di Domenico Logozzo* - S.
GIOVANNI IN FIORE (Cosenza) - “Come naufraghi di fronte a un’onda troppo alta,
medici e infermieri non si sono tirati indietro ma hanno combattuto anche a
mani nude”.
Coraggio e determinazione mette in primo piano Marianna Loria, l’infermiera calabrese di San Giovanni in Fiore, con la passione per la fotografia, autrice
della foto di una collega “con lo sguardo che racconta tutta la paura, l'ansia,
il coraggio di chi sta tutti i giorni in trincea, a combattere contro un nemico
invisibile, dannatamente forte, che sta uccidendo prima di tutto medici,
infermieri e personale addetto”, evidenzia il giornalista e scrittore Franco Laratta.
“Uno
scatto fotografico per esprimere la mia gratitudine ai colleghi professionisti
della salute, che ogni giorno lottano in prima linea contro il Covid-19”, tiene
a sottolineare Marianna Loria.
“Sguardi da non dimenticare” è divenuta virale sui social, ha ricevuto un
prestigioso premio di fotografia ed è stata scelta come immagine-simbolo di un
concorso fotografico nazionale di beneficenza, per sostenere l’emergenza
sanitaria del nostro paese. Marianna
Loria è iscritta all’Unione Italiana Fotoamatori, tanti successi in campo
nazionale con primi premi, segnalazioni e numerose ammissioni ai concorsi
Diploma all’Istituto d’Arte di San Giovanni in Fiore e laurea in Scienze
Infermieristiche conseguita all’Università di Catanzaro, Master in Management
presso Unitelma Sapienza, lavora a Crotone,
dove ha scattato la foto vincente. Infermiera professionale molto apprezzata.
Scrive
di lei su facebook la dott.ssa Antonella
Maviglia: “Bella, intelligente, originale, disponibile, buona, infermiera,
fotografa, e coi capelli...rosa! What else?! E voi una collega-amica che vince
un concorso fotografico al minuto ce l'avete? Temo di no e mi dispiace per
voi!” La dott.ssa Maviglia definisce “scatto mozzafiato” quello di Marianna Loria.
E
lei: “In questo scatto c’è forse solo una parte di ciò che le persone che
svolgono funzione medica stanno vivendo. È un’immagine che contiene in sé
innanzitutto lo “stupore”, nell’accezione vera del termine, quel senso di
meraviglia e sorpresa tale da annientare persino la parola. Quello che ognuno
ha sentito quando la cappa di piombo del contagio è calata sul mondo. Gli occhi
esprimono uno stato di sospensione e di tensione al contempo, che lasciano
intendere di essere pronti all’azione, quella quotidiana della cura dell’altro.
Contro il coronavirus è fondamentale il ruolo del mondo della sanità, salvate
migliaia di vite. Pagato un tributo molto alto. Davvero troppe le morti di medici
e di infermieri. “C’è la consapevolezza - è il pensiero dell’infermiera e
fotografa - che tutti siano stati colti di sorpresa. Quando però medici e
infermieri si sono trovati come naufraghi di fronte a un’onda troppo alta, non
si sono tirati indietro. Anzi. Si dice che abbiano combattuto a mani nude, ed è
vero. Senza dispositivi di protezione individuali, e poi reinventandosi
“l’ospedale nell’ospedale” ancor prima che arrivassero direttive univoche e
soprattutto certe nella gestione nei presidi ospedalieri. Ecco perché sono
morti. E quando si scrive e si dice “da eroi”, non è retorica”.
Sì,
veri “eroi”. Sanno a cosa vanno incontro ma non indietreggiano. Mai. Eroici. La
paura del contagio non ferma la generosità, la solidarietà, l’amore per la vita
di chi ogni giorno lotta contro un nemico finora inafferrabile, maledettamente
invisibile e spietato killer. Alto senso del dovere. “Certo, ho paura del
contagio. Va da sé che gli operatori delle strutture sanitarie sono
maggiormente esposti. Ma la paura, in questo caso, non può chiuderci e
allontanarci dalle responsabilità. Ci porta innanzi tutto ad avere una
reazione, che è intima: la consapevolezza che quelle parole pronunciate da Papa Francesco “nessuno si salva da
solo”, concretizzino l’idea che siamo tutti anelli della stessa catena. Pensare
a questo mi dà la forza di lavorare e di svolgere il mio ruolo nella sanità,
come sempre, ma oggi più che mai”.
Per
medici e infermieri il lavoro come una missione. Il bene comune. L’impegno di
Marianna, incisivo e coinvolgente. Anche con messaggi che fanno riflettere,
come la foto che ha fatto alla collega e che gli è valso "un meritatissimo
premio nazionale”, come scrive Franco
Laratta. Ora l’auspicio di tutti è che aumentino sempre di più i segnali di
rallentamento dell’emergenza virus, per giungere presto alla soluzione
definitiva. E che l’incubo finisca per sempre. Marianna Loria, con ottimismo, conclude: “Tempi difficili ma ce la
faremo”.
*già Caporedattore TGR Rai
Foto
1 - la foto di Marianna Loria ad una collega
infermiera, premiata in un concorso fotografico
2 - Marianna Loria, infermiera e fotografa