Musica, Matilde Schiavon a Fattitaliani: Se sei vero, puoi cantare di qualsiasi cosa. L'intervista

Fattitaliani

Disponibile in radio e in tutti i digital store "C'È TEMPO" (videoprimo singolo auto prodotto di MATILDE SCHIAVON, scritto nel pieno del lockdown.
Attraverso un'atmosfera intima ed introspettiva, descrive le sensazioni e le riflessioni che nei mesi di quarantena sono maturate dentro l'autrice : desiderio di mettere ordine, tra le sue cose e nella vita;  quel concetto di "normalità" che da sempre l’ha  affascinata e incuriosita ("normale" rispetto a cosa? Era davvero "normale" la vita che faceva prima?); la difficoltà di convivere, di condividere gli spazi in un modo così forzato e poco naturale; la mancanza delle persone che fino a poco prima riempivano e coloravano le sue giornate; il senso di distanza; la voglia di un abbraccio.  Matilde Schiavon ne parla così: «"C'è tempo è una canzone che mi ha permesso di prendere in mano molte cose rimaste in sospeso, guardarle con un occhio diverso e metterle in ordine - racconta Matilde -. È un brano che vuole lanciare un messaggio di speranza e invitare chi lo ascolta a fare un viaggio dentro di sé e tornare ad essere padrone della propria vita e del proprio tempo. Perché il tempo c'è. Basta ricordarsi di spenderlo bene ». Fattitaliani l'ha intervistata.
La composizione ti ha aiutata molto durante la fase di confinamento?
Forse si potrebbe rovesciare la domanda, e dire piuttosto che è stata proprio la fase di confinamento a stimolare la composizione, in particolare quella di questo pezzo.
È stato un periodo che ha risvegliato in me il bisogno di riordinare le cose della mia vita e, nel farlo, la musica è tornata al primo posto e ha dato il via per questo brano, che considero un po’ come un punto di partenza.
Pensi che la percezione dell'importanza del tempo sia cambiata in generale a causa dello spettro della pandemia?
Sicuramente il periodo particolare che abbiamo vissuto ci ha portati a riflettere sul modo in cui spendevamo il nostro tempo.
Io stessa mi sono resa conto che non facevo altro che spostarmi da un posto all’altro (per lavoro, studio, vita privata), a volte senza neanche mai fermarmi a chiedermi perché o semplicemente a rallentare e guardare le cose da un punto di vista più esterno.
Era una continua corsa, e la destinazione sembrava non arrivare mai.
Ho avuto modo di fermarmi (alternative non c’erano), farmi delle domande, rivalutare le mie priorità e le cose che mi fanno stare bene, e questo mi ha dato una convinzione più forte di prima.
Questo improvviso ostacolo allo scorrere ordinario del tempo credo abbia evidenziato che forse vale la pena considerare meglio come, a cosa e a chi dedichiamo il nostro tempo.

