In che cosa "ION" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?
Certamente è una scrittura più matura, non solo
dal punto di vista testuale, c’è infatti uno studio minuzioso anche sotto il
profilo scenico e illuminotecnico.
Quale linea di continuità, invece, porta avanti?
Elemento costante nei miei testi è la famiglia con
le sue variegate sfaccettature; la sicurezza intesa come porto sicuro che cela
i suoi drammi più profondi, contraddizioni, illusioni… È un micromondo che
racconta un universo intero. Dal punto di vista scenico, invece, tutti i miei
lavori racchiudono tre tipi di scritture sostanzialmente, infatti in parallelo
alla drammaturgia mappo anche una scrittura scenotecnica e illuminotecnica.
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti…
Da un fallimento. Dal rifiuto da parte di alcuni
miei insegnanti nel farmi recitare un piccolo ruolo nella recita di fine anno.
Ho odiato profondamente prima loro e il teatro poi… fin quando ho conosciuto il
teatro di Eduardo de Filippo ed eccomi qui!
Quando scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?
I miei personaggi hanno già i volti degli attori e
attrici con cui lavoro perché scrivo con LORO, soprattutto mi piace lavorare
sulle “imperfezioni, difetti”. Si parte da una idea, una parola, una
intuizione, anche banale, prima condivisa e poi esplorata insieme a LORO, alle
LORO espressioni, ai LORO occhi, al LORO corpo.
È successo anche che un incontro casuale ha messo in moto l'ispirazione e la scrittura?
ION ne è un esempio.
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
Rendere vano un sacrificio.
Quando si porta in scena un proprio testo, ci si accorge di alcune sfumature "sfuggite" durante la scrittura?
Questa domanda la si potrebbe applicare
principalmente per una scrittura a tavolino ma non credo sia il mio caso.
Quanto si riconosce nella seguente citazione "Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti" di William Shakespeare?
Lei come spiegherebbe il Teatro per convincere chi non ha mai visto uno spettacolo?
Non sarei in grado di spiegare però potrei minacciarli.
Possibile descrivere le emozioni di una prima?
Forse come il primo appuntamento con una persona
desiderata ardentemente.
L'ultimo spettacolo visto a teatro?
Non posso fare il nome però era davvero
terrificante!
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?
Ennio Fantastichini e Rina Morelli
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Napoli Milionaria di Eduardo de Filippo
La migliore critica che vorrebbe ricevere?
Ricevere una critica vera per l’appunto, dato che
ultimamente leggo solo cronistorie sugli spettacoli da parte dei “critici”.
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
Una cronistoria
Dopo la visione dello spettacolo, che Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?
Essere sazio di emozioni autentiche; il piacere di
aver fatto parte di un vero rito, ma soprattutto la voglia di ritornare presto
a parteciparvi.
C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé il significato e la storia di “ION"?
Giovanni poco prima di danzare rinchiuso in una
gabbia si mette letteralmente a nudo davanti agli occhi della mamma ormai
morta. Giovanni Zambito.
04-06 giugno
TeatroBasilica
Dino Lopardo /Collettivo Itaca presentano
ION
scritto
e diretto da Dino Lopardo
da
un’idea di Andrea Tosi
con Alfredo Tortorelli, Andrea Tosi e Iole Franco
Dino Lopardo/Collettivo Itaca dopo il successo di Trapanaterra (finalista In-Box ’20 e di ritorno da Primavera Dei Teatri ’20) presentano al TeatroBasilica il lavoro vincitore del premio Miglior spettacolo InDivenire 2019, che porta in scena la vicenda di silenzi e non detti di due fratelli.
“Cosa accade quando un essere umano viene lasciato solo a marcire in silenzio dalla propria famiglia ?”
Lo spettacolo, ispirato a una vicenda
realmente accaduta e sollecitato da un lavoro di ricerca che parte dalla
"diversità" mentale attraversando gli istituti manicomiali di Andrea
Tosi, è scritto e diretto da Dino Lopardo e porta sul palco Andrea Tosi, Iole
Franco e Alfredo Tortorelli.
