Al Teatro Olimpico fino al 12 maggio,
Musicanti con le canzoni di Pino Daniele. Regia di Bruno Oliviero. Direzione
Artistica: Fabio Massimo Colasanti. Autori: Alessandra Della Guardia e Urbano
Lione. Scena e Costumi: Carlo de Marino. Light Designer: Marco Palmieri.
Sul palco: Noemi Smorra, Alessandro D’Auria, Maria Letizia Gorga, Simona
Capozzi, Pietro Pignatelli, Enzo Casertano, Francesco Viglietti, Leandro Amato,
Ciro Capano e la “resident band” composta da: Fabio Massimo Colasanti alla
chitarra, Roberto d’Aquino al basso, Alfredo Golino alla batteria, Simone Salza
al sax, Elisabetta Serio al pianoforte e alle tastiere.
Per fattitaliani.it l’intervista a Enzo
Casertano
Musicanti. Un Musical oltre il Musical.
Perché?
È riduttivo chiamarlo Musical, per la
presenza di una band dal vivo, la Storia è sia recitata che cantata. È una via
di mezzo tra teatro, musical e concerto. C’è un momento dello spettacolo in
cui la band fa la JamPassion perché la storia si sviluppa all’interno del
“Ue Man”, storico locale partenopeo degli anni 70.
Ma quanto è forte la band?
Sono dei musicisti
eccezionali, che avevano fatto concerti con Pino Daniele, c’è un livello
musicale altissimo, a parte per come suonano ma anche l’impianto acustico che è
veramente eccezionale. Gli arrangiamenti sono quelli originali. C’è il repertorio del primo Pino Daniele,
tranne alcune eccezioni, tipo Anima e
poi Nero a metà, Napule è, Terra Mia,
tutte canzoni che hanno fatto la storia. La band è fondamentale per questo spettacolo,
non sarebbe la stessa cosa farlo con le basi registrate.
Il racconto parla di Antonio che torna nella Napoli
degli anni 70, dopo un’assenza di 25 anni. Cosa succede?
Antonio vive a Torino e torna
nella sua città perché il padre gli ha lasciato in eredità, il Ue Man, che è
gestito dal mio personaggio Tatà. La
confusione di Napoli gli dà un po’ fastidio, ma quando conosce i napoletani e
il loro calore, si appassiona al Ue Man che invece voleva vendere immediatamente
per tornare a Torino. Come in tutte le belle storie romantiche, s’innamora
della ragazza che canta all’interno del locale, se ne innamora e cerca di
salvare il locale, perché l’acquirente è una persona poco raccomandabile e
vuole farne un supermercato. Lo scopo fondamentale è salvare la musica e l’arte
del commercio. Ci sono vari personaggi, il cattivo, il buono, è una “favola” da
vedere.
Tatà
che personaggio è?
È il soprannome
di Bianco Esposito, il gestore del locale che conosceva molto bene il padre di Antonio. Tatà parla molto veloce, è logorroico,
da lì il soprannome. È un personaggio molto divertente per il pubblico ed in
alcuni tratti molto romantico. Per Antonio diventa un secondo padre. Gli racconta com’era il padre, cosa faceva e gli
svela un po’ di segreti insieme a Donna Concetta che interpreta la coscienza di
Napoli. Tutti il gruppo del Ue Man cerca di aiutare Antonio a scoprire Napoli
ed ad amarla.
Avete fatto tantissime repliche, chiudete la
tournée a Roma per quest’anno, come sta andando a Roma?
Sì, noi abbiamo avuto un grande
successo in tutt’Italia, vabbè naturalmente siamo partiti da Napoli, dalla
patria di Pino, dal Teatro Palapartenope dove aveva fatto l’ultimo concerto,
un’emozione incredibile. Roma ci sta accogliendo alla grande, c’è fila al
botteghino, abbiamo fatto sold-out alla prima, ieri comunque era quasi tutto
pieno, siamo comunque sempre in crescita. Ci sarà una ripresa l’anno prossimo
perché una settimana a Roma è poco, anche in un teatro di 1800 posti come l’Olimpico
ci sono tantissime richieste inevase. C’è la ressa al botteghino, sono
veramente contento come artista perché è un progetto che comunque funziona.
Pino Daniele è ancora molto amato.
Elisabetta Ruffolo