Andrea Bocelli, ora basta!

Bravo, anzi bravissimo: nessun dubbio. È l'artista che più ci rappresenta all'estero: impazziscono per lui per il modo garbato con cui porta il bel canto dappertutto.
Però, ora è fin troppo presente.
Merito, da un lato, di un efficacissimo ufficio stampa, e dall'altro la prova di uno spasmodico, continuo e incomprensibile bisogno di pubblicità.
L'ultima iniziativa è il concerto di Natale nella Basilica di San Francesco.
La penultima "la commovente esibizione del tenore con la figlia Virginia di otto anni" sulle note di "Hallelujah" in un'atmosfera di costruita spontaneità. "Da pelle d'oca", "risultato da brividi" etichettano i giornali: francamente? un duetto normale, niente di che! Ma, di sicuro, io non sono un esperto.
E ancora prima il duetto con il figlio Matteo a Sanremo, ai David di Donatello.
Vabbé, in famiglia son tutti bravi e quindi, ce li dobbiamo sorbire tutti?
Uffa. E, un giorno, i figli diranno: avere come padre Andrea Bocelli non è stato un vantaggio, anzi...
E vogliamo parlare della dichiarazione del tenore quando disse: «Umiliato e offeso dal lockdown, l’ho anche violato»?.
«All'inizio ho cercato di immedesimarmi in chi doveva prendere decisioni importanti in pochissimo tempo, poi ho cercato di guardare la realtà e ho visto che le cose non erano come ci venivano raccontate. Quando ho cominciato a esprimere qualche dubbio sulla gravità di questa cosiddetta pandemia, i primi ad attaccarmi sono stati i miei figli che mi hanno detto di pensare alla Tosca, perché non sai cosa sono i virus. Conosco un sacco di gente ma nessuno di questi è finito in terapia intensiva. E dov'è allora tutta questa gravità?» (ilmessaggero.it, 27 luglio 2020).
Certo, dopo si è scusato... ovviamente.
Bocelli, un po' di silenzio adesso, per piacere!




Fattitaliani

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