Nando Morra e il cortometraggio su razzismo e bullismo tra i giovanissimi. L'intervista

di Andrea Giostra - «Il cortometraggio "Il seme della speranza" punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche del razzismo e del bullismo tra i giovanissimi. Narra una storia che ha per protagonista un supplente di lettere, Tancredi, e tre ragazzi di prima media, classe in cui insegna Samuele, Marco ed il siriano Nasser, arrivato in Italia cinque anni prima con sua madre, dopo una travagliata traversata del Mediterraneo» (Nando Morra).

Ciao Nando, benvenuto e grazie per la tua disponibilità. Se volessi presentarti ai nostri lettori quale artista della settima arte, cosa diresti di te?

Buongiorno e grazie per l’intervista. Parlare di sé stessi mi è sempre abbastanza difficile, ci provo. Sono nato a Napoli nel 1970 dove vivo ancora oggi, qui mi sono appassionato da più di venti anni alla recitazione, soprattutto quella orientata al cinema, a questa passione ho aggiunto nel tempo quella della scrittura e successivamente sono arrivato al piacere immenso della regia cinematografica.

Nel 2018 ho fondato l’associazione di promozione sociale RAMPA FILM, della quale ricopro la carica di presidente, con l’obiettivo di diffondere la cultura cinematografica attraverso la formazione e la produzione di audiovisivi a tema prettamente sociale.


Stai lavorando alla realizzazione di un cortometraggio ambientato in Calabria. Ci racconti di questo progetto? Come nasce? Quale il tema e la storia trattati, senza fare spoiler ovviamente? Quale il messaggio che vuoi che arrivi a chi lo vedrà quando sarà terminato?

Nei primi di maggio di quest’anno abbiamo effettuato le riprese dello short film sociale intitolato Il seme della speranza a San Nicola da Crissa, provincia di Vibo Valentia, ed è attualmente in fase di post-produzione. Il soggetto è nato qualche anno fa dalla collaborazione tra Emanuele Ajello, Marta Gervasutti ed il sottoscritto, la sceneggiatura è stata scritta da me e Marta Gervasutti.

L’opera, come avviene solitamente, giaceva nel cassetto in attesa dell’occasione giusta per prendere vita. Questa opportunità è arrivata quando venni a conoscenza della manifestazione di interesse indetta dal Comune di Monterosso Calabro (VV) a cui abbiamo partecipato come RAMPA FILM e siamo stati uno dei tre progetti vincitori; il corto è stato realizzato grazie ai fondi della manifestazione L’Arte del Corto, patrocinata dalla Regione Calabria grazie al bando P.A.C 6.7.1. “approvazione avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria - Annualità 2019”.

Il cortometraggio punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche del razzismo e del bullismo tra i giovanissimi. Narra una storia che ha per protagonista un supplente di lettere, Tancredi, e tre ragazzi di prima media, classe in cui insegna Samuele, Marco ed il siriano Nasser, arrivato in Italia cinque anni prima con sua madre, dopo una travagliata traversata del Mediterraneo. Nasser è vittima di atteggiamenti discriminatori da parte dei compagni di classe incitati da Marco, un bullo a sua volta condizionato dalle idee xenofobe del padre. Samuele si schiererà in difesa del compagno siriano, mentre il professore coglierà spunto da questa situazione per far riflettere la classe sull’importanza della conoscenza ai fini dell’integrazione socioculturale e definirà i ragazzi semi della speranza per sottolineare l’importanza delle giovani generazioni nella costruzione di un futuro migliore. Gli insegnamenti di Tancredi andranno a scardinare i condizionamenti paterni di Marco che, in età adulta, si riapproprierà delle parole del professore per costruire le basi di un futuro da scrittore. 

Perché hai scelto la Calabria e come mai è ambientato in questa bellissima terra?

