Bo Guerreschi fondatrice di "bon't worry": La violenza non fa sconti a nessuno. L'intervista

Chi è Bo Guerreschi e come nasce la bon't worry.
         Bo Guerreschi è un economista internazionale che ha vissuto sulla propria pelle le mancanze di un sistema ancora zoppo e non sufficientemente valido. Il sistema lascia soli.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a creare una onlus?
    La bon't worry nasce per poter dare concretezza alle persone che sono vittime di violenze di genere con particolare attenzione verso le donne e i bambini. La bon't worry lotta per e con le vittime di violenza, non le lascia mai sole e le segue dalla presa in carico fino alla possibilità di dare un posto di lavoro e/o una casa, per chi ne avesse bisogno.
Vorrei precisare che la bon't worry NON difende solo le donne e che lottare contro le "violenze di genere" s'intende tutte le violenze, definizione che il più delle volte viene usata come sinonimo per intendere la lotta contro la violenza verso le donne.
Quali sono le azioni mirate dell'associazione, come opera e qual è il suo raggio d'azione?
Si consideri che la bon't worry riceve il 95% dei casi dalle Forze dell'Ordine, da passaparola o da rete o televisione. Ho fondato la bon't worry, che oggi è una Ingo per riconoscimenti da istituzioni internazionali, è riconosciuta da tutti i governi e opera in molti paesi del mondo, collaborando con le forze dell'ordine nazionali ed internazionali. La vittima dalla presa in carico, viene seguita da legali altamente specializzati del settore, viene messa in contatto con il responsabile dipartimento salute mentale per un percorso psicologico/psichiatrico, in concreto, viene seguita/o fino alla cassazione, viene aiutata per l'aspetto economico. Io rimango in contatto costante con le vittime e io in prima persona, sono molto attiva con le Autorità Giudiziaria  e Forze dell'ordine competenti. La bon't worry può essere contenta e felice dei successi ottenuti ad oggi.
Chi sono i membri dell'associazione e come interagisce con la politica (se interagisce)?
La bon't worry non ha colore politico, lotta per chiunque abbia necessità o si valutano attacchi contro chi viene calpestato in qualsiasi modo, per una libertà dei diritti umani.
Sottolineo che abbiamo tanti magistrati, giudici e appartenenti alle forze dell'ordine molto bravi, ma ancora troppo pochi rispetto la situazione.
Io mi interfaccio con appartenenti di forze politiche a cui non chiediamo nulla, ma chiediamo e presentiamo casi gravi che non ottengono giustizia, segnaliamo la realtà ben diversa da quanto si pensi, la verità è molto più difficile, le problematiche, come la troppa mancanza di competenza ancora dall'Autorità Giudiziaria in tutti i livelli. Preciso, abbiamo Magistrati e Giudici, come Militari e Agenti di polizia altamente competenti, ma sfortunatamente, ancora oggi, troppi ignorano non solo la legge, la procedura, la connessione tra gli organi giudiziari coinvolti. Mancano di empatia ed approccio con la vittima, ancora troppe convinzioni personali che coinvolgono l'aspetto professionale portando il caso, la persona che chiede aiuto, in difetto, a rischio o alla morte, come è troppe volte successo.
Le statistiche parlano di dati inesistenti, di procedure applicate completamente da fantasia, perché la realtà è un'altra. La realtà è ancora in estrema difficoltà e la legge denominata codice rosso, completamente zoppa, infunzionale e inconcludente. La verità è un mondo che dev'essere compreso dall'interno, che dev'essere vissuto giorno dopo giorno e dicono che vorranno modificarlo, speriamo che si rivolgano a professionisti del settore vari e di alta competenza su territorio.
Un altro punto, che pochi considerano e che per troppi giudici è solo un modo di "avere il denaro dalla parte più forte economicamente", è la violenza economica, che causa impossibilità di scappare o andarsene o chiedere aiuto, il timore di non saper come vivere e come far vivere i propri figli per cui vengono bloccate a vivere una situazione orribile per la vittima e per i vigi, vittime anch'essi. 