Il lavoro muove dai concetti del diverso,
del disadattamento e del pregiudizio sociale. Pochi colori in scena e pochi
oggetti per raccontare lo spaccato di vita di due fratelli, Giovanni e Paolo, i
quali sono divisi e segnati da un passato che li ha condizionati profondamente.
Le loro giornate grigie trascorrono tra litigi e sorrisi che inevitabilmente li
fanno ritornare in maniera ossessiva al loro passato, ai loro sfocati ricordi
di bambini, alla presenza soffocante di un padre e alla colpa grave di uno dei
due. Tale colpa forse è origine e causa di una famiglia in disfacimento e ciò
ne determinerà inevitabilmente il loro destino.
Lo spettacolo è stato premiato come miglior progetto 2019 al festival InDivenire di Roma. Un lavoro di esemplare artigianato teatrale - sottolinea la motivazione del riconoscimento - un gioiello costruito su un apparente equilibrio di mondi interiori che si specchiano. Un gancio potentissimo che va ad afferrare con violenza il cuore di chi ascolta e lo costringe a fare i conti con la propria esistenza, i propri ricordi, il vissuto, il sole, il buio, i respiri, le aspirazioni, le lacrime ricacciate in gola.
Sinossi
Che cosa successe a Giovanni la sera prima del litigio furioso che ebbe con suo fratello Paolo? Di cosa parlò con lui? Che rapporto c’era tra i due? Il fratello, Paolo, è stato fin da bambino molto legato al padre, al contrario di Giovanni che invece ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la madre. Una madre che i due fratelli hanno conosciuto in maniera differente: Giovanni la ricorda come madre affettuosa, mentre Paolo come la pazza del paese. Lei che, dopo il secondo parto, cade in una forte depressione. Paolo fin da bambino ascolta il padre parlare della madre come un peso, come una palla al piede e di Giovanni come il figlio mai voluto. Giovanni vive sulla sua pelle il non essere accettato come figlio e tacciato dal padre stesso come diverso. Un padre “Padrone”, anaffettivo, chiuso nelle sue convinzioni che non accetterà mai la condizione di suo figlio neanche davanti alla morte.
Note di Regia
Essere emarginati o emarginarsi? Cosa
accade quando un essere umano viene lasciato solo a marcire in silenzio dalla
propria famiglia: una famiglia ottusa, retrò, all’antica come direbbe un noto
scrittore. L’elemento esilio, allontanamento, confino per certi versi è stato
l’oggetto principale di studio in fase di realizzazione di questo primo
approccio sulla diversità.
La famiglia ha un peso specifico, come
pure gli affetti, il condizionamento della società. Ho voluto che i
protagonisti di questa storia fossero entrambi rinchiusi nelle loro
aspirazioni, sogni, vizi e tanta rabbia.
Non c’è chi vince o chi perde ma solo il
fluire degli eventi che condizionano un essere umano sin dalla nascita. Il
punto focale è propriamente la famiglia perché è la radice da cui ogni
individuo trae la sua condizione esistenziale.
Dino Lopardo
Prenotazione
obbligatoria.
Biglietto prezzo unico 15 Euro
TeatroBasilica
Piazza Porta S. Giovanni, 10 Roma (RM)
Contatti / Prenotazione obbligatoria +39 392 97.68.519 - info@teatrobasilica.com
Marketing: comunicazione@teatrobasilica.com
Direzione: direzione@teatrobasilica.com
Biglietti 15 euro
Orario spettacoli 20|23 maggio 19.00 – 4|6
giugno e 14|17 giugno ore 20.30
Tutte le attività del Teatro Basilica si
terranno nel
rispetto della normativa sul distanziamento sociale in materia di prevenzione
dal Covid19
Link utili
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