Ron Howard racconta Pavarotti alla 14° edizione della festa del cinema di Roma

di Emanuela Del Zompo

Dopo The Beatles il grande filmaker si occupa di una star italiana con respiro internazionali quale il grande tenore musicale, Big Luciano.
Pavarotti rappresentava una rara combinazione di personalità, genio e celebrità e utilizzava le sue doti per diffondere l'opera come spettacolo capace di essere apprezzato da tutti gli amanti della musica.
Il documentario diretto dal Premio Oscar Ron Howard contiene rare interviste a familiari e colleghi, materiale video inedito.
Il regista si propone di raccontare un'inedito uomo ed essere umano che si contraddistingue in un mix di leggerezza infantile ad un anima profonda, legato alle sue origini e tradizioni contadine ma allo stesso tempo enigmatico ed umile.
Howard ha brevemente incontrato Pavarotti e né è rimasto affascinato: chi non sarebbe attratto da un vulcano creativo che si è ritagliato un posto unico nella storia come la "rock star"dei cantanti lirici, un gigante che ha ridotto le distanze tra cultura artistica "alta" e cultura popolare. E proprio per questo che il regista ne è rimasto affascinato. 
"Ero un fan dei Beatles, dice Ron Howard, e il produttore  Nigel Sinclair,  dopo che ho diretto il documentario sulla storica band mi ha proposto di fare un documentario su Pavarotti. Lui è un'icona mondiale, ma non tutti conoscono il vero Pavarotti. Non sono un esperto di opera lirica, ma conoscendolo più a fondo tramite letture, video ed altro, ho capito che la sua vita era analoga ad un'opera lirica.
Ho costruito il film su questi presupposti. La sua famiglia, sia sua moglie Giulia Pavarotti che Nicoletta Mantovani mi hanno dato estrema fiducia non solo rilasciandomi le interviste ma anche molto materiale inedito che non avevano prima ad ora permesso di usare. E la vita di Pavarotti meritava di essere celebrata. Un gruppo di persone del mio staff ha lavorato per circa 1 anno dediti solo alla visione del materiale video. Ero affascinato da questo uomo che considero un Dio e dal suo modo di vivere. Un uomo che voleva raccontare una storia.
La sua vita è stata segnata da momenti difficili che lo hanno influenzato ed erano questi momenti che volevo raccontare che lo hanno reso una persona unica ed indimenticabile. Sono stato colpito profondamente dalla sua famiglia, dalla sua umanità e dalla sua unicità.
Era un uomo che confidava molto nella speranza, era gioioso e con un sorriso contagioso. Ha vissuto in modo avventuroso: era consapevole di aver ricevuto molto dalla vita e per questo motivo era estremamente generoso, cosa che lo ha portato a dedicarsi al sociale ed a molte opere di beneficenza con determinazione senza mai dimenticare le sue origini contadine. Lui amava cucinare per gli altri e lo faceva spesso, era un segno di amicizia che lo ha legato negli anni a grandi artisti come Bono. Lui voleva far conoscere l'opera alla massa e per questo ha collaborato con il Pop. Considerava ciò che aveva raggiunto un dono di Dio ed era grato e per questo sentiva un gran bisogno di dare. Ho conosciuto Pavarotti uomo attraverso le persone e con questo film ho voluto far conoscere la vera identità di questo grande artista al di fuori del palcoscenico e della sua celebrità. E' stato difficile scegliere cosa raccontare di questa grande figura, difficile includere la sua musica nel film, ma il risultato finale di questo lavoro rende giustizia ad un uomo onesto ed integro quale è stato Big Luciano."
Fattitaliani

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