo valore simbolico, fu collocata al
centro del cortile dell’Antico Palazzo della Sapienza a Sant’Ivo” architettura
sublime del Borromini. E
da qui successivamente spostato nel contesto della attuale Università vera e
propria, ai piedi, oggi, dello scalone di Giurisprudenza come detto più sopra; il
5 giugno 1921 fu inaugurato alla presenza dei Sovrani, del Presidente Salandra
e delle autorità accademiche. Da allora lo splendido monumento del Soldato e
della Gloria è stato invaso dall’ossidazione tipica del bronzo esposto alle
intemperie e la scritta sul piedistallo in marmo divenuta illeggibile.
Finalmente ora, grazie alla rettrice Polimeni, un’altra bella notizia per
Cataldi, lo Scultore di Roma.
Michele
Santulli