Interamente toscana, prodotta senza uso di glifosate e da oggi anche completamente sostenibile: la Tosca, pasta “nata e cresciuta in Toscana” compie un anno e da marzo sarà presente sugli scaffali in un nuovo packaging realizzato in cartone riciclabile, punto di arrivo di un progetto di sostenibilità e filiera che comincia dai campi per coinvolgere tutto il processo produttivo.Il nuovo packaging sostenibile e riciclabile della Tosca realizza l’idea di produrre una pasta toscana no glifosate nata da Terre dell’Etruria, la più grande cooperativa multifiliera della Toscana – capofila del progetto –, e da Unicoop Firenze, la più grande Cooperativa di Consumo in Toscana.
Trafilata al bronzo ed essiccata lentamente a basse temperature, la Tosca è una pasta dal gusto pieno e dall’aroma autentico, perfetta per essere abbinata ai sughi della tradizione toscana, come i Fusilli con cavolo nero e salsiccia, le Penne strascicate e le numerose ricette raccolte da Terre dell’Etruria e Unicoop Firenze nel ricettario Pasta La Tosca.
Ma non sono solo le sue caratteristiche organolettiche che l’hanno fatta scegliere da tantissimi consumatori nel suo primo anno di vita sullo scaffale: sulle confezioni si possono trovare infatti tutte le informazioni che permettono di risalire direttamente ai produttori che hanno coltivato il grano. Un processo a portata di smartphone del consumatore, che sfruttando il QR-Code presente sulle confezioni può facilmente individuare l’appezzamento di coltivazione e di provenienza dei vari lotti di produzione, oltre agli ettari impegnati, la lista dei produttori e persino le immagini dei campi da cui viene il grano.
A caratterizzare Pasta La Tosca è anche l’attenzione alla biodiversità e alla valorizzazione del suolo, condizione garantita dal divieto di utilizzare prodotti contenenti glifosato (principio attivo diserbante di largo uso, specialmente nei paesi esteri) su tutta la superficie dove cresce il grano destinato alla Tosca.
«In un anno di lavoro siamo andati oltre le aspettative – commenta Massimo Carlotti, presidente di Terre dell’Etruria – e possiamo affermarlo con grande soddisfazione soprattutto se pensiamo che siamo partiti da uno scaffale difficile come quello della pasta e siamo riusciti e posizionarci in maniera apprezzabile.
Ma ciò di cui andiamo più orgogliosi è che, anche con il nuovo packaging sostenibile che aumenta i costi di produzione, siamo riusciti a garantire lo stesso prezzo del grano ai nostri soci produttori di cereali. Per noi questo è “il” grande obiettivo che siamo riusciti a portare a casa».
Dopo essersi fatta conoscere dai consumatori dell’area fiorentina che hanno potuto apprezzare la filosofia di produzione pulita e trasparente, la Tosca sarà venduta da marzo anche da Unicoop Tirreno, mentre nel corso del 2021 arriverà anche sugli scaffali di Unicoop Centro Italia.
«Unicoop Firenze mette al centro del proprio operato il territorio, l’ambiente e l’etica – commenta Emidio Granchi, Business Manager del reparto Grocery di Unicoop Firenze –. Il progetto della Pasta Tosca, fortemente voluto, ha la forza di coniugare in modo semplice e comprensibile tutto questo. La filiera Toscana, la corretta remunerazione del lavoro e la sostenibilità raggiunta anche attraverso il nuovo packaging, unite alla convenienza di un prodotto di qualità eccellente e di consumo giornaliero rappresenta nel modo migliore lo stile del fare della nostra Cooperativa.
Siamo contenti di aver fin qui contribuito alla crescita del progetto e continueremo a sostenerlo anche attraverso la nostra proposta commerciale.»
Un successo che è sostenuto dai numeri: gli ettari di produzione crescono, da 150 ettari ai circa 480 ettari relativi all’annata agraria 2019/20 per una produzione di 20 mila quintali.
Anche le aziende agricole fornitrici passano da 20 a oltre 40, distribuite tra Pisa, Val di Cornia, Grosseto, colline livornesi e area costiera di Baratti e Populonia. Il grano duro, una volta raccolto, viene poi lavorato in un molino della zona della costa e trasformato in un pastificio lucchese, prima di arrivare sugli scaffali.
Filiera di produzione, trasformazione e lavorazione, sono così interamente toscane.
E anche quest’anno Terre dell’Etruria ha coinvolto altre strutture cooperative quali la Società Vallebruna di Roccastrada (Grosseto) e la Cooperativa Pieve di Santa Luce (Pisa), così da avvalorare ancora di più l’impronta regionale del prodotto e rafforzare il senso della cooperazione regionale.