Uno dei vincoli della manifestazione di interesse che abbiamo vinto era che, ovviamente, il cortometraggio fosse girato in Calabria per valorizzarne i territori, ma questo vincolo non l’ho vissuto come una restrizione bensì come una grande opportunità e tale poi si è rivelata. Non c’erano vincoli che imponessero nel cast attori calabresi, ma per scelta personale mi sono voluto avvalere di un cast tutto Made in Calabria e questo perché ritenevo corretto mettere in luce, oltre a quella meravigliosa terra, anche i tanti talenti del posto che troppo spesso ed ingiustamente vivono nell’ombra. Per la parte del cast artistico adulto sono stati scelti i seguenti attori: Francesco Sgro, Grazia Leone, Francesco Spagnolo, Erica Bianco e Nicola Quaranta. Tutti ottimi professionisti ed eccellenti persone dal punto di vista umano. L’aspetto personale è sempre stato per me un requisito fondamentale nella selezione finale di un attore, perché ritengo che prima dell’attore ci sia l’uomo, che rende possibile creare sul set il clima favorevole alla riuscita di un buon prodotto.

Per la scelta degli attori ragazzini mi sono avvalso sia di ragazzi residenti a San Nicola da Crissa, dove abbiamo girato, privi di esperienze di recitazione ma dotati di enorme talento naturale che di ragazzi provenienti dall’ottima scuola di recitazione calabrese SRC diretta da Walter Cordopatri.

Il cast artistico ragazzi vede i seguenti protagonisti: Nicola Galloro, Rosario Galati e Gaetano Laruffa.

Sono stato enormemente colpito dalla bravura di questi giovani talenti e spero vivamente che “Il seme delle speranza” possa fungere da trampolino di lancio, sarebbe per me motivo di grande piacere e soddisfazione.

Anche per il cast tecnico ci siamo avvalsi di ottimi professionisti: la fotografia è stata affidata alla bravura di Davide Aronica, le riprese video curate da Bruno Cirillo e Davide Aronica, l’audio in presa diretta affidata a Nicola Celia e le musiche originali create dal maestro Adriano Martorana. 

Quando pensi che i nostri lettori potranno vederlo?

Il prodotto finale dovrà essere rilasciato al Comune di Monterosso Calabro (VV) entro il 15 giugno per poi essere sottoposto al giudizio di una commissione tecnica che decreterà chi dei tre corti vincitori della manifestazione di interesse risulterà il vincitore del festival “L’arte del corto”, giunta alla sua quinta edizione.

Dove sarà presentato? Se già hai idea di dove e quando sarà fatta la presentazione ufficiale.

La presentazione ufficiale del cortometraggio verrà effettuata a Monterosso Calabro in occasione della premiazione del festival “L’arte del corto”. La data della premiazione al momento non è ancora definita ma molto presumibilmente dovrebbe essere a fine luglio. Si prevede poi una successiva visione su invito anche nella mia Napoli.

Chi sono le persona che fanno parte dello staff, del gruppo di lavoro e quale la produzione? … se vuoi parlarci di loro.

La produzione è la RAMPA FILM APS e si avvale di uno staff eccezionale composto per quasi l’80% di donne con età media inferiore ai trent’anni e quasi tutte laureate con 110 e lode. In loro c’è quella umiltà, passione, determinazione e voglia di crescere che credo siano gli ingredienti vincenti per raggiungere qualsiasi obiettivo.  Colgo l’occasione per ringraziare e menzionare tutti i componenti dello staff: Giovanna Di Martino, Lara Tiberi, Chiara Nucci, Martina Bruno, Marta Pinosa, Valentina Esposito, Angy Restuccia, Andrea Fontanella, Fabiana Romanzi e Giuseppe Chiaro. 


Chi vuoi ringraziare pubblicamente per questo lavoro e perché proprio queste persone?

Oltre al mio staff, colgo l’occasione per ringraziare il Sindaco di San Nicola da Crissa, Giuseppe Condello ed il Sindaco di Monterosso Calabro, Antonio Lampasi, che ci hanno accolto nei loro territori con grandissimo senso dell’ospitalità. Un ringraziamento va anche agli abitanti di San Nicola da Crissa, dove abbiamo girato, che si sono rivelate persone calorose e ci hanno fatto sentire a casa. Ringrazio anche il direttore della scuola di recitazione SRC, Walter Cordopatri, per la sua grande disponibilità. Un ringraziamento sentito va anche ad Andrea Giostra che mi ha concesso questa intervista.

