Concluso il 74° Festival di Cannes: commenti ed impressioni post evento

di Riccardo Bramante - Si è chiusa con la vittoria di un outsider questa 74° edizione del Festival cinematografico di Cannes: vincitore della  Palma d’oro è stato, infatti, “Titane”, un film horror-fantasy della regista francese Julia Ducournau (due soli film in carriera) e interpretato dagli attori Vincent Lindon e Agathe Rousselle, nei panni, quest’ultima, di un serial killer a volte uomo a volte donna con una placca di titanio nel cervello e con l’abitudine di fare sesso in automobile.
Né, d’altra parte, poteva essere altrimenti con tre francesi in giuria e sette film francesi in concorso.


È stata un’edizione senz’altro sotto tono e per il momento particolare in cui tutto il mondo vive e per le difficoltà di ripresa dell’industria cinematografica; ne è un esempio il film vincitore non all’unanimità e anche gli altri premi andati, per la migliore regia, a Leos Carax per “Annette”, un musical che ha lasciato molte perplessità, come pure l’attribuzione "ex aequo” dello speciale Premio della Giuria andato a _Ahed’s Knee” dell’israeliano Nadav Lapid e “Memoria” del regista tailandese Apitchapong Weerasethakul che, se non altro, si avvale dell’interpretazione di una grande Tilda Swinton.​

Sempre “ex aequo”, a riprova delle difficoltà di scelta emerse nella giuria, è andato anche il “Grand Prix” diviso tra “Un eroe” dell’iraniano Asghar Farhadi e “Compartmenr 6” di Juho Kusmanen, mentre miglior attore è risultato il  lentigginoso Caleb Landry Jones per “Nitram” e quello per la migliore attrice a Renate Reinsve per “The worst person in the word”.

E gli italiani? Purtroppo si sono dovuti accontentare di una meritatissima Palma d’oro d’onore al regista Marco Bellocchio consegnatagli da Paolo Sorrentino nel corso di una commovente cerimonia, dopo che l’unico film in concorso, “Tre piani” di Nanni Moretti, nonostante le favorevoli accoglienze ricevute, è stato impietosamente stroncato dalla critica internazionale che - ha sentenziato “Variety” - è “piatto, drammaticamente rigido e il senso dell’umorismo del veterano regista italiano questa volta lo abbandona completamente”. Unico riconoscimento all’Italia è stato il “Label Europa Cinemas Cannes” della sezione “Quinzaine des Realisateurs” per Jonas Carpignano per il film “A Chiara”.


E allora non ci resta che ricordare di questa 74° edizione la gaffe del Presidente della giuria, l’attore americano Spike Lee, che, tra la costernazione dei presenti, ha annunciato il nome del film vincitore all’inizio della serata rovinando, così, la sorpresa in diretta tv, nonché l’apparizione di nnumerose star sul red carpet da Benicio Del Toro a Tilda Swinton a una sempre affascinante Sharon Stone, alla top model Bella Hadid che ha sfilato indossando una collana che sembrava un immenso apparato bronco-polmonare d’oro (non per nulla siamo in periodo Covid) o la nostra Chiara Ferragni apparsa con un abito cosparso di fiori di alluminio ricavati dalle capsule riciclate del caffè che l’influencer ha appena reclamizzato.




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