Sono le maschere veli di diaspore, caratteri umani che celano vulcani

Fattitaliani

Approfondimenti della puntata in onda sulle frequenze di Radio CRT
La maschera parrebbe sovrumana, non proprio una cosa nostrana, invece è più attuale di quanto si potrebbe pensare.

Parlo del relativismo sociale, che Pirandello ha voluto narrare: quella maschera che ogni giorno si può cambiare e che fa avvicinare a qualcosa che vogliamo rappresentare. Questa è la puntata andata in onda sulla radio già qui annunciata. Radio CRT è l’emittente che trasporta il lunedì. Tengo compagnia ad Anna Maria, la giornalista e conduttrice che nel programma è un po’ come Euridice. Ideatrice della trasmissione, espone ciò che propone. Il suo cognome le viene in aiuto, Esposito è monito risaputo. Mi piacerebbe a voi raccontare, altre cose del nostro viaggiare, ma al punto devo arrivare e qui di seguito lo vado a mostrare.

Indagine di Edoardo Flaccomio

La maschera è la prima pelle, proviene dal passato più remoto. Un retaggio quasi impossibile da eliminare, deriva dall’attacco e dalla difesa, dall’agguato e dalla fuga, dall’aggressività e dalla sessualità.

La maschera è senza espressione, gli occhi e la vitalità sono assenti: simboleggia il cervelletto, ereditato dall’epoca istintiva della terra, quando i virus presero il sopravvento sui cristalli. Col tempo sono diventati insetti: istinto che vola o che sta in terra, nelle formiche.

La maschera è l’ultima pelle prima dell’esterno, è indossata per nascondere ciò che appartiene al sonno dei millenni. Consola, ma allontana dalla verità e di amore non parla. A volte si ride dietro di essa.

MAS-CHE-RE

MAS: disdegnare, aborrire, detestare, dice la lingua divina affacciata al bacino Mediterraneo.

Conosciamo così il primo parere dell’Ordine Celeste.

CHE: lettera ebraica ה, il ramo destro simboleggia l’INTERNO, il ramo sinistro, quello più corto, rappresenta l’ESTERNO. Il tratto orizzontale superiore è la fusione dei due opposti spaziali: trascendere l’opposizione strutturale è il capolavoro da effettuare.

Togliere la maschera è un gran morire nella nudità, simile alla cacciata dal Paradiso terrestre, il PARDES. Per questo motivo si continua ad indossarla, a illudersi che essa ci copra. Quelle rare volte che la togliamo, il sorriso diviene macabro rituale, un mostrar denti alla freddezza del FUORI: La Maschera ci tiene DENTRO.

La Vita non accetta maschere. È spontaneità, fluidità, corteccia cerebrale parlante, occhi luminosi e innamorati. Lo dice la sillaba RE, iniziale del glifo ebraico per eccellenza: reisc (ר); lettera che rimanda immediatamente alla corteccia cerebrale parlante ROSC di Berescit, prima parola della Genesi. Il cervelletto, detto anche Complesso rettile, è superato e inglobato dalla neocorteccia, che detiene il potere della parola e della Conoscenza. Gettare la maschera è la realizzazione finale.

Le vere maschere, quelle tribali prodotte da artigiani della Sapienza, sono un ponte fra questo mondo e l’altro, fra la terra e l’oltrecosmo. Aprono alla magia dell’esistenza, intrappolano la ragione nell’incantesimo della Verità.

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La vitalità è sinonimo di creatività, noi la vogliamo usare per riportare qualcosa che può interessare:

Ricetta erboristica di Anna Maria Esposito

Le foglie del radicchio rosso contengono antociani, sostanze colorate che lo rendono un ottimo antiossidante, capace di proteggere la pelle. 

Maschera viso anti-age al radicchio rosso

Ingredienti:

7 foglie di radicchio rosso

1/2 cetriolo

1 cucchiaio di farina

Preparazione:

mettere in un mixer il cetriolo e il radicchio lavato e tritato grossolanamente. Frullare, passare al setaccio per separare la polpa dal liquido. Riporre la polpa in una ciotola aggiungendo un cucchiaio di farina per addensare il composto. Mescolare bene per renderlo omogeneo e poterlo spalmare sul viso, evitando le zone perioculari e della bocca. Lasciare in posa dieci minuti e sciacquare. Rinfrescare il viso con dell’acqua di rose. L’effetto illuminante è garantito.

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Dopo la bellezza ci vuole la gaiezza e quel languorino bisogna quietarlo un pochino. Per riprendere a lavorare, un sano pranzo è utile fare, così vi voglio segnalare la ricetta dello Chef qui abituale, come la maschera anche la ricetta è tribale.

Ricetta di chef Domenico

Spezzatino di pollo alla moda tribale

Ingredienti:

Pollo

Zenzero fresco

Curry

Radicchio rosso

Peperoncino

Vino bianco

Olio extra vergine di oliva

Sale q.b.

Rosolare la carne tagliata a pezzi in un po’ d’olio. Unire lo zenzero mondato e tagliato a tocchetti, il curry e il peperoncino. Sfumare con vino bianco. A metà cottura, aggiungere il radicchio rosso tagliato sottilmente, coprire e ultimare la cottura. Salare a piacere prima di servire. Buon appetito.

Bollettino radiometeo di Flaviana Fusi

LE MASCHERE 

Sono le maschere veli di diaspore

minerali ed elementi

spargono altrimenti

caratteri umani che celano vulcani. 

Usa la maschera la gente

che al mondo non vuol rivelare niente

qualcuno è incupito

nel suo sogno proibito. 

La fantasia tiene per sé

non vuol rivelare il vero sé

ritiene gli altri non degni di verità

e sdogana qualcosa che nemmeno lui sa.

La maschera per guarire

può restare a riscoprire

qualcosa che giù in fondo

potrebbe aiutare a cambiare il mondo.


Consiglio radiometeo: tutta l’Umanità è una maschera, si sa, ma quello che ora ti dico, è che toglierla regala un bene infinito.

Fattitaliani

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