I fatti internazionali, la guerra in Ucraina, le minacce di un conflitto ancor più grande toccano anche la colorata e allegra locura spagnola che si declina attraverso le molteplici espressioni della fantasia e dell'arte de "las fallas" di Valencia, Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità, conclusasi ieri sera nel giorno di San Giuseppe con i roghi.
I falleros lavorano senza sosta perché tutte las Fallas di Valencia siano pronte all’alba del 16 marzo. Lo stesso giorno, una giuria premia le migliori e sceglie il ninot indultat, l'unico che sarà salvato dal fuoco durante la Cremà.
Si tratta di veri e propri monumenti-sculture, alcuni dei quali riescono anche ad arrivare ad un’altezza di oltre 30 metri.
La falla seconda classificata portava un messaggio importante con al centro della rappresentazione i potenti del mondo che giocano con il destino dell'umanità.
Un'occasione unica per conoscere lo spirito dei valenciani e della loro identità, assaggiando le tante specialità gastronomiche e assistendo ai "Castelli di fuoco", imponenti giochi pirotecnici, e allo scoppio dei tantissimi petardi che compongono la mascletà.
Il momento particolarmente emozionante è l'omaggio floreale alla Madonna (la Virgen de los Desemparados) da parte delle centinaia di donne (adulte, giovanissime e bambine) in abiti tradizionali accompagnate da bande musicali.
La commozione è dipinta nei loro volti e le lacrime rigano molti volti, fra cui quello della donna ucraina ritratta nella foto.
Non è difficile immaginarne pensieri, desideri, auspici, preghiere.
Le sue lacrime sono il dolore di tutto un popolo e anche di chi, seppur impotente, cerca in qualche maniera di andare incontro agli sfollati e ai profughi.
Una festa bellissima e sentita che però non dimentica il momento storico.