Ne parla lo Psicologo Gabriele Giorgi, esperto delle paure delle malattie, Ordinario di Psicologia Università Europea di Roma
Il coronavirus non è solo un'emergenza sanitaria gravissima
ma - metaforicamente - il cigno nero che sta rivoluzionando la vita di tutti:
eventi cancellati; perdita o chiusura di posti di lavoro; isolamento
relazionale - si può addirittura parlare di reclusione forzata.
Lo sbattere delle ali del cigno è stato talmente forte
che ha trovato tutti impreparati. Troppi sono stati i messaggi confusi lanciati
da forze politiche e anche professionisti del settore tesi a sottostimare la
rischiosità e l’impatto del virus considerato banalmente come una influenza un
po’ più forte.
Al di là del coronavirus è emerso fin dall’inizio un altro
virus, stavolta prettamente psicologico, che è entrato dentro di noi, in un
primo tempo con paure, sia razionali che irrazionali, con un’apologia del
panico rispetto alla rischiosità il virus biologico. In un secondo tempo con
comunicazioni autorevoli, mezzi di comunicazione ufficiali si è raggiunta una
consapevolezza più matura che porta di conseguenza a restrizioni profonde e
dolorose al nostro agire quotidiano.
In un periodo così difficile è comprensibile che fobie
ed ipocondria si accompagnino a meccanismi più naturali come l’ansia e lo
stress mettendo la salute mentale delle persone a maggior rischio. E’ importante pertanto, nel limite del
possibile, cercare di trovare delle strategie di fronteggiamento (coping) adattive
e allontanando quelle maladattive (eccessivo consumo di alcol, fumo, abitudini
alimentari scorrette, solo per fare qualche esempio).
Rimuginare troppo o ossessionarsi sulle conseguenze
della pericolosità del coronavirus non aiuta l’individuo, anzi tutto ciò può
avere ripercussioni negative anche sul sistema immunitario. Dal punto di vista
psicologico occorre vaccinarci al momento con le nostre difese naturali: le
emozioni positive: espandendo le nostre opzioni cognitive e comportamentali aumentiamo
la resilienza e miglioriamo la salute psico-fisica.
E’ importante anche prendersi cura della propria
salute mentale contestualizzata al lavoro. https://www.hindawi.com/journals/bmri/si/939484/ Anche in periodi di inattività va mantenuta la
motivazione lavorativa, così come in momenti di grande sforzo (sto pensando ai
nostri medici e infermieri) sono fondamentali il recovery e la gestione dello
stress lavoro correlato.
Tuttavia, è doveroso ricordare che per vincere la
partita con il virus ci vorrà il sostegno e l’engagement di tutti noi. E’ importante
sensibilizzare non solo l’individuo alla sperimentazione di comportamenti e
emozioni intelligenti, ma anche i gruppi, le comunità, le istituzioni e le
aziende.
L’intelligenza
emotiva delle organizzazioni sarà fondamentale per far risorgere una fenice
dalle ceneri capace di spezzare le ali del cigno nero.