Ci parli di qualcuna delle tue più recenti produzioni, delle tue opere, e quali ami ricordare ai nostri lettori?

Tendo sempre a ricordare maggiormente l’ultima opera effettuata, che in questo caso è appunto “Il seme della speranza” e la mia prima opera da regista, che è il cortometraggio sociale dal titolo “Una vita da sogno” che tratta la delicata tematica dell’eutanasia.

Come definiresti il tuo stile artistico? C’è qualche regista al quale ti ispiri quando realizzi un’opera cinematografica?

Sinceramente non saprei definire il mio stile artistico, ammesso che ne abbia uno, preferisco che a farlo siano gli spettatori ed i critici il cui giudizio è inappellabile. Non mi ispiro a nessun regista in particolare, ma amo molto il cinema di Vittorio De Sica, di Sergio Leone e di Giuseppe Tornatore. 

Chi sono stati i tuoi maestri d’arte?

A mio avviso i maestri sono tutti coloro che con umiltà ti lasciano qualcosa e tante volte senza nemmeno saperlo. Ce ne sono tanti e fare dei nomi sarebbe fare un torto verso chi potrei dimenticare di menzionare.

Ti va di consigliare ai nostri lettori tre film da vedere e perché proprio quelli?

Di film meravigliosi ce ne sono vari ed è difficile fare una scelta, posso limitarmi a consigliarne alcuni che mi sono piaciuti moltissimo, per quanto molto diversi tra loro, e sono i seguenti:

Pane amore e… di Dino Risi;

La migliore offerta di Giuseppe Tornatore;

Shutter Island di Martin Scorsese.

Riguardo al motivo per cui andrebbero visti è semplice: non possono non essere visti!

… e tre libri da leggere durante la prossima estate? Quali e perché?

Anche per i libri, come per i film, la scelta è molto complicata, e non posso che consigliare alcuni di quelli che mi hanno lasciato qualcosa, mi permetto di consigliarne addirittura quattro:

L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón;

La casa degli spiriti di Isabelle Allende;

La casa delle sorelle di Charlotte Link;

La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone.

Anche in questo caso sono libri di generi molto diversi ma scritti molto bene e, a mio avviso, che meritano di essere non solo letti ma “vissuti”.


Dove potranno seguirti i nostri lettori?

I lettori possono seguirmi sui vari principali canali social (Facebook, Instagram, YouTube e LinkedIn).

Ringrazio in anticipo coloro che mi daranno questo onore.

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa ti senti di dire a chi leggerà questa intervista?

Intanto la speranza è quella che i lettori possano aver apprezzato questa chiacchierata e che non si siano annoiati, questo sarebbe già un bel successo; mi piacerebbe salutarli dicendo che è già in cantiere la preparazione di un prossimo cortometraggio sociale dal titolo “Oltre il muro” che ha come perno principale la sempre purtroppo attuale tematica della violenza sulle donne, specie quella domestica, ma intorno gravitano anche altre tematiche come l’omofobia, la ludopatia e la dispersione scolastica. Ho già scritto soggetto e sceneggiatura di questa opera che sarà girata interamente nel centro storico di Napoli e a cui tengo particolarmente e che ho tutta la determinazione e la voglia di girare quanto prima.

A tal proposito proprio in questi giorni il mio staff si è già attivato per definire una campagna di crowdfunding che a giorni prenderà vita. Nei prossimi giorni sarò presente sul set, stavolta non come regista ma come attore, del lungometraggio “Il lupo bianco” regia di Tony Gangitano, poiché la recitazione resta il primo amore, anche se, non nego che ultimamente, preferisco maggiormente occuparmi di regia.

Approfitto di questa opportunità anche per chiedere a chi vorrà sostenere il Cinema ed in particolare quello sociale di destinare il proprio 5x1000 alla RAMPA FILM APS, perché il Cinema in questo ultimo periodo in particolare ha sofferto moltissimo e come associazione di promozione sociale necessitiamo del sostegno di molti per realizzare al meglio le nostre opere; il codice fiscale della RAMPA FILM APS per chi volesse destinarci il 5x1000 è 95259200632 e ringrazio in anticipo chi lo farà.

Nando Morra

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Andrea Giostra

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