Siamo ancora qui a parlare di questo!
Ribadisco a gran voce che tutte le Forze di Polizia devono dipendere dal
Viminale, la casa della sicurezza del Paese!
Esigo da cittadino il completamento del disegno di legge n. 121/1981, legge
“di importanza storica”!
Tuttavia, se ancora non si è arrivati a ciò è, come tutti sanno ma che solo
in pochi dicono, per il retroscena stucchevole degli equilibri nazionali delle
amministrazioni di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e
Polizia Penitenziaria.
Allora mi domando nuovamente: tra parole e fatti, si passerà sotto
il controllo del Ministero dell’Intero?
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https://www.corrierenazionale.net/carceri-totaro-f…re-tutela-agenti/
La situazione attuale
La Polizia di Stato è oggi sotto il controllo del ministero dell’Interno.
Invece, almeno a livello formale, l’Arma dei Carabinieri dipende
gerarchicamente dal Ministero della Difesa; mentre sul piano pratico e
funzionale, in quanto Forza di Polizia, essa è dipendente dal Viminale.
Per quanto concerne la Guardia di Finanza, le Fiamme Gialle fanno capo al
ministero dell’Economia e delle Finanze sul piano formale, ma in qualità di
Forza di Polizia specializzata nel settore finanziario, pare dipendano sempre
di più dal Ministero dell’Interno. Inoltre, per quanto concerne questioni di
disciplina militare, anche la Guardia di Finanza dipende dal Ministero della
Difesa.
La Penitenziaria ed è qui che cascano gli asini, è un po’ un caso a sé
stante, che è dipendente dal Dicastero della Giustizia, ma in ogni caso prende
parte alle riunioni del Casa (Comitato di Analisi Strategica
Antiterrorismo) del Viminale.
Bisognerebbe, a mio modesto avviso, mettere mani a tale sistema
organizzativo, complesso e radicato, per implicare un’ottimizzazione, che non
comporterebbe nessun rischio di scombussolare un assetto che già così com’è,
gode di un’ottima forza.
Nel proporre che tutte le Forze di Polizia dipendano dal Viminale, si vuole
puntare a una completa realizzazione dell’antica legge 121 rimasta incompiuta.
In questo modo si potrebbe “non dare alla politica la direzione della
sicurezza”.
Si tratterebbe invero di un passaggio tecnico, ma fondamentale.
Il disegno di legge n. 121/1981 introduce il concetto di amministrazione
della pubblica sicurezza; amministrazione che è attribuita in toto al Viminale.
Il progetto della legge 121 - passa attraverso il riconoscere che le Forze di
Polizia sono un “organo tecnico” con cui il Ministro dell’Interno “governa la
sicurezza del Paese”. Il capo della Polizia di Stato, infatti, è anche capo del
dipartimento di Pubblica sicurezza al Viminale.
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https://www.corrierenazionale.net/no-alla-violenza…aria-via-dal-dap/
Quindi si passerà sotto il controllo del Ministero dell’Interno?
Il dilemma è capirlo !
Diventerà o meno concreta questa possibilità?
Questo potrà essere compreso solo quando la provocazione entrerà nel mondo
della politica e inizierà ad avere un consenso di tipo politico.
In merito, prevedo che i movimenti contrari potrebbero essere fortissimi.
Tuttavia, l’attacco è sferrato e la questione non può regredire: si
vedrà se si tratta di un passato che è di nuovo in corso o se è solo un
riappellarsi al passato.
In ogni caso, la questione è delicata e oltre a dover abbracciare il mondo
della politica per far sì che un dibattito prenda luogo deve raggiungere il
Quirinale e mi auguro ci arrivi al più presto .
Personalmente, non posso altro che vedere e indicare come intervento
immediato uno scioglimento del corpo di Polizia Penitenziaria, con un
contemporaneo passaggio di alcune sue competenze ad altre strutture dello
Stato, quali quelle non perfettamente attinenti alle azioni legate al
contenimento di persone che hanno violato la legge dello Stato.
Pertanto, visto il costante ricorso ad azioni d’impeto per gestire le
carceri, sarei dell’idea che queste non vengano mai attuate o, visto che ad
impossibilia nemo tenetur, date a corpi estranei alle carceri come la Polizia
di Stato.
Un passaggio che dovrebbe avvenire attraverso un collegamento funzionale con
quest’ultima che viene ad istituire un reparto apposito, nel momento del
bisogno di un supporto nelle frequenti situazioni di conflitto e di tensione
all’interno della struttura carcere, e terminato questo momento di conflitto
che ritornino presso la sede.
Recenti disposizioni del Ministero dell’Interno andrebbero verso
questa direzione, confermando la mancata capacità del Ministero della Giustizia
nel produrre cambiamenti o riconfermare vecchie e conosciute modalità
operative.
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Cosa stiamo aspettando?
Ancora la sentenza dei posteri o che passi il cadavere del nemico sul letto
del fiume?
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E chi sarebbe in questo casa il nemico? La nostra burocrazia?
Ebbene siamo lo zimbello d'Europa.
Posso solo concludere invitando le autorità politiche ad una banale
riflessione:un diverso assetto del Corpo di Polizia Penitenziaria non certo
diviene la panacea per tutti i problemi del carcere, specie quelli del
sovraffollamento e della prescrizione dei reati, ma sarebbe un buon punto
di partenza qualora si decidesse di partire e di non affogare in situazioni
stagnanti e stantie !
Antonio Peragine
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