Erinni di Giancarlo Loffarelli, 10-12 gennaio al Nuovo Teatro San Paolo

Erinni è il quinto spettacolo della stagione teatrale 2019-2020 del Nuovo Teatro San Paolo, che porta il titolo programmatico di “Belli Lunghi”.
Dopo quattro stagioni della Rassegna “Belli Corti”, selezione di corti teatrali, che ha riscosso un enorme successo di pubblico e partecipazione da parte di nuovi autori emergenti, il Nuovo Teatro San Paolo ha aperto le porte a testi teatrali di durata tradizionale, ma non tradizionali nel contenuto.

Sono stati letti e apprezzati oltre 400 testi da un gruppo di professionisti con esperienza pluridecennale in ambito teatrale, e sono stati selezionati 8 lavori, che saranno portati in scena dai migliori registi del Nuovo Teatro San Paolo.
“Belli Lunghi” sono testi drammatici, ironici, grotteschi, e ciascuno nel proprio registro offre uno spaccato della realtà contemporanea diretto e immediato, in cui il pubblico si riconoscerà senza compiacimenti e velleità intellettuali. :
Scrive Giancarlo Loffarelli, autore di Erinni: “Le Erinni colpiscono chi è stato ingiustamente fortunato’. Così dice Eschilo nell’Agamennone. Questo, per me, è stato il punto di partenza per il mio testo: calare quel detto in un altro contesto storico. Per il resto, ho bloccato lo spazio e dilatato il tempo. Il primo è fisso: una trattoria di Trastevere. Il secondo si muove: dall’anno 2000 al 1938, poi al 1944 per tornare al 2000. E poi le Erinni, figure femminili nel mito greco, che non potevano che restar tali nel mio lavoro

Sinossi: Dal giudizio della Giuria del Premio “Calcante”: “Il testo è drammaturgicamente ben svolto, con l’andamento di un dialogo realistico più cinematografico che teatrale, a cui non sono estranei riferimenti simbolici e la volontà di individuare una sorta di nemesi storica applicata al privato, con risvolti che richiamano, fin dal titolo il mito greco e la volontà ineluttabile di una oscura divinità abitante l’uomo. La vicenda si svolge in vari anni: nel 2000, nel 1938 (l’anno delle leggi razziali), poi nel 1944 (durante l’occupazione nazista). La scena unica è una trattoria romana. L'autore padroneggia la vicenda con il gusto dell'intreccio e dei colpi di scena che conducono ogni volta lo spettatore a una situazione imprevista. Il finale è tragico e fulminante.” Le Erinni erano, nella mitologia greca, la personificazione della vendetta. Quando lo spirito di vendetta viene annullato, le Erinni si trasformano in Eumenidi, le Benevole. Ma non sempre questa trasformazione accade e le Erinni rimangono Erinni: la vendetta resta l’unico sentiero che qualcuno pensa di poter praticare.
Note di regia: Violenza, amore, morte, idealismo e attrazione sessuale sono lo sfondo di una storia ambientata, all'inizio in una Roma della fine degli anni '30 colpita dal fascismo e dalle leggi razziali, e in seguito ai giorni nostri.
Erinni, personificazione della vendetta di chi colpisce la propria famiglia, è il titolo dell'opera che, come "la figlia della notte", è incarnata qui dalla figlia del dolore, più che della colpa, e simboleggia forse la generazione che nasce da quel periodo buio che ci auguriamo, attraverso questo atto catartico, diventi una benevola eumenide.
Appena ho letto il testo ho avuto la sensazione di aver visto un film. Per questo mi è sembrato importante rispettare quella che credo sia la visione dell'autore. Per questo ho deciso di raccontare questa storia in modo cinematografico. Per risolvere teatralmente i numerosi passaggi temporali (dal 1938 al 1944, con una conclusione ai giorni nostri) ho inserito dei filmati dell’epoca. 
Ho mantenuto la prospettiva realistica di un film anche nella direzione degli attori, permettendo loro di lavorare in modo introspettivo nella ricerca della verità dei sentimenti. 
Numerosi sono gli accadimenti che si susseguono nel testo, con cambi continui di atmosfere, e ho cercato di evidenziare questi mutamenti tramite variazioni nei ritmi interiori degli attori, a volte in aperto contrasto con quello che sembra avvenire in scena. (Margherita Adorisio e Maurizio Faraoni)
Scheda autore: Giancarlo Loffarelli è drammaturgo, sceneggiatore e regista. È docente di Discipline dello spettacolo presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Nel 2018, con il testo teatrale ‘Erinni’ vince la XVIII edizione del Premio nazionale Calcante organizzato dalla Società Italiana Autori Drammatici. Il testo viene pubblicato sulla rivista della SIAD “Ridotto”. Nel 2017, con il testo teatrale ‘Stupidi anni! (Vita e morte di Cesare Pavese)’ vince il Premio “Francesco de Lemene”, sezione per il Teatro del Premio letterario internazionale “Lago Gerundo”. Nel 2014, vince la 58ª edizione del Premio nazionale di drammaturgia “Vallecorsi” di Pistoia con il dramma ‘Da quali stelle?’, sugli ultimi anni di vita di Friedrich Nietzsche. Nel mese di ottobre 2013, il suo testo ‘Se ci fosse luce (i misteri del caso Moro)’ vince il Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro. Il 16 gennaio 2012 è uno dei fondatori del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea.
ERINNI

Di Giancarlo Loffarelli
Regia Margherita Adorisio e Maurizio Faraoni

Venerdì 10 Gennaio ore 20:30Sabato 11 Gennaio ore 20:30
Domenica 12 Gennaio ore 18:00

Con Lorenzo De LiberatoMary Di TommasoFerruccio Ferrante e Andrea Monti
e con Federica Palleschi 

Aiuto Regia Matelda Sabatiello
Scene e Costumi
 Angela Di Donna, Mariagrazia Iovine e Giorgia Rauccio
Assistenti Scene e Costumi Lara Cannito e Joyce Giordano

Pagina Web dello spettacolo



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