Alessio Catozzi, il disco “Everything is not like it seems” e il progetto solista "Human Being". L'intervista


Il lavoro nasce da sé, blocchi di vita pronti per essere scolpiti. È un promemoria, è dolore. Ma allo stesso tempo voglia di non arrendersi, di amore. Ci sono cose che vanno fatte nonostante tutto e nonostante tutto siamo noi a fare sì che le cose vadano per il verso giusto. È un percorso attraverso sette tracce, un toccare alcuni aspetti per poi farli convergere verso un unico punto. Un pro memoria, appunto: noi siamo esseri Umani.
Human Being è il progetto solista di Alessio Catozzi, un musicista, produttore e suonatore di piano. Un suonatore di citofoni e un suonatore di vita. Produttore artistico dei Droptimes ed ora impegnato in questo nuovo percorso. “Everything is not like it seems” è il suo primo lavoro discografico (CD 2019). Masterizzato da Giovanni Versari.
Parlaci di “Everything is not like it seems”. Che impronta hai voluto dargli?
Ho cercato di dargli, così come ho sempre fatto, un’impronta positiva. In questo caso, sia nel singolo che un po' in tutto il disco, ho contrapposto esperienze personali negative ad atteggiamenti positivi che mi hanno aiutato a superare le prime. L’obiettivo è quello di ricordarmi di mantenere quegli atteggiamenti e, magari, di suggerirli anche a chi mi ascolta.
Quali sono i tuoi cantanti di riferimento?
Sono principalmente uno strumentista ed ho sempre preferito delegare ad altri il ruolo di cantante. Quindi, pur ammirandone molti, non ho dei riferimenti in particolare. In questo disco, per una serie di motivi,  ho cantato per necessità ma, alla fine, devo ammettere di essermi divertito. In fondo la voce, che ho sempre considerato uno strumento al paro degl altri, ha sempre quelle sue possibilità, soprattutto espressive, ineguagliabili.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?
Il produttore artistico per un'etichetta discografica. Lavorare con ragazzi più giovani e con generi musicali diversi da quelli di mia propensione, mi ha permesso di condividere le mie esperienze e, allo stesso tempo, d’imparare molto. Certo non sono mancati aspetti meno creativi che mi hanno lasciato un po' perplesso ma, in generale, è stata un’esperienza molto gratificante.
Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?
L’ereditiero milionario. Non tanto per non fare niente, ma quanto per non vedere più quei ricatti più o meno espliciti che nell’era contemporanea, quella dei diritti acquisiti per intenderci, spesso subisce chi non ha le spalle sufficientemente coperte.
Progetti futuri? Farai un tour? 
Per il futuro, partendo dal presente, l’obiettivo è quello di fare scelte consapevoli. Se questo, poi, mi porterà a fare un tour, per il momento, non lo so. Lo spero molto ma ci sono alcuni aspetti, che solo in parte dipendono da me, da tenere in considerazione. Ecco, per citare il testo di un cantante nostrano che mi ha sempre colpito e che è Rino Gaetano chi vivrà, vedrà.
Fattitaliani

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