Mariella Nava a Fattitaliani: cerco sempre di crescere anche musicalmente. L'intervista

Quando sulla scena discografica si riaffaccia un'artista talentuosa come Mariella Nava è sempre un piacere, un valore aggiunto, qualcosa di impazientemente atteso: per la sua bravura, la pulizia e l'onestà delle sue canzoni e di quello che raccontano. Dopo circa due anni dalla ultima uscita "Epoca", la cantautrice tarantina è tornata con il singolo "Povero Dio" (su etichetta Suoni dall’ITALIA) che prelude a una nuova raccolta di inediti che vedrà la luce nei prossimi mesi. Fattitaliani l'ha intervistata.

Quanto a lungo hai meditato il tuo ritorno discografico? che sentimenti lo hanno accompagnato?
Torno sempre quando ho qualcosa di importante e di urgente dal mio profondo da affidare alla musica per gridarlo di più, per farlo arrivare a chi, come me, credo che possa avere lo stesso sentimento in quello stesso istante.
Adesso che eravamo in qualche modo distanziati, sospesi e reclusi, ho pensato che queste mie riflessioni fossero un po’ di tutti.
Parlare di Dio è sempre "rischioso": spesso lo si nomina meccanicamente, a volte si glissa sull'argomento. Perché secondo te, il tema è una sorta di tabù e quando si affronta accende anche discussioni vivaci e a volte esagerate?
Perché è un confronto scomodo, ingombrante da metterci a nudo. È troppo forte, è un bilancio di noi in realtà, di fronte al quale volenti o nolenti, miseri come siamo, ci cadiamo tutti.
È più facile metterlo da parte, in secondo ordine, non farci caso, pensare a qualcosa di più materiale e tangibile, passare oltre, lasciarlo ai creduloni, oppure credere ad altro che sia un oroscopo, o qualcosa di trattabile e alieno ... è più possibile no?
Dio sembra antico, démodé anche un po’ pedante e lo abbiamo trasfigurato come più ci fa comodo e ci piace perdendone e travisandone il senso.
Più ci assomiglia nelle rappresentazioni che gli diamo e più è lontano da come dovrebbe essere concepito.
Nel video ci sono riferimenti alla situazione attuale: quando è stata concepita la canzone? quanto ha influito l'emergenza Covid-19 sulla sua uscita?
Ci sono volutamente alcuni riferimenti all’emergenza del Covid 19 e quindi alla pandemia, perché ogni volta che l’umanità intera si trova di fronte a fatti così grandi, senza poter intervenire e senza differenze di luoghi e condizioni, ecco che il concetto di Dio torna e si presenta più possibile e tuonante. Ho pensato che mai come in questo momento quelle mie considerazioni potessero essere più comprensibili e, ripeto, non solo mie ....
"Povero Dio" può in un certo senso anticipare già il contenuto delle altre tracce del prossimo album?
Beh direi di sì ... il mio album è pieno di miei momenti di riflessione e d’amore come sempre. Sono sempre io che cerco di crescere anche musicalmente e aggiungere capitoli nuovi alla mia musica per chi mi vuole ritrovare o scoprire.
Il tuo disco "Per paura o per amore" è uno dei primi ellepì acquistati dal sottoscritto: sono passati tanti anni. Mariella Nava guarda indietro? quali elementi ritrova costantemente lungo il suo percorso?
Ci sono sempre io al centro di quel cammino. Stessa passione e stesso impegno. Stesso coraggio. Amo non perdere nulla di quel che ho fatto ma amo anche guardare quanto cammino ho ancora  davanti con sogni ed entusiasmo sempre nuovi.
Hai visto e vissuto il cambiamento della fruizione della musica da parte del pubblico. Adesso ci sono le piattaforme digitali, internet: meglio prima o adesso?
Sono stata la prima a scoprire questa maniera di fruire della musica. Era il ‘95 e credo di aver pubblicato per prima da italiana una canzone in rete con un video dal titolo “Un ballo con te” quando ancora i più non sapevano neanche cosa fosse Internet con un progetto che partì da Cagliari e che si denominava “Video on line”. Fummo dei pionieri !!!! Nel tempo ho sempre seguito questa evoluzione e questo cambiamento intuendo cosa sarebbe accaduto. Forse c’è stato un eccessivo disordine, un’offerta spropositata e stordente che non distingue dilettanti da professionisti più selezionati e soprattutto un accesso troppo facile ai contenuti senza controllo che col tempo si sta ritorcendo sulla vita degli artisti e degli autori. In questo senso stiamo mettendo in atto alcune “battaglie" in difesa del diritto d’autore in rete, che non deve essere considerato come una tassa, ma come una giusta ricompensa di chi ha fatto della creatività e dell’opera dell’ingegno il motivo primo della propria vita, di chi lo fa come mestiere, come lavoro e non mi pare che nessun individuo lavorerebbe senza la sua giusta ricompensa. 
Un'ultima domanda sul tuo nuovo brano: alla fine, chi risulta più "povero": Dio o l'umanità?
Indubbiamente noi, noi essere umani, presuntuosi come mostriamo di essere sempre, a non voler sentire quanto siamo niente se non nel momento di difficoltà in cui ce ne accorgiamo e allora eccoci a chiedergli: “Dio ma dove sei finito?" quando lui era sempre  lì....!!!!! Giovanni Zambito.

Fattitaliani

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