Sergio Andrei, nuovo singolo "Brava che sei": storia d'amore fatta di anfetamine, rapper, giovani donne e noti politicanti

Fattitaliani

Dopo il primo singolo “Genesi”, si unisce anche “Brava che sei” all’esclusivo concept album di Sergio Andrei Pulp”, in uscita il prossimo autunno.

Brava che sei” è il prosieguo di un viaggio, l’esagerazione ironica e terribile di una storia in cui non ci si sente compresi. L’esasperazione del sentirsi fuori luogo, senza perdere sé stessi.

 

Sergio Andrei lo descrive così: ”E’ un brano che tratta di una strana storia d'amore fatta di anfetamine, di rapper, di giovani donne e di noti politicanti, tutto questo compone una strada sterrata, sopra le righe, dove il tutto si fonde nella definizione di PULP: produzione letteraria o cinematografica a carattere popolare, contraddistinta da una ricerca esasperata dell'eccessivo e del sensazionale.”

 

Con questo singolo è iniziata la collaborazione con Umberto Scaramozza e Jacopo Troiani, dove lo stesso ha avuto più versioni di arrangiamento e di produzioni, trovando in quest’ultima il giusto mood tra testo e musica.

 

Il disco è stato arrangiato da Umberto Scaramozza e Jacopo Troiani, ex compagni di accademia dell’artista e prodotto e mixato da Walter Babbini presso il Purple Mix Studio di Guidonia.

 

Il progetto visivo è stato realizzato dal cantautore assieme alla sua famiglia artistica, sotto la guida del direttore artistico Giovanni Lo Castro, con le fotografie di Ludovico Pascoli e Mattia Cursi e video di Simone Mastronardi.

 


Segui il sentiero:

 

Sito: www.sergioandrei.it

 

Instagram: https://www.instagram.com/sergioandreivia/

 

YouTube: https://www.youtube.com/sergioandrei

 

Spotify: https://spoti.fi/3eYf1jT

FINE CAPITOLO #2

 

BIOGRAFIA

Classe ’97. Nato a Milano, vivo a Roma da quando ho otto mesi, ma tifoso accanito della Fiorentina. Vissuto per un anno in Australia per poi tornare, fare il Linguistico e poi tre anni di Accademia all’Officina P.Pasolini di Tosca.

 

Appassionato di canzone d’autore fin da piccolo. Mi vestivo da Rino Gaetano in prima media per cantare in playback. A 6 anni, a “Chi ha incastrato lo Zio Jerry” , nominai De Gregori in opposizione a Ci Son Due Coccodrilli quando la Hunziker mi chiese il brano preferito.

 

Amante di edicole, pub, manifesti, copertine della Blue Note, stadi e osterie.

 

Politicamente credente dell’anarchia delle locande.  Un mix fra un ipocondriaco asociale e un hooligan.

 

Esordito come attore a Teatro con “Le belle Notti” e poi proseguito con serie televisive e film (Non c’è campo, Che dio ci aiuti, Don Matteo, Scomparsa ec..)

ma la vera passione è quella per la sceneggiatura che fa parte del mio amore per la scrittura. Un film scritto nel cassetto dove c’è sempre musica di mezzo: il buon jazz.

 

Scrivo canzoni da qualche anno. Ho pubblicato tre singoli su Spotify: Pienodipanico, Brigitte Bardot e Monologo al Bancone. Altri esperimenti di questi anni sono su Youtube.

 

Lavoro con un team di amici che condividono diverse passioni: dalla fotografia alla grafica e da anni portiamo avanti progetti.

 

Finalmente è in uscita il primo disco. Ha già cambiato dieci titoli e venti tracklist. Ora dovremmo esserci. Si chiama “Pulp” ed è un magazine che racconta tante storie e un grande viaggio che comincia al bancone.

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