Il Sud, recuperato, deodorato ed eurizzato, ringrazia Salvini


di Carlo Barbieri 

E così la Lega è diventata ufficialmente nazionale.
Qualche malalingua dice che si tratterebbe di una operazione resasi necessaria per cercare di risparmiare i 49 milioni di debito nei confronti dello Stato; altri pensano sia parte di una strategia battezzata "Dimentica e Vota" volta a convincere la gente del Sud a votare Lega; e qualcuno è così cattivo da pensare addirittura tutte e due le cose. Per me è invece una splendida notizia che farà tirare un sospirone di sollievo al Meridione. Perché, confessiamolo, fra noi terroni (pardon: "ex" terroni, grazie Salvini!) un po' di paura serpeggiava: temevamo che l'Etna e il Vesuvio, che a lungo la Lega ha pregato di seppellirci sotto colate di lava, potessero farlo sul serio. Che volete, l'idea che Salvini, con quella barbetta un po' diavolesca, portasse sfiga ci dava gli incubi. Non a caso le nostre donne giravano ormai con un cornetto rosso in pugno mentre gli uomini, provvisti da madre natura di qualcosa di meglio, stavano sempre con una mano in tasca. Ma la "Perdonanza Salviniana" ci ha liberato da un'altra paura, più sottile e imbarazzante: quella di puzzare. La Lega di prima, quella fondata dall'irriducibile e inaffondabile Bossi, a forza di cori del tipo "Senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani" ci aveva messo a disagio: conosco conterranei residenti a Milano che prima di salire sulla metro facevano un'ora di doccia e si profumavano come cocottes. La Perdonanza Salviniana è invece un vero balsamo alla nostra autostima, che era evaporata del tutto dopo il lucido giudizio del Capitano, che aveva dichiarato che quelli del Sud Sono troppo distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo nessuna cosa in comune. Siamo lontani anni luce”. Speriamo che la Lega "versione nazionale" riduca questa siderale distanza, magari facendoci corsi accelerati di Stile Di Vita e Mentalità del Nord. Che devono essere non solo molto diversi, ma anche ben camuffati, perché ho amici al Nord, ci vado spesso e non ho mai percepito questa terribile differenza. Comunque la cosa più bella del Nuovo Corso Salviniano è che ci libera dallo spettro della de-eurizzazione del Sud, che qualcuno ha chiamato "La Minaccia del Tarì", brandita contro di noi nel 2012, quando il Grande Matteo disse: "L'euro al Sud non se lo meritano. La Lombardia e il Nord l'euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece è come la Grecia e ha bisogno di un'altra moneta. L'Euro non se lo può permettere". Che possiamo dire? Grazie a te, caro Salvini, siamo diventati importanti, deodorati e rimaniamo nell'euro. E noi abbiamo dimenticato le cosucce che avevate detto e alla prima occasione ti votiamo. Vedrai.

Carlo Barbieri è nato nel 1946 a Palermo. Ha vissuto nel capoluogo siciliano, a Catania, Teheran e Il Cairo, e adesso risiede a Roma. Ha pubblicato Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non, e i gialli La pietra al collo, Il morto con la zebiba (ripubblicato nella collana Noir Italia de IlSole24Ore), Il marchio sulle labbra, Assassinio alla Targa Florio e La difesa del bufalo, gli ultimi tre con Dario Flaccovio Editore. Con la stessa casa editrice ha pubblicato anche la raccolta di racconti Uno sì e uno no. Il suo ultimo libro, dedicato ai lettori più giovani, è Dieci piccoli gialli edito da EL/Einaudi Ragazzi. Barbieri è stato premiato, fra l’altro, al Giallo Garda, al Città di Cattolica, al Città di Sassari, all’Efesto-Città di Catania, allo Scerbanenco@Lignano e, per due volte, all’Umberto Domina. Cura una rubrica con Malgradotutto e collabora con diverse testate web fra le quali fattitaliani.it e MetroNews, il quotidiano delle metro di Roma, Milano e Torino. 
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