Lu Po presenta il 5° album “La Cavallina e Altre Invenzioni”: un insieme di tante influenze, aspetti, riferimenti, invenzioni, strati. L'intervista

Fattitaliani

C'era una volta, qui e ora, una melodia intitolata “La Cavallina”, dalle sonorità senza tempo di mandolini. Frammenti e suoni si staccarono per imbastire musiche, tessute cucite ed eseguite tutte da un ensamble di violini, violoncello, mandolino, chitarra, sax e un velo di elettronica, morbidamente adagiata sulle tracce.

“La Cavallina e Altre Invenzioni” (spotify) è il quinto album di Lu Po e fa seguito al più elettronico e sperimentale “Bloom” che è stato in nomination a Parigi per i Qwartz music Awards, prestigioso premio che ha coinvolto importanti nomi della musica internazionale (Björk, Alva Noto, Laurie Anderson, Matthew Herbert).

 

L'album è composto di 12 tracce dal titolo misterioso costruite con sonorità acustiche e classiche e con una struttura melodica e armonica popolare.

Si rifà in questo - sebbene in diversa forma – al terzo album “Stendere la notte”, meritevolmente baciato da un certo successo di nicchia per essere stato utilizzato in innumerevoli film, cortometraggi, documentari e programmi televisivi (a iniziare da Le Iene).

 

Il nuovo album - scritto tra Torino, Roma e Cagliari dove infine l'artista si è fermato e lo ha registrato  e mixato - è il più sognante di tutta la produzione del progetto Lu Po e ruota attorno al tema de “La Cavallina”, dal sapore felliniano, che si presenta a volte in veste più dolente a volte più sbarazzina, ma dal sicuro richiamo retrò.

 

Continua l'avventura discografica indipendente del compositore sardo Gianluca Porcu che, con il suo progetto Lu Po, affida “La Cavallina e Altre Invenzioni” alla distribuzione digitale in tutto il mondo, stores e piattaforme streaming.

 

L’INTERVISTA

Parlaci del nuovo album. Che impronta hai voluto dargli?

La Cavallina e Altre Invenzioni è un album strumentale registrato con mandolino, archi, elettronica, chitarra classica, violoncello e sax.

A tratti divertente a tratti dolente, con suoni retrò modernissimi e classici. E' un insieme di tante influenze, aspetti, riferimenti, invenzioni, strati.

Quali sono i tuoi musicisti di riferimento?

Mi piacciono Sakamoto, Fennesz, Basinski, Philip Glass, ma anche Fiorenzo Carpi e René Aubry, Yann Tiersen.

Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?

La collaborazione con Emma Dante.

Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?

Mi piacerebbe fare una esperienza nel cinema con un regista che non volgio citare per scaramanzia.

Progetti futuri?

Nel futuro c'è la rielaborazione di una bellissima musica di Santa Ildegarda.

C'è anche la voglia di suonare live. A breve si parte con la presentazione dell'album, piccoli concerti di quartiere o anche condominio, o comunque situazioni che siano possibili nella situazione di restrizioni in cui ci troviamo. Suonerò solo in situazione prive di discriminazione del pubblico.

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