Che cosa fa di un'idea, di un'intuizione una canzone?
Non c’è una ricetta precisa, o almeno per me è così: mi ritrovo a pensare, a volte mentre guido, a volte mentre parlo con qualcuno, e nel pensare a quella particolare immagine, situazione o idea, iniziano a nascere delle frasi, con una melodia, che provvedo subito a fissare con una registrazione o una nota sul telefono.
È chiaro che per arrivare alla canzone “completa” ci dev’essere un’idea, una storia da raccontare, un sentimento che hai bisogno di esprimere.
Poi ogni canzone ha una sua storia, può nascere in qualche ora (come nel caso di “C’è tempo”) o in qualche mese o in qualche anno.
Credo che l’ingrediente più importante sia la verità di quello che si scrive/si interpreta. Se sei vero, puoi cantare di qualsiasi cosa e le parole vengono da sé.
Su quali riferimenti musicali ti sei formata?
Ho sempre ascoltato tanta musica, italiana e straniera, prevalentemente popolare, perché mi affascinava e mi affascina la sua semplicità e musicalità.
Sono cresciuta con i grandi classici della musica italiana (Mina, Cocciante, Battisti, Dalla, Venditti, Zero, Martini), ho amato con tutta me stessa gli artisti che sono emersi quando io ero piccolina e che tuttora ascolto con tanta stima (Pausini, Elisa, Ferro, ecc).
Adoro le voci di Whitney Houston, Celine Dion, Beyoncè, Lady Gaga, adoro le grandi donne che sono/sono state e quello che hanno lasciato alla musica.
Ho cantato e studiato tutti questi artisti e ogni pezzo mi ha lasciato qualcosa ed è stato una tappa fondamentale del mio percorso.
Oggigiorno come si fa a costruire una carriera artistica? A che principi bisogna attenersi?
Credo che sia fondamentale studiare e formarsi, al di là del talento naturale, per prepararsi sotto diversi punti di vista: prepararsi ad affrontare un live, tecnicamente, fisicamente e psicologicamente, a sostenere gli sguardi e le aspettative di un pubblico, a sopportare gli stress, i sacrifici e le pressioni che questo lavoro porta con sé inevitabilmente (essendo il musicista continuamente sottoposto al giudizio degli altri), e, purtroppo, a sostenere anche quell’incertezza che porta con sè vivere di musica.
Il principio cardine credo, di nuovo, che sia la verità: essere delle persone vere, raccontare la propria storia, senza voler a tutti i costi piacere agli altri o fingere di essere diversi.
Alle persone piace vedere una cosa vera, o almeno a me personalmente piace molto più che vedere una cosa costruita ad hoc soltanto per “vendere”, e quello che voglio per me è dare un’immagine di me che corrisponda a come sono realmente, pregi e difetti.
A "C'è tempo" seguirà altro?
“C’è tempo” è il mio inizio, pur essendo l’ultimo pezzo (ad oggi) che ho scritto, cronologicamente parlando. 
Sto già lavorando insieme a Matteo Maltecca (il mio arrangiatore) sul prossimo pezzo, che avrà un sapore completamente diverso ma che racconterà un altro lato di me, e di questo non posso che essere felice.
Il mio progetto è quello di rilasciare un EP nel 2021.
Chi si ferma, è perduto (salvo qualche pausa, se spesa per ritrovare il proprio focus).

Bellissima la copertina con quel girasole...
 
Il girasole è il mio fiore preferito, forse perché essendo un fiore di campo (quelli che abbiamo utilizzato per la foto erano appena stati raccolti da un’amica di Maila, la fotografa) mi trasmette un messaggio di semplicità e naturalezza, oltre a una grande gioia. Credo che mi rappresenti e rappresenti la mia tendenza a sorridere sempre alla vita e a guardare sempre al sole. Giovanni Zambito.

Bio:
Nata a Padova il 20 gennaio 1992, Matilde Schiavon inizia a studiare canto all’età di 16 anni con Vittoria De Leonardis, appassionandosi fin da subito alle grandi voci e ai grandi cantautori della musica leggera italiana (Mina, Mia Martini, Laura Pausini, Elisa, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante) e della musica internazionale (Whitney Houston, Celine Dion, Michael Jackson). Amante della musica popolare in tutte le sue sfaccettature, si diploma in canto moderno all’età di 23 anni, per poi proseguire gli studi del canto e della sua didattica. Partecipa a numerosi seminari sulla voce (tra cui “La Voce Artistica” Ed. XI e XII) e si approccia al metodo EVT, di cui nel 2018 consegue la certificazione EFP col CMT Stefano Anelli. Dal 2020 studia con la vocal coach Eleonora Bruni.
Oltre al percorso di studi e all’attività di insegnante di canto moderno, dal 2013 fa parte dell’orchestra vocale WeRevolution, in cui ha avuto modo di esibirsi come corista e solista in importanti teatri e per la quale nel 2019 firma come coautrice il brano inedito “Waiting”. Tra i progetti di cui ha fatto parte: Riviera Life (swing band), StrawBabies (pop trio), Cure me (Elisa Tribute Band), Cardinali Group (come performer “Dama”). Dal 2019 è direttrice di “Amici miei – Singing Group Aps”.



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