Anversa, prima mondiale de "Les Bienveillantes": Händl Klaus, Hèctor Parra e Peter Tantsits parlano con Fattitaliani

Riproporre, rifare un romanzo rappresenta sempre una sfida. Il rifacimento di un libro di circa mille pagine sotto forma di opera con libretto e musica ex novo, mantenendone struttura e contenuto, è un'impresa ardua e ardita, improba, coraggiosa. 

L'opera di Anversa ieri sera, in prima mondiale, ha proposto "Les Bienveillantes"  (cast al completo) dello scrittore franco-americano Jonathan Littell (presente allo spettacolo): tre anni di lavoro per cui nomi altisonanti hanno messo in comune idee ed energie.

Il libretto di Händl Klaus ha mantenuto lo spirito del romanzo, la musica di Hèctor Parra in maniera suggestiva e potente ne ha evidenziato le sfumature, rese visibili dalla regia di Calixto Bieito e la drammaturgia di Luc Joosten. Con la direzione musicale del M° Peter Rundel, il pubblico -aiutato dai sottotitoli in inglese- nel corso delle tre ore ha ascoltato e seguito le vicende  di Maximilien Aue (un eccezionale Peter Tantsits), un ex ufficiale delle SS attivamente coinvolto nell'Olocausto, declinate e suddivise - come nel romanzo - in sette parti: Toccata, Allemanda I e II, Corrente, Sarabanda, Minuetto (in rondò), Aria e Giga.
Un'opera difficile da realizzare senz'altro, ma anche complessa da recepire con le sue scene esplicitamente forti, che non lasciavano nulla all'immaginazione perché tutto è lì in scena: uccisioni, cadaveri, torture, incesti, violenze... che raccontano attraverso le memorie del protagonista i momenti più significativi della guerra nazista sul fronte russo.

All'inizio colpisce la frase di Aue "questa storia è nera ed edificante allo stesso tempo". Ne abbiamo chiesto motivazione e approfondimento a tre dei protagonisti: il librettista Händl Klaus, il compositore Hèctor Parra e il tenore americano Peter Tantsits.

Hèctor Parra: io amo Primo Levi, quindi interpreto il termine "edificante" nel senso che anche i nazisti vanno pensati sotto un'altra luce, dal punto di vista umano, quindi la nostra considerazione deve andare oltre al semplice fatto di vederli come "mostri" e basta, sono anche loro esseri umani. Ovviamente questo ci porta a ripensare a quello che è successo e non secondo l'ottica di Max Aue, che è un convinto nazista: lui è una persona orribile, ma rimane comunque una persona.
Peter Tantsits: per me vuol dire che possiamo imparare qualcosa da tutto questo. È una storia "dark" terribile, che potrebbe in realtà accadere in qualsiasi periodo storico, e ognuno può imparare qualcosa da una storia come questa soprattutto sul rischio di perdere la lucidità della nostra coscienza che va tenuta sempre vigile.

Händl Klaus: questa storia insegna molto sull'organizzazione fascista, per il semplice fatto già che una persona aderisce alle SS per ragioni economiche come accade a Max all'inizio, per poi invece capire che lui nutre proprio un'ossessione. Non è una cosa nuova, ma in ogni caso è sempre importante vedere e leggere ancora una volta in maniera cosciente la possibilità di eventuali pericoli. La questione è: come reagire a tutto questo? forse è solo un'utopia, ma è in ballo il concetto di civilizzazione.

Foto: Annemie Augustijns.
Fattitaliani

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