La violenza psicologica, che ancora oggi ti senti chiedere "la prova provata" e io rispondo sempre, la prova è la mia morte e se per provare il reato devo morire, evito di denunciare. Le vittime non ci credono, non si fidano, anche perchè temono che i figli gli vengano portati via e questo, deve veramente finire. I figli delle vittime piantiamola di spostarli per fatti non rientranti nel caso e non diretti alla tutela, e mi fermo qui. i figli non si tolgono se non per casi constatati reali. non si toccano. Riferito a questo punto è veramente una bella lotta e qui la giustizia manca. Si potrebbe parlare per ore anche del troppo uso del CTU, inutile totalmente ma, anche nei codici rossi cercano di inculcare la famiglia del " mulino bianco", dimenticando che uno dei due genitori si è macchiato di un reato gravissimo a danno del minore e ti accorgi che sono persone incaricate ingoranti sia del caso, sia della legge a tutela dei minori. Si dimenticano i diritti che hanno i minori e si dimenticano che i minori non sono stupidi e capiscono molto di piu' di quanto si pensi. Si parla dei bambini, ma non si parla con i bambini e questa è una grandissimo errore.
Sei anche autrice: ci vuoi parlare delle tue opere?
Autrice è un parolone, diciamo che mi diverto a scrivere e ho scritto ad oggi sei libri. Il mio libro più difficile è stata la fiaba  intitolata "il villaggio dei saggi". Una storia per i piccoli dove cerco di insegnare il rispetto per gli anziani, i bambini, gli animali, l'ambiente e dello Stato. Dove cerco di far comprendere che niente è facile, ma se si seguono le regole e si lotta per la verità e la giustizia, si arriva. 
Ho scritto "non si può morire per essere ascoltata" poco prima di fondare la bon't worry, perchè nonostante tante denunce, prove provate, testimoni e referti di pronto soccorso, io e mia figlia siamo qui, grazie ad un ispettore di polizia e ai carabinieri che non mi hanno mai lasciato sola, a differenza di un sistema dove, nonostante le prove provate, come le esigono loro, aperti i fascicoli sono vuoti.. non hanno neanche fatto le indagini. Come si dice chi può e chi non puo'. 
Mi piace scrivere thriller dove le mie storie sono di vere modificate per poter fare una giustizia di fatti a danno di persone che, come me, è stata presa in giro da un sistema fallimentare, e parlo di anni prima del codice rosso, o meglio ancora, prima che forse qualcuno si accorgesse che il problema esisteva e non eravamo solo donne pazze o che pensavano di far pagare al proprio ex qualcosa.  
Sto ultimando il seguito del mio ultimo thriller "il tevere rosso" e sto preparando un secondo sociale.
Il cinema e l'arte secondo te possono veicolare messaggi per la prevenzione e la formazione?
Sì, sono un'arma positiva se usata per comunicare non solo i fatti, ma le problematiche. Puo' insegnare ai giovani quello in cui la società fallisce.
L'arte, il cinema sono elementi importantissimi sia culturamente, sia socialmente. E' bellissimo vedere chi con l'arte e il teatro trasforma la storia in una comprensione per tutti, che rappresenta la vita di tutti con immagini e e situazioni. Sì, sono un elemento che dev'essere ancora di piu' spalleggiato, appoggiato e coltivato.
Raccontaci della tua esperienza alla Mostra del Cinema di Venezia (progetto the women's angels e La leggenda di kaira)...
Premetto che l'autrice Emanuela Del Zompo la considero un "genietto", nel senso che ha realizzato con forza e tenacia, prendendosi tutte le responsabilità  imprenditoriali, un'opera unica nel suo genere e semplice da comprendere per tutti. Ha presentato un'opera dove le parole sono solo dei segmenti di un'immagine diretta e senza censure.
La mia esperienza a Venezia, io sono stata molto onorata di aver patrocinato il progetto e di poter parlare di un'artista che ha una fantasia reale, un'applicazione dell'arte unica. Il progetto contro le violenze integrando un grandissimo problema come il bullismo, un reato ancora oggi con poca giustizia. Gli artisti, anche non professionisti, con problematiche fisiche hanno avuto il coraggio di esserci, di parlare, di sottolineare che loro esistono, che la piaga del bullismo ed è crescente. Attori che si sono lasciati "usare" per un bene comune. Un progetto per me da portare nelle scuole e che merita attenzione. Un progetto semplice con un valore importante.
Qual è il messaggio che dai alle persone vittime di violenza?
Non morire per essere ascoltata, chiedi aiuto, non vivere nella violenza. Non sarà facile, ci saranno momenti in cui ti pentirai di aver fatto la denuncia, che quasi quasi vorresti tornare indietro, perchè piu' semplice vivere con il/la propria aguzzina/ o che lottare per la libertà di se stessi e dei propri figli. La sofferenza non finisce con la denuncia, ma devi volere la tua vita, la tua libertà di essere e vivere, devi volere la libertà e il rispetto per te e per i tuoi figli. Non importa se non troverai le comodità a cui eri abituata o il livello sociale, volere è potere e il futuro libero è dietro quella violenza.
Ci sono dei casi, però, che il/la predatrice/ore sono noti e li le vittima hanno ancora piu' paura e noi facciamo ancora piu' fatica e magari dobbiamo procedere in maniera piu' low profile, ma come dico io , i mezzi ci sono e li usiamo tutti. 
I/le nostre/i assistite/i sanno che io ci sono sempre, che su di me e su tutti i nostri legali, psicologi possono sempre contare, sono e siamo tutti con loro, nessuno escluso.
Non facciamo miracoli, ma lottiamo concretamente tutti i giorni per i loro diritti. 
La violenza è solo rivolta alle donne o anche gli uomini subiscono violenza?
La violenza non fa sconti a nessuno. Le violenze esistono verso le donne ed è in crescita verso gli uomini. Il problema dell'uomo è uguale a quello della donna di 50anni fà oppure, far comprendere che anche l'uomo subisce e gli organi giudicanti hanno ancora troppi stereotipi per cui, secondo una mentalità che bisogna scalfire,  un uomo non puo' essere vittima, è impensabile che possa essere stuprato o ucciso per gli stessi motivi che potrebbero toccare una donna e questo è sbagliato. 
In questo paese si discute e si usano i diritti, senza esclusione di alcuno, come un gioco quasi politico, dimenticandosi che di tutto quanto litigano, parlano sono GIA' sanciti dalla Costituzione Italia, dalla Legge, dalle Convenzioni internazionali sancite dall'italia per cui, di cosa parlano? di cosa discutono? perchè non discutono e litigano invece per la mancanza di applicazione dei diritti già di tutti i cittadini?
Fra donne esiste violenza e perché ?
Le donne sono le peggiori nemiche delle donne, perchè? una risposta in sè non esiste. potrebbero essere le stesse motivazioni che portano alcuni, troppi ancora, a macchiarsi di reati contro la donna, oppure uomini contro gli uomini. Non esiste un motivo valido per usare la violenza, non esiste nessun comportamento cosi grave che giustifichi tali comportamenti criminali. 
 I bambini orfani di femminicidi come possono essere aiutati?
i bambini orfani di femminicidio, vittime anch'essi di violenza assistita o violenza diretta, avranno un percorso lungo da seguire, senza dimenticare il dolore per la perdita della propria mamma, della persona che piu' li ha amati. Un vuoto incolmabile, ma che con tanto amore e dolcezza, potranno accantonare, non si dimentica mai il dolore, la mente con il tempo li isola per proteggerti.  
Fattitaliani

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