Ma il porto di Tripoli è sicuro

Tripoli, campo di detenzione migranti.

Centinaia di disgraziati stipati nel caldo e nel sudore, fra le angherie - e peggio -che ormai sappiamo. Haftar lo bombarda: 40 morti, e "solo" 80 feriti. Un rapporto morti/feriti che dice che il campo è stato centrato con precisione e potenza. Alla fine i morti saranno certamente molti di più, perché essere un ferito a Tripoli non è come esserlo a Milano o a Torino.  
Però per fortuna il porto di Tripoli è sicuro. O forse lo è per un miracolo. O forse sicuro lo è solo nella mente di chi della migrazione vuole vedere solo l'ultimo anello - quello che porta in Italia - e solo di quello si occupa cavalcandone gli aspetti che fanno paura. Gente che sa benissimo che il problema si cura a monte, a forze europee congiunte: lavorando su tutta la catena, a cominciare dai paesi d'origine dove proprio i paesi "civili" come il nostro hanno creato, o contribuito a creare, condizioni di invivibilità. Il guaio è che per ottenere veri risultati il nostro paese, che non ha la forza economica per prendere a schiaffoni gli altri come fanno gli Stati Uniti di Trump, ha solo un'arma: la moral suasion. Ma la moral suasion non può esercitarla chiunque: bisogna avere carisma, e quello nasce innanzitutto dall'altezza delle proprie idee e dalla pacatezza nell'esprimerle. Per dire: papa Francesco può esercitare moral suasion. Il nostro governo molto meno. Non certamente un governo in cui un ministro degli "Interniedituttoilresto" dice pubblicamente che è disposto a incontrare Junker, "ma solo dopo prima delle dieci perché dopo è ubriaco".
Estate, tempo di vacanze. Non lontano da Tripoli ci sono i  meravigliosi siti archeologici di Leptis Magna e Sabratha. Chissà se qualcuno dei "portosicuristi" farà una bella escursione in barca con attracco a Tripoli. Che naturalmente è un porto sicuro. 
Carlo Barbieri

Carlo Barbieri è nato nel 1946 a Palermo. Ha vissuto nel capoluogo siciliano, a Catania, Teheran e Il Cairo, e adesso risiede a Roma. Ha pubblicato Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non, e i gialli La pietra al collo, Il morto con la zebiba (ripubblicato nella collana Noir Italia de IlSole24Ore), Il marchio sulle labbra, Assassinio alla Targa Florio e La difesa del bufalo, gli ultimi tre con Dario Flaccovio Editore. Con la stessa casa editrice ha pubblicato anche la raccolta di racconti Uno sì e uno no. Il suo ultimo libro, dedicato ai lettori più giovani, è Dieci piccoli gialli edito da EL/Einaudi Ragazzi. Barbieri è stato premiato, fra l’altro, al Giallo Garda, al Città di Cattolica, al Città di Sassari, all’Efesto-Città di Catania, allo Scerbanenco@Lignano e, per due volte, all’Umberto Domina. Cura una rubrica con Malgradotutto e collabora con diverse testate web fra le quali fattitaliani.it e MetroNews, il quotidiano delle metro di Roma, Milano e Torino. 
Fattitaliani

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