Impostare chiaramente gli accordi sin
dall’inizio, comprendere le dinamiche di ruolo e approfondire le reciproche
visioni lavorative. Ecco alcuni dei consigli che la master coach Marina Osnaghi
ha stilato per scegliere con attenzione il socio in affari ideale, evitando
spiacevoli rotture: da studi internazionali è emerso che il 70% delle startup
fallisce a causa di incomprensioni interne e che il 45% dei soci sposati
divorzia.
In un mondo lavorativo sempre più dominato
dalla competizione, avere un’idea brillante non sempre equivale a una
grande opportunità di business se non supportata dal giusto socio in affari.
Basti pensare che alcune delle compagnie più famose al mondo sono nate da proficue
partnership lavorative capaci di superare le avversità, visto che non
sempre i rapporti societari tra “Il Gatto e la Volpe” sono idilliaci: Steve Jobs e Steve Wozniak hanno fondato Apple, Mike
Krieger e Kevin Systrom hanno creato Instagram, Larry Page e Sergey Brin hanno portato alla luce Google, William
Procter e James Gamble hanno ideato l’omonima Procter
& Gamble, mentre Bill Gates e Paul Allen hanno fondato Microsoft. Ma cosa accade quando a prevalere sono le
incomprensioni tra soci? Secondo una ricerca americana pubblicata su Forbes, oltre il 70% delle giovani startup fallisce nel giro di 5 anni a causa
di conflitti interni. Molte partnership si concludono infatti per una mancanza
di valori condivisi che diventa a lungo andare una fonte crescente di attrito.
E ancora, secondo un’indagine di Harvard
Business Review, lo
scontro tra personalità differenti è
una delle cause principali che
porta alla rottura di una partnership, seguita soltanto dalla mancanza
di fiducia. Ma quali sono i consigli degli esperti per trovare il
business partner ideale e iniziare un percorso duraturo? Bisogna possedere delle competenze complementari in modo da creare sinergie virtuose,
impostare correttamente gli
accordi della partnership sin dall’inizio per evitare beghe legali in futuro e comprendere in maniera
onesta le dinamiche di ruolo.
“La partnership societaria può
rappresentare una notevole forza propulsiva verso risultati di successo,
ma al tempo stesso configurarsi come una gabbia da cui non si riesce a
uscire facilmente. Le ragioni di successo o insuccesso sono da
ricercarsi sia nella dinamica che si crea fra i soci stessi, sia nelle caratteristiche
individuali – spiega Marina Osnaghi,
prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi
imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obbiettivi – Per
dinamica s’intende il tipo di relazione che si sviluppa tra le due parti,
caratterizzata da ruoli ufficiali che vengono determinati anche dal tipo di
comportamento. Molto spesso accade che una persona si sacrifica e l’altra si
lamenta in continuazione, una rimane in silenzio e l’altra si sente
incompresa. Per questo motivo è fondamentale impostare correttamente gli
accordi commerciali sin dall’inizio, comunicare in maniera costante e, se
necessario, avere la capacità di chiudere al momento giusto”.
Ma non è tutto, perché le partnership
lavorative tendono a diventare più ostiche e difficili da mantenere nel
tempo se i soci in affari sono coinvolti in una relazione amorosa o
addirittura legati da un vincolo matrimoniale. Basti pensare che secondo una ricerca americana pubblicata su Entrepreneur, il 45% delle coppie sposate che decide di
instaurare una partnership lavorativa finisce poi per
interrompere la propria relazione o addirittura divorziare. Dato che si
amplifica anche nel mondo dello star system dove, nel corso degli anni,
sono state numerose le coppie di celebrities americane ad aver iniziato un
business assieme per poi mollare il colpo: Jay-Z
e Beyoncé hanno lanciato nel
2014 Tidal, un
servizio musicale in streaming che si prefiggeva lo scopo di rivoluzionare
l’intero settore, salvo poi decidere di estromettersi, Demi Moore e Bruce Willis hanno fondato negli anni ’90 Planet
Hollywood, una catena di ristorazione ispirata al mondo glamour del
cinema, decidendo poi di non investirci più, Debi Mazar e lo chef Gabriele Corcos hanno aperto nel 2015 un ristorante a
Brooklyn chiamato Tuscan Gun
Officine Alimentari, andato in bancarotta nel giro di 3 anni.
“La situazione potrebbe complicarsi e
degenerare soprattutto se si tratta di soci fondatori che prima di unire le
forze sono amici, famigliari o addirittura coniugi. In questa dinamica professionale si inserisce inevitabilmente anche l’intero
vissuto personale che rende complessa la partnership – prosegue
la master coach Marina Osnaghi – Si
potrebbero creare cortine di fraintendimento che possono dare vita a conflitti
e dissapori, rallentamenti, fino ad arrivare a blocchi dell’efficacia
decisionale. Per questo motivo non bisogna mai affidarsi alla semplice
alchimia di coppia per decidere e gestire un grande affare. Anche la
fiducia diventa un sentimento inaffidabile se i due soci non dimostrano gli
stessi interessi organizzativi”.
Ecco infine il decalogo di consigli
della master coach per scegliere il socio in affari ideale:
Condividere
dei valori comuni è fondamentale per sentirsi rispecchiati in
ciò che si fa e si vuole ottenere.
Avere
competenze complementari al fine di creare sinergie virtuose
e potenziare i risultati del programma di business stabilito.
Impostare
correttamente gli accordi dal principio è il monito principale
per generare una collaborazione trasparente sin da subito.
Comprendere
in maniera saggia le dinamiche di ruolo per gestire con
attenzione le relazioni professionali e personali senza che l’una abbia effetti
negativi sull’altra.
Scambiarsi
feedback sinceri permette di evitare i fraintendimenti che
alimentano insoddisfazione e dissapori.
Approfondire
le reciproche visioni lavorative è il monito principale
per portare insieme l’azienda al successo.
Focalizzarsi
sul contributo individuale permette ad ognuno di esprimersi al
meglio nella partnership.
Essere
proattivi e generosi quanto basta consente ai soci in affari
di garantire il giusto equilibrio tra dare e avere.
Stabilire
brevi periodi di reset lavorativi per mettere a punto le
strategie in corso e confrontarsi sull’andamento generale della partnership.
Dimostrare
la capacità di chiudere al momento giusto: bisogna essere
pronti a capire le evoluzioni naturali che portano alla fine di una specifica
relazione o progetto.