Maria Elena Di
Terlizzi, la Puglia, il mare, il Mediterraneo, tutto contribuisce alla contaminazione
dall’ambiente che la circonda, un tutto che è sicuramente l’ispirazione
che la stilista ha sempre avuto, una sorta di sensuale sirena che partendo dal mare
ritorna al mare…
è come se volesse perdersi tra le onde, dove il mare della Puglia bacia il cielo, tra gli
stridi rauchi dei gabbiani, il lento dondolio delle onde del mare, inesorabile
ed eterno, cercando materia e sogni, trovando colori e alghe, incontrando sirene
e fantasia, la stilista usa la sua creatività
per vivere in un sogno dove il mare è il suo elemento, da cui prende
ispirazioni fino a vivere il suo romanzo d’amore con la natura, l’elemento che diventa la sua ispirazione,
che diventa arte superando il concetto di opera fatta manualmente, il suo
prezioso “fatto a mano” per lo scenario
ideale per opere che dalla natura, e in questo caso dal mare, traggono
ispirazione e al mare ritornano, per evocazione e suggestioni, ma anche il suo mare, il Mediterraneo, crocevia di culture e lingue
diverse.
Come creatrice di moda la stilista inscena la
narrazione della bellezza attraverso le stoffe che arrivano dai fasti del passato, drappi
rubati alle madonne rinascimentali, sete nobili ed eleganti che aprono uno
sguardo metafisico che guarda alla modernità e come tale ha
nel suo DNA il sentire creativo della sua terra, ma anche contaminazioni dal
Surrealismo, Metafisica, Rinascimento, De Chirico e Piero della Francesca, il
suo è un rivoluzionamento dell’abito da sposa, studiato, concepito e preparato
come un opera pittorica.
Una attenzione particolare è rivolta ai materiali
(taffetas, crêpe de chine, pizzo, organza, raso, tulle, seta) al tipo di
lavorazione (merletti e ricami, nastri, impunture eseguite a mano). Ogni abito
ha la sua storia, le sue particolarità, il suo stile, le sue emozioni, date e
ricevute, come flash di petali di una
calla per incorniciare il viso, il capo di moda diventa oggetto di design.
La sua sposa è come una pagina bianca dove la
stilista gioca con la luce, esaltandola, con i chiaroscuri, con le pieghe, ne
esprime le forme. La sposa di Maria Elena Di Terlizzi ritrova l’anima che abita
dentro le sue creazioni e contemplando le “sue spose” viene in mente un
capolavoro unico come “La camera degli sposi” del Mantegna.
Maria
Elena Di Terlizzi
Fashion Bridal
Luxury Couture Designer “Direi che buona parte del mio iter creativo si spiega alla luce del
mio background e della mia formazione. Natura e tessuto abitano le mie
creazioni, diventando protagoniste ambedue, per me la moda è poesia, intuito,
fantasia, ma è anche metodo e atteggiamento progettuale che si fonda sulla
concezione dell’abito come risultato di un intervento programmato e consapevole
sulle forme. Per le mie collezioni mi sono ispirata
al mondo fiabesco che ciascuna donna sogna, e di cui spesso fa inconsapevolmente
parte. Ho scelto il bianco come colore predominante perché fin dalla notte dei
tempi ha sempre rappresentato l’essenza della femminilità, arma di seduzione incosciente,
ma anche le sue molteplici sfumature di tonalità che nascono dalle pieghe, dai
drappeggi, dai tagli, e che sono pronte
a svelarci la personalità di noi donne, femminili e coraggiose allo stesso
tempo”.
Così Maria Elena “racconta” la sua sposa, unica e
candida, un insieme, quindi, di valori,
tradizioni e processi che ben esprimono l’identità di uno stile e di un brand
italiano, che contribuiscono a rendere l’Italia un eccellenza mondiale.
“Come dico sempre, ciò che ci rende diversi e
riconoscibili, è il Made in Italy, concepito non come un connotato geografico,
ma identitario. Pur cercando di adeguarmi ai tempi che corrono, rimango una fan
del disegno tradizionale e dei bozzetti fatti a mano che non perdono mai il
loro autentico fascino e ci ricordano l’importanza della nostra storia
artigianale”.
Studio&Design
di Maria Elena Di Terlizzi
testo:
Cristina Vannuzzi