Contagiati, 12 racconti nell’ultimo libro di Andrea Mauri: "il contagio più bello è quello della vita". L'intervista di Fattitaliani per Segnalibro

Il libro "Contagiati" di Andrea Mauri è una raccolta di dodici racconti, dodici storie tormentate e visionarie, di cui alcune apparentemente improbabili ma realisticamente percepite, in cui l’autore ci racconta la sua ossessione per la malattia e il disagio del vivere moderno, descrivendo magistralmente quello sconvolgimento causato dal contagio che tocca amori, amicizia, famiglia e proponendoci la scrittura come unica terapia efficace contro le infezioni della vita, siano esse fisiche o psicologiche. Fattitaliani lo ha intervistato per la rubrica Segnalibro.

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?
Turno di notte di Sarah Waters; Ho paura torero di Pedro Lemebel e Le macchinazioni di Baret Magarian. Li sto leggendo quasi contemporaneamente.
L'ultimo "grande" libro che ha letto?
Confessioni di una maschera di Yukio Mishima. Mi sono ritrovato nella perenne ricerca della propria identità.
Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro?
Per prima cosa il passaparola durante le fiere del libro. Inoltre faccio parte di un gruppo di lettura, dove oltre a votare il libro che tutti leggeremo al prossimo appuntamento, escono fuori validi suggerimenti di letture da non perdere.
Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?
Le Metamorfosi di Ovidio durante la calda estate tra viaggi in treno e spiaggia.
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità?
Di narrativa sembra che i noir siano un sempreverde. Noto un fiorire di saggi negli scaffali delle librerie. Segno che il genere appassiona i lettori. Percepisco una grande voglia di capire dove andrà a parare il mondo che abitiamo.
Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente?
Mi affascinano le atmosfere sospese della letteratura del Centro e Sudamerica. Sono stato rapito dai quartieri polverosi e sonnolenti di Città del Messico descritti da Roberto Bolaño in Amuleto, quartieri che di notte sfoderano una vitalità disperata alla ricerca di riscatto.
L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere/ridere?
La torta in cielo di Gianni Rodari. Ho sorriso immaginando le espressioni dei bambini nel vedere piombare dal cielo come meteoriti frammenti di una torta golosa.
L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere/piangere? 
La raccolta di poesie di Giovanna Cristina Vivinetto, Dolore minimo, dove i versi scavano nel dolore di chi si scontra con il pregiudizio e la discriminazione per essere nato in un corpo sbagliato. Anche dopo la transizione da maschio a femmina, lo sguardo osceno e morboso del prossimo non smette mai di posarsi su colei che ha sofferto per scelte difficili.
L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare? 
La scrittura radical-chic e piena dì cliché nel romanzo Splendore di Margaret Mazzantini. Troppo politicamente corretto per i miei gusti.
Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?
Mi è piaciuto il film “Il nome della rosa” di Jean-Jacques Annaud del 1986 (non la recente serie televisiva che ho trovato noiosa). Invece mi ha deluso il film “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino (2018), mentre ho trovato il romanzo di André Aciman più profondo.
Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?
Un libro qualsiasi di Bruno Vespa.
Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista?
Ulisse con la sua vita avventurosa e complicatissima: la metafora della vita che ci mette alla prova ogni giorno. Come antagonista penso alla Balena Bianca di Melville. In ballo c’è il diverso, l’anormale, il fuori regola che fa paura, che alimenta l’ignoranza nel senso della non conoscenza e perciò viene cacciato ai margini dell’esistenza.
Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?
Non amo le tavolate dispersive, quindi a cena preferisco pochi ospiti, al massimo quattro, con i quali conversare tranquillamente. Inviterei Italo Calvino perché da lui cercherei di carpire i segreti della sua fervida fantasia e i meccanismi, se ce ne sono, per costruire personaggi così potenti, come il visconte dimezzato. Vorrei cenare anche con David Leavitt per capire come si fa a esordire con un romanzo potente quanto “La lingua perduta delle gru”. Farei accomodare accanto a me Antonio Tabucchi per dirgli che ho apprezzato tutti i suoi libri e che non smetterò mai di evocare la scena degli scarafaggi in una corsia di ospedale in “Notturno indiano”. Infine inviterei Pier Vittorio Tondelli perché l’avrei voluto come amico. Lo so, un tavolo un po’ troppo patriottico, ma eviterei di sforzarmi di parlare inglese.
Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire? 
Amnesia di Douglas Anthony Cooper. Un intreccio tra letteratura e filosofia che mi ha risucchiato in una fase di distrazione. Non sono riuscito a concentrarmi sulla lettura, ma non escludo che lo riprenderò dopo aver terminato i libri che sto leggendo.
Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?
Voglio osare: Marcel Proust. Sia mai che riesca a trovare dove si è nascosto il mio tempo perduto.
Che cosa c'è di Andrea Mauri in "Contagiati"?
Sono aperto a qualsiasi forma di contagio. Come recita la dedica, il contagio più bello è quello della vita. E poco importa se la vita si manifesta anche attraverso la malattia. Il dolore e la sofferenza non devono essere considerati nemici dell’uomo, bensì suoi stretti alleati. Senza di loro, non si può apprezzare la pienezza della vita. È il vuoto creato dalla malattia a generare nuovi impulsi vitali e volevo raccontare proprio questi nuovi impulsi. Giovanni Zambito.

