Sorprendente
nella sua brevità “Fortunato, il tedesco”: in otto versi l’universo intero
entra in campo, dalla creatura evocata dal titolo alla giovane donna avvizzita, dal cane al Paese, persino Dio. Vi rientra
anche la morte, tema che attraversa il volume maniera più o meno velata ed
esplicita come illustra “Il cane alla catena”.
Il
risentimento sembra avvolgere gli otto versi di “Satirelle” mentre nel “Dialogo
introspettivo con una zanzara” è possibile intravedere una metafora del potere
di cui si riveste ingiustamente e ingiustificatamente l’essere umano nei
confronti dell’ambiente che lo circonda.
Fantastica
la citazione di Ovino ovetto nel
brano “Per le colazioni globali”: una burla, una smorfia, uno sberleffo contro
la serietà di certe riflessioni che pretendono d’essere universali e
intellettuali. Altrettanto azzeccato e attualizzato
il richiamo al sonetto dantesco nella “Risposta al migliore poeta della sua
generazione”.
Le
Pasquinate, il Vangelo secondo l’asino, l’Ampio
senso religioso, Cara nostra Peste,
Ablazioni teoretiche e La bruttezza desiderata proseguono nella
dissacrazione e nella lucida lettura della realtà religiosa e laica e umana
odierna, che ha bisogno di essere interpretata, capita e vissuta tramite una
presa di posizione che tenga conto del giusto distacco che solo l’ironia sana
può fornire.
Un’antologia
che sorprende per la sua vivida intelligenza, attuale eppure poetica, mai
banale e che, anzi, invita i lettori a un’attenta e responsabile presa di
coscienza di sé, del proprio posto nel mondo e delle relazioni che si tessono
con gli altri.
Giovanni
Zambito.