La scrittrice Maria Elisabetta Giudici presenta il suo 3° romanzo storico “I Guardiani delle Aquile”. L'intervista

Maria Elisabetta Giudici è recentemente uscita in libreria per Castelvecchi Editore con il terzo romanzo storico dal titolo “I Guardiani delle Aquile”.

Attraverso le pagine di questo libro, l'autrice ha riassunto le emozioni di quasi tutti i suoi viaggi, per mare e per terra. Come sempre i veri protagonisti dei suoi libri sono i “luoghi”, che sono per lei la più alta espressione di identità, sono la patria dell'anima, sono tutto ciò che ci determina.

La nostra intervista a Maria Elisabetta Giudici. Buona lettura!

Partiamo dall’ambientazione. Nei guardiani delle aquile la storia attraversa l'Atlantico, l’Oceano Indiano, la Malesia, la Russia, l'India e l'Asia Centrale. Ci racconti perché hai scelto proprio questi luoghi per ambientare le avventure di Tristan Ek?

Questi luoghi sono il più bel viaggio che io abbia mai fatto. Sono uscita dal mio vivere quotidiano e ho abbandonato quella brutta sensazione che è il disperdersi nella perenne ripetizione di se stessi della cosiddetta civiltà. Sono entrata nel continuo movimento nomade di quel territorio selvaggio, sconosciuto, primordiale e di straordinaria bellezza, finendo con l’innamorarmene, come succede ai miei protagonisti.

Parliamo del protagonista del romanzo. Chi è Tristan Ek?

Tristan è un marinaio italo-inglese imbarcato sul brigantino Clementina, realmente esistito, diretto nelle Indie del Spezie, che si immergerà in questo territorio innamorandosi della libertà della natura.

Da quale idea nasce la copertina del libro?

È il mio editore, Michele Caccamo che ha avuto l’idea della copertina, cogliendo perfettamente il senso del libro. Un uomo solo, con il suo cavallo e la sua aquila che osserva il suo deserto in attesa di un qualcosa che forse non accadrà mai. Ecco, è proprio questo lo spirito di quei luoghi.

Che atmosfera si respira in questo romanzo?

Si respira l’oriente dell’India, della Thailandia, della confusione delle città orientali, dell’ospitalità, del senso di infinito e del pericolo, dell’azione, dell’avventura.

Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…

Un grande progetto architettonico (sono architetto) e un quarto libro bellissimo molto migliore dei primi tre.

Fattitaliani

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