«Scrittori si nasce e si cresce leggendo tanti, tantissimi libri e lasciandosi andare alla propria fantasia» - di Andrea Giostra.
Ciao Aurora, benvenuta e grazie per la tua
disponibilità. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?
Come una persona molto, molto curiosa che vive al
settanta per cento nella propria vivida immaginazione.
Chi è Aurora nella sua passione per l’arte della
scrittura?
Il primo libro è stato a sette anni: composi su un
quaderno a righe una favola che aveva come protagonista animali parlanti, sulla
copertina scrissi: di Walt Disney e lo vendetti al fratello di mio nonno. Sicuramente
avere alle spalle una famiglia di scrittori e lettori appassionati ha
contribuito molto. La mia vita è pervasa dai libri e senza non posso stare. Adoro
tanto leggere quanto scrivere e mentre lo faccio la magia della mia vita si
compie. Mio padre inoltre ha sempre inventato buffe storie e canzoncine con le
rime e questo ha sicuramente stimolato la mia creatività.
A settembre scorso hai pubblicato con Diogene
Multimedia editore di Bologna il romanzo “Francesco
Adorno. Un filosofo a Firenze”.
Come nasce questo libro, qual è stato il tuo progetto editoriale e di cosa
parla? Raccontaci qualcosa per incuriosire i nostri lettori.
Spesso negli anni che hanno seguito la morte di mio
nonno Francesco Adorno, mi è stato chiesto di scrivere la sua biografia
ma non riuscivo a trovare la giusta ispirazione. Durante la vita sono stati
molti i premi e i riconoscimenti per il suo lavoro di studioso, storico e
filosofo. L’input giusto è arrivato pensando a Luciana, sua moglie, a lei che
dietro alle quinte nutriva, consigliava e aiutava il marito anche a livello
pratico correggendo le bozze e stimolandolo a pensare in maniera più concreta,
meno astratta. La donna che lo teneva stretto, stretto quando perso nel mondo
delle idee inciampava per guardare le stelle. La sua voce mi ha guidato
narrandomi per intero la loro storia: l’amore, la guerra, la voglia di conoscere
e di inseguire il giusto pensiero sempre, in qualsiasi occasione. A questa
donna va il mio più grande riconoscimento e una medaglia d’oro da nipote ad una
nonna grandiosa nella sua semplicità. Ho potuto così ricostruire i frammenti di
una vita: le lettere del filosofo innamorato alla sua amata, il diario della
guerra, gli appunti e le riflessioni nei quali Francesco Adorno è nato e si è
formato come pensatore.
Una domanda molto difficile Aurora: perché i lettori
di questo magazine dovrebbe comprare e leggere il tuo libro? Cosa diresti loro
per convincerli a comprare e a leggere “Francesco Adorno. Un filosofo a
Firenze”?
Perché all’interno di questa opera potranno
specchiarsi nell’amore vero verso una donna e verso il sapere.
Stai lavorando ad un nuovo romanzo? Cosa puoi
anticiparci dei tuoi prossimi progetti?
Si tratta di una fiaba simbolica che con grande
semplicità ricerca la spiritualità perduta dell’essere umano.
Qual è stato il tuo percorso artistico letterario e
quale la tua formazione professionale che ti hanno permesso di avere gli
strumenti per scrivere opere letterarie di successo?
Sono laureata in Scienze della Comunicazione, iscritta
all’albo dei giornalisti come pubblicista, ho frequentato un corso di specializzazione
in Marketing. Ho frequentato il corso per sceneggiatori della scuola Immagina
di Firenze. Ma niente di tutto questo ha molta importanza, scrittori si nasce e
si cresce leggendo tanti, tantissimi libri e lasciandosi andare alla propria
fantasia.
«Quando la lettura è per noi l’iniziatrice le cui
magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non
avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è saturare.
Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale
dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa, così che la verità non
ci appare più come un ideale che possiamo realizzare solo con il progresso
interiore del nostro pensiero e con lo sforzo del nostro cuore, ma come
qualcosa di materiale, raccolto fra le pagine dei libri come un miele già
preparato dagli altri e che noi non dobbiamo fare altro che attingere e
degustare poi passivamente, in un perfetto riposo del corpo e dello spirito.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”,
pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Qual è la
riflessione che ti porta a fare questa frase di Marcel Proust sul mondo della
lettura e sull’arte dello scrivere?
Ciascuno di noi avverte un richiamo quando si trova
tra le mani il libro giusto, giunto nel momento preciso della nostra esistenza
quando ne abbiamo bisogno. Lo si avverte e basta, quel richiamo ad una verità
soggettiva che è anche nostra e quando ciò avviene non ci sentiamo più soli.
«Per scrivere bisogna avere immaginazione.
L’immaginazione non si impara a scuola, te le regala mamma quando ti
concepisce. Non ho fatto nessuna scuola per imparare a scrivere. Ho visto tanti
film e letto tanti libri.» (Luciano Vincenzoni
(Treviso 1926), intervista di Virginia Zullo, 12 aprile 2013, YouTube, https://www.youtube.com/channel/UCDiENZIA6YUcSdmSOC7JAtg ) Tu cosa ne pensi di queste parole di
Vincenzoni, grandissimo autore di opere cinematografiche del Novecento italiano?
Che
sono perle di verità.
«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo.
Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono
preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una
scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium:
Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October
31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Sei d’accordo con Bukowski? Tu cosa ne pensi?
È proprio così, inizi a scrivere senza sapere come o cosa, presa dalla
giacchetta dai tuoi personaggi che ti conducono in mondi che non sapevi nemmeno
esistessero.
Secondo te perché un romanzo, un libro abbia successo è più
importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio
utilizzato più o meno originale e accattivante per chi legge)?
Entrambi, ma probabilmente molto di più la
seconda.
Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità,
il talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero
scrittore? E perché proprio quelle qualità?
Uno scrittore deve essere un
folle, libero di inseguire la propria immaginazione. Paziente, perché un libro
matura nel tempo nella mente del proprio creatore. Curioso, perché dietro ogni
storia si cela un mistero. Coraggioso perché ha a che fare con la verità, e
questa costa sempre un prezzo.
Perché secondo te oggi è importante scrivere,
raccontare con la scrittura?
Per crescere, conoscersi e rielaborare le proprie
esperienze.
Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli
scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?
Adoro Hermann Hesse, Tiziano Terzani, Erica
Jong. Libri di psicologia e filosofia ma anche la letteratura inglese.
Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti
assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre
autori.
Hermann Hesse: Siddharta. Tiziano Terzani: Un ultimo giro di giostra. Virginia Woolf: La signora Dalloway e una
stanza tutta per sé.
L’arte e la vera bellezza sono la salvezza di questa
nostra società.
Dove potremo seguirti?
Pagina Facebook.
Come vuoi concludere questa chiacchierata? Come vuoi
lasciare i nostri lettori?
Come diceva mio nonno: leggete sempre, qualsiasi cosa,
ma leggete! Ed io aggiungo: abbiate fiducia in ciò che avete dentro.
Aurora Adorno
Diogene Multimedia editore
Andrea Giostra
https://andreagiostrafilm.blogspot.it