L'AUTORE
Andrea Mauri è nato e vive a Roma. Dal 1995 lavora come redattore Rai nelle produzioni di Raiuno, Raitre e Rai Educational. Ha pubblicato Mickeymouse03 (2016), L’ebreo venuto dalla nebbia (2017), Due secondi di troppo (2018). Scrive racconti sulla rivista letteraria «Carie» e sui blog «Svolgimento», «Words Social Forum» e «Squadernauti». Da inedita, la raccolta di racconti Contagiati si è già guadagnata il primo posto al Premio Letterario Nazionale Autori Italiani 2017, una menzione di merito al Premio Gustavo Pece 2017, ed è stata finalista al Premio Quasimodo 2017. 
IL LIBRO
La quarantena è il periodo di segregazione cui è sottoposto il contagiato, il diverso, una fase probatoria necessaria a smascherare la malattia, un luogo di isolamento in cui la salute è sospetta, spiata da dietro un vetro di diffidenza. Fino al momento della diagnosi, la condanna alla solitudine forzata è preventiva, perché la salute degli uomini è troppo precaria per rischiare, e l’untore va isolato. Il virus fa tanto più paura quanto più viene da lontano, perché le vie sconosciute percorse dal diverso non possono che essere strade pericolose, terre infette. Così, lo spauracchio del contagio separa mariti da mogli, genitori contagiosi da figli deludenti; i seni nutrienti delle madri divengono ricettacolo di batteri, il latte un veleno trasmesso con l’inganno della vita. Perfino l’amore diventa un sospetto episodio virale, quando l’inverno lo spoglia dei suoi fiori e ne rivela i frutti guasti. In dodici storie tormentate e visionarie, di cui alcune apparentemente improbabili ma realisticamente percepite, Andrea Mauri ci racconta la sua ossessione per la malattia e il disagio del vivere moderno, descrivendo magistralmente quello sconvolgimento causato dal contagio che tocca amori, amicizia, famiglia e proponendoci la scrittura come unica terapia efficace contro le infezioni della vita, siano esse fisiche o psicologiche. Una raccolta di brevi, intensi, racconti orizzontali, in cui il registro narrativo si pregia di un pathos via via crescente, che consacra l’autore tra le più interessanti penne del panorama della scrittura contemporanea.
Contagiati Andrea Mauri 
Ensemble – Collana Officina – 
Narrativa 2019 122 pg. 12 € 
9788868815127
Fattitaliani

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