Teatro, Barbara De Rossi comunicativa, curiosa e animalista come "Eva". L'intervista di Fattitaliani

Sebbene con le restrizioni che il momento storico comporta e impone, lungo lo Stivale sono state avviate iniziative e manifestazioni che hanno riportato fra la gente l'arte, il teatro, la voglia di emozionarsi e ridere. È il caso del Calvi Festival diretto da Francesco Verdinelli e dello spettacolo “Il Diario di Adamo ed Eva” - recital a due voci (da Mark Twain) con Barbara De Rossi e Francesco Branchetti e i mimi Umberto Bianchi e Raffaella Zappalà che proprio a Calvi dell'Umbria andrà in scena sabato 8 agosto alle 21.15 (Info e prenotazioni 3339615741 calviturismo@gmail.com). Barbara De Rossi interpreta la prima donna creata da Dio: Fattitaliani l'ha intervistata.
Che cosa rappresenta per Lei riprendere la rappresentazione di questo spettacolo dopo il periodo delicato e particolare del confinamento?
È un segno importante quanto necessario. La nostra tournée è stata interrotta come quella di tanti colleghi, di tante persone che lavorano nell'ambiente. Abbiamo dovuto attendere molto e le persone che lavorano nello spettacolo sono state fortemente penalizzate. Riprendere è un segno forte di rinascita: l'arte e il teatro non muoiono. Ci auspichiamo che la ripartenza sia per tutti la più veloce possibile, parlo anche dei tecnici e dei tantissimi che lavorano dietro le quinte. 
In che maniera sul palco viene restituito il progressivo e reciproco avvicinarsi di Adamo ed Eva?
Il testo di Mark Twain è modernissimo: in realtà, aveva scritto due testi diversi ma speculari su Adamo e su Eva, poi ha deciso di metterli insieme e ne è venuto fuori uno spettacolo molto divertente per tutte le serie di posizioni ideologiche del maschio e della femmina che già nel 1904 rispecchiavano totalmente quelle che sono le contraddizioni e le caratteristiche maschili e femminili dei nostri tempi. Quindi, anche se Adamo ed Eva non si rendono subito conto, è l'amore che li unisce, attraverso l'amore riescono a comprendersi, a legarsi: l'amore fra il primo uomo e la prima donna è nato e la spiegazione è proprio questa. È davvero divertente perché Eva è una persona comunicativa, lui invece è ombroso e schivo, riservato: la donna in generale comunica molto di più dell'uomo, no? Vedo che la gente ride tantissimo, si diverte.
Quindi "Adamo ed Eva" colgono e rappresentano molto dei rapporti di coppia di oggi, giusto?
Al di là della coppia, il discorso che bisogna fare è sul carattere: ci sono stati anche dei comici come Giuseppe Giacobazzi che hanno tirato fuori la storia dei neuroni maschili e femminili, su come la pensa l'uomo e come la pensa la donna. Gli aspetti non sono cambiati se uno li vuole vedere da un punto di vista ironico e divertente. Bisogna scherzarci su! Alla fine ci sono anche tanti uomini profondi e sensibili, così come tante donne che non lo sono. Io sono abbastanza aperta, non sono per forza "al femminile". È buffo pensare che la prima donna e il primo uomo si sono uniti senza nemmeno sapere cosa fosse un corpo: lui definisce gli occhi "buchi da cui fuoriescono delle gocce" quando lei piange, perché in realtà non sa nemmeno cosa è il pianto. Ci sono delle cose molto buffe.
C'è un passaggio che secondo Lei sintetizza appieno la sua "Eva"?
C'è un passaggio molto bello quando Eva scopre il fuoco e non viene apprezzata da Adamo. Non sa bene a cosa serva, ma sa che è una cosa importante. Ecco, i momenti in cui Eva è demoralizzata rispetto a quello che lei riesce a scoprire del mondo e si demoralizza del fatto che Adamo non l'apprezzi perché è molto scontroso, quelli fanno parte della sensibilità femminile e forse sono i passaggi che mi piacciono di più.
La Eva dello spettacolo Le somiglia come donna? In che cosa?
Sicuramente nella curiosità di imparare tutto fino all'ultima cosa, perché mi cimento sempre in molte cose diverse e ho sempre voglia di imparare. E nel suo desiderio e attaccamento agli animali: Eva è assolutamente un'animalista convinta, ci crede fino in fondo e cerca di convincere lui che invece non li ama troppo. Noi donne abbiamo una marcetta di sensibilità in più...
Facile fare coppia sul palco e dividersi la scena al 50%?
La scena si divide con gli altri attori: è interessante scambiarsi la scena con un altro attore. Ci sono state decine di coppie famose che hanno portato avanti carriera e testi dividendo sempre a metà la scena.  
A volte dividere la scena con colleghi non si rivela essere affatto un Eden. Le è capitato? come si è regolata?
È capitato in qualche film, non a teatro, magari di trovare poca empatia: non tutte le persone riescono a stabilire dei rapporti empatici. Io sono piuttosto aperta, per me è importante anche il rapporto umano. Non tutti gli attori riescono a cucire dei rapporti umani importanti o duraturi o comunque solo per il periodo in cui si lavora insieme. Non tutte le persone hanno questa apertura. Certo, mi è successo ed è profondamente sgradevole lavorare quando non c'è quel tipo di armonia. La cosa importante non è "io, io, io", ma lo spettacolo, il film, e nel risultato di quello che si porta a casa c'è il meglio di tutti quelli che stanno in scena, non solo di uno. Fondamentalmente, è importante tutto quello che si dona al pubblico e questo deve arrivare in maniera armoniosa e costruttiva. Anche perché il pubblico se ne accorge. Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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