Samantha Casella, 130 premi per il suo cortometraggio: mi sembra tutto un po’ irreale. L'intervista di Fattitaliani

Continua senza sosta il percorso internazionale del cortometraggio “To A God Unknown - Al Dio Sconosciuto” di Samantha Casella, che si sta rivelando trionfale. L'opera ha infatti raggiunto la quota di 130 premi ricevuti da festival di tutto il mondo.
Diviso in tre capitoli (ognuno recitato in lingua originale), nel primo si ispira ai versi del poeta russo Sergey Esenin, il secondo si basa su un romanzo di John Steinbeck che daàil titolo all’opera, il terzo si chiude con dei brani poetici di Arthur Rimbaud. Ad unirli elementi primordiali quali l’acqua, il sangue, il fuoco, l’amore, Dio. L'intervista di Fattitaliani.

130 premi per "To a God Unknown": sembra incredibile. Ci si abitua anche a riconoscimenti del genere?

Vincere tanti premi era impensabile e ancora adesso mi sembra tutto un po’ irreale. Abituarsi non so…  Ho un po’ cambiato prospettiva riguardo ai festival in quanto non considero i premi l’obiettivo, ma piccole conferme che il lavoro fatto è stato apprezzato.


Le motivazioni di assegnazione dei premi si assomigliano? Ce n'è stata qualcuna che ti ha colpita particolarmente perché ha colto magari un aspetto cui nemmeno tu avevi pensato?

Molti premi sono stati vinti nelle categorie “Best Experimental Short” e miglior regia, ma sono arrivati riconoscimenti anche per le musiche (composte da Massimiliano Lazzaretti e Tatiana Mele), per il montaggio e la fotografia (curati rispettivamente da Trevor Bishop e Frank Hoffman), per la sceneggiatura, le scenografie, la locandina… Certo, le soddisfazioni maggiori sono arrivate nei festival in cui vi era una competizione unica che racchiudeva tutti i generi.. Penso significhi che è stata creata una sinergia, che i vari settori tecnici o artistici si sono amalgamati e che ogni aspetto abbia contribuito al prodotto finale.

I riferimenti culturali delle tre parti del corto sono esempi e modelli letterari cui guardi con regolarità?

Non posso dirmi una lettrice assidua di poesie però senza dubbio Esenin e Rimbaud mi hanno accompagnato per un tratto di strada inerente alla mia crescita. Quanto al capitolo centrale del corto, dedicato a Steinbeck, posso dire che adoro la letteratura americana da Faulkner a Salinger, da Fitzgerald a Hemingway, per arrivare a Eugenides  e soprattutto Philip Roth. Questo, seppure il mio modello principale è Dostoevskij, in particolare sono devotamente legata a “L’idiota”. Si tratta di modelli irraggiungibili, ovviamente.


Dopo tanti premi ti viene una sorta di ansia da prestazione per la tua prossima idea da realizzare?

Un po’ di ansia mi era venuta già dopo “I Am Banksy”, un cortometraggio che aveva vinto 15 festival negli Stati Uniti ed era stato distribuito nelle sale di Los Angeles. Ora, con “To A God Unknown” ancora in circolazione ed essendo sul set del mio primo film, ho però preso atto di quale sia la realtà, che è molto peggiore dell’ansia da prestazione! 

A proposito, hai ricevuto proposte o hai già in cantiere un altro corto? E un lungometraggio?

Diciamo che si sono create le condizioni per realizzare il mio primo lungometraggio. È attualmente in post produzione, quindi si parla di un'uscita per il 2022. Passare dal corto al lungometraggio è come cambiare disciplina: non si tratta di confermarsi, si tratta di dimostrare ancora tutto. Giovanni Zambito.



Il cast è composto da un solo attore, presente nel secondo capitolo.

Dopo mesi di provini interminabili senza riuscire a trovare il volto giusto, alla fine la scelta è andata sull'italiano Matteo Fiori, conosciuto negli Stati Uniti con lo pseudonimo di Brian Witt.

“To A God Unknown - Al Dio Sconosciuto” è stato realizzato con il prezioso supporto del gruppo di lavoro “The Wild Bunch”.

Il montatore è lo stesso di “I Am Banksy”, ovvero Trevor Bishop. E lo stesso vale per la colonna sonora, firmata da Massimiliano Lazzaretti, qui affiancato da Tatiana Mele.

Il direttore della fotografia è Frank Hoffman.

Per quanto riguarda gli aspetti di visual effects ed effects templates sono state coinvolte numerose persone come Nassim Farin, Arseny Gutov a Lario Tus.

Tra gli operatori Dylan Winter e Nik Rijavec.

I doppiatori sono il russo Viacheslav Syngaevskiy, l’americano Richard Lloyd Stevens e il francese Frédéric Bernard.

Il dipinto di Ofelia presente nel corso è stato realizzato da Claudia Drei, madre di Samantha Casella.

Fattitaliani

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