In una nota passata si è illustrato quanto la celebrità di Rodin sia collegata e quasi scaturiente dal suo rapporto con le modelle e modelli ciociari e allo stesso tempo la quasi zero ricerca e cura nei loro confronti da parte del Museo parigino a lui dedicato: infatti ancora oggi ignorano la modella Maria, ancora oggi non sanno come si chiama Pignatelli, ancora oggi ignorano i dati anagrafici di Adele e parecchio altro.
Negli anni 1900-1903 il giovane Matisse frequentava assiduamente lo studio di Rodin,
divenuto una specie di industria dell’arte, tante le opere maggiormente in bronzo che ne uscivano ogni
giorno. Ed è qui che resta impressionato
dalla figura del modello Cesidio
Pignatelli originario della Valcomino che anni prima aveva posato per
alcune opere divenute dei veri
capolavori di Rodin. Matisse
ingaggia Cesidio e iniziano le pose per una scultura in bronzo alta circa 92 cm
Il
Servo che lo tenne occupato molto
intensamente per alcuni anni, qualche studioso parla di circa 500 pose, di Pignatelli
sulla pedana. Lo ritrasse anche in una serie di acquarelli sparsi nei
musei e in un olio importante alto 99 cm al Museo di Arte Moderna di New York.
Nel medesimo
periodo 1900-1903 incontriamo Carmela Caira, nota come la venere di
Montparnasse, anche lei della Valcomino, che Matisse vide nello studio di Rodin
mentre posava con Libero de Libero,
modello di Casalattico, per la versione
in marmo del Bacio oggi al Museo Tate di Londra: rimase colpito dalle sue forme giunoniche che avevano
affascinato non solo il vecchio Rodin sempre sensibile a certi richiami ma incantato anche Whistler e E.Bernard e Pascin. Matisse
la ebbe nuda e sfolgorante in primo
piano davanti a lui in quel capolavoro
che battezzò con un vezzeggiativo, Carmelina,
oggi gloria del Museo di Boston. Sempre in questi anni si imbatte in una
ragazzina splendida nelle forme, pure dei medesimi luoghi benedetti, Rosa, che posa davanti a lui e anche davanti ai suoi
amici pittori e successivamente,1906, la
fa protagonista e interprete di un’opera del massimo significato nella storia
dell’arte: La gioia di vivere, perché
segna una tappa determinante: è la prima
volta infatti che il colore assoluto diventa protagonista e non più la figura:
tutto sgorga dal colore! E’ il cosiddetto stile
fauve! E Rosa è la modella del
fondamentale dipinto oggi alla
Fondazione Barnes a Philadelplhia, la riconosciamo perfettamente dal corpo perfetto
nella figura a sinistra in piedi
nuda.
Nell’autunno
1916 Rosa presenta la sorella Loreta a
Matisse il cui studio si trovava al quarto
piano di un antico palazzo del Lungosenna di fronte all’isola sul
fiume: superati i primi incontri
alquanto incompresi e imbarazzati tra artista e modella, iniziò un lungo
periodo durato circa otto mesi che rappresenteranno per l’artista una parentesi
determinante della sua vita artistica in quanto a contatto con la sua modella
ciociara e grazie alla realizzazione di circa cinquanta dipinti con lei
protagonista, si liberò gradualmente delle vecchie forme e stili per approdare
a nuovi linguaggi ed espressioni che costituiranno
la nuova personalità e tecnica dei successivi quaranta anni di attività a
Nizza. Raccomandiamo il testo “MODELLE E MODELLI CIOCIARI a Roma,
Parigi e Londra nel 1800-1900”. Loreta, che l’artista denominava Lorette o
Laurette in molte opere, rappresentò,
quasi una cesura, l’episodio più costitutivo e fondante della sua esistenza, e
non solo come artista. Alla sua morte gli eredi tra le opere ammucchiate nello
studio, con meraviglia ne trovarono due molto
importanti con Lorette in primo piano, opere risalenti a quaranta anni prima, di
cui una era stata esposta e presentata
in qualche mostra, un’altra in cui Lorette è distesa per terra con un abito che è una sinfonia di colori -oggi al Museo Naz. Pompidou di Parigi: Lorette à la tasse de café- l’artista non lo aveva mai esposto e mai
mostrato. Al lettore le interpretazioni. È incredibile, a nostro avviso, e
perfino assurdo, che tra le carte dell’artista
non si sia trovata non dico un rigo concernente
tale sua fondamentale esperienza con la modella ciociara ma una lettera o una cartolina o un biglietto o uno scarabocchio di Loreta all’artista. E
qualche motivo vi potrebbe essere a
spiegazione di tale assenza di testimonianza, motivo perfino impellente e
sconvolgente, come si riporta nel libro sopra citato!
Sia quella di
Rodin come questa di Matisse così come in altri casi che ci auguriamo di
illustrare in prosieguo, sono pagine della storia dell’Arte chiaramente di
notevole significato che finalmente cominciano a riscuotere attenzione
e partecipazione da parte degli studiosi e dei cultori: le distrazioni e rimozioni e omissioni di cui da sempre sono
state fatte segno queste umili creature
cominciano dunque a diradarsi.
Michele
Santulli