di Laura Gorini - È una delle
scrittrici di romance italiane più lette e amate Daniela Volonté che ha appena
dato alle stampe per la Newton Compton Editori "Imperfetti
Sconosciuti". Un romanzo che farà
certamente battere il cuore a tante donne e che non deluderà certamente le sue
lettrici più assidue.
Daniela,
presentati ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...
Un saluto a tutti!
Dunque iniziamo dalla parte difficile: i pregi. Sono una persona tranquilla
(per molti rasento la noia, però per me questo aspetto resta un pregio!) e
socievole nei limiti del mio carattere piuttosto timido. Vizi: non resisto ai
dolci e sono un’amante del caffè. La cosa non sarebbe di sé negativa se non per
il piccolo problema che tendo a essere molto lunatica e a scattare come una
molla per nulla, soprattutto nel caso di una giornata no.
Una Laurea in
Economia e Commercio e una in Scienze della Comunicazione. Ami molto studiare e
ti consideri una sgobbona? Ma - soprattutto- come spieghi queste due lauree
così differenti? E poi, la passione per la Comunicazione e poi per la
Scrittura, come è nata?
Visto da fuori, in
effetti, il mio curriculum potrebbe apparire un po’ strano, perciò farò una
brevissima digressione. La prima laurea, quella in Economia, risale al 1998
(cielo… che impressione scrivere una data simile!), dopodiché scatta la ricerca
di un lavoro e vengo assunta come stagionale prima e impiegata poi in
un’azienda comasca a circa 35 chilometri da casa. Mi sposo, metto alla luce la
prima figlia, mi concedono un part-time e dopo qualche anno arriva un secondo
figlio, però l’azienda mi comunica che non può rinnovarmi il contratto
part-time. Tra il lavoro e la famiglia scelgo la famiglia, pensando
ingenuamente di trovare un altro impiego. Purtroppo sono gli anni di piena
crisi economica, perciò il mercato del lavoro sembra saturo. Mentre continuo la
mia ricerca decido di investire nella mia istruzione per riqualificarmi in
qualche modo, perciò mi iscrivo a Scienze della Comunicazione. Avevo già un
diploma post laurea in Marketing Communication e una vera fissazione per la
comunicazione aziendale e la pubblicità. Tutto qui! Comunque ho sempre amato
studiare. E nonostante sia stata dura ritornare tra i banchi dopo dieci anni e
con due bambini molto piccoli, è stata una vera soddisfazione.
La passione per la
scrittura è arrivata dopo la seconda laurea come forma di terapia a un periodo
un po’ nero della mia esistenza in cui nulla andava per il verso giusto (tra
cui anche l’assenza di un lavoro). Sono una maniaca del controllo, perciò la
scrittura mi ha aiutato a riportare ordine in un mondo di caos.
Si dice che un
bravo scrittore sia anche un bravo lettore, è così anche per te? Qual'è la tua
opinione al riguardo?
Secondo me questa
frase dice il vero. Leggo molto e amo lasciarmi ammaliare dai libri. Adoro
leggere romanzi rosa e di conseguenza preferisco scrivere romanzi rosa. Non
sono una lettrice onnivora purtroppo. Ci sono dei generi che proprio non fanno
per me: i gialli, i noir e gli storici. Sono convinta che leggere aumenti
l’empatia delle persone.
Persone che
diventato poi sovente dei lettori... E a proposito di essi: quali sono i
commenti più belli e che hai maggiormente apprezzato che ti hanno fatto per i
tuoi romanzi?
I commenti che mi
fanno più piacere sono: “non riuscivo a staccarmi da questa storia” (è la
stessa cosa che succede a me con le mie autrici preferite), “ho appena concluso
il libro e i personaggi già mi mancano”, “sto passando un brutto periodo ma il
tuo romanzo mi ha aiutato a staccare per un po’ dalla realtà”… Ecco, quando mi
dicono che stanno leggendo una delle mie storie, mentre affrontano delle sedute
di cure mediche intense e mi ringraziano, inizio a piangere come una fontana.
Voglio dire: loro che ringraziano me? Molte volte non trovo nemmeno le parole
per descrivere le sensazioni che certi messaggi mi lasciano.
E la critica che
non hai capito? Più in generale come
vivi le critiche?
Le critiche fanno
male. Quelle costruttive ti fanno sentire piccina piccina, quelle puramente
offensive ti fanno arrabbiare, ma in entrambi i casi fanno male. All’inizio mi
ferivano molto di più, ovvio, mentre ora le prendo con le pinze. Se sono
espresse in modo garbato tento anche di farne tesoro. Se sono cattive e basta,
mi scatta l’istinto di rispondere. Cosa da evitare assolutamente. Amazon, per
esempio, dà la possibilità di lasciare un commento sotto ogni recensione
pubblicata… Meglio non farlo, lo dico per esperienza perché si innesca un
sistema di botta e risposta che è un pessimo spettacolo da mostrare davanti gli
occhi di altri lettori o potenziali lettori.
Le critiche che non
capisco sono quelle in cui mi dicono che la storia è scritta in modo semplice.
Che male c’è nella semplicità? Se vogliono parole altisonanti posso aprire il
vocabolario. Il mio sogno è quello di far arrivare emozioni, non paroloni.
Sii sincera: credi
che una critica possa essere costruttiva? Quando può esserlo?
Faccio un esempio
pratico. Quando ero self, uno dei miei primi libri ricevette varie critiche su
diversi punti, ma tutte avevano in comune una cosa: usavo troppi punti
esclamativi. Diciamo che oggi sto molto
più attenta a quanti punti esclamativi metto in una pagina e sfogo la mia mania
di !!!!!! solo nelle chat che scambio con le amiche.
La chat rigurda il
tuo nuovo romanzo, ovvero "Imperfetti Sconosciuti", ma facendo una
summa dei tuoi romanzi pubblicati fino ad oggi, quale credi che sia il filo
rosso che in qualche maniera li lega tutti e in che cosa credi- invece- che
differenzino in maniera piuttosto vigorosa?
I miei romanzi
seguono i canoni basilari del romance contemporaneo. Un inizio, uno svolgimento
più o meno arzigogolato e un lieto fine (a volte agognato e altre meno).
Onestamente non so cosa differenzi un mio libro da quello di molte altre
autrici. Forse nulla. Io scrivo la storia che ho in mente, senza pormi
strategie o obiettivi. A volte tocco argomenti fastidiosi, altre tratto
situazioni banali. Ho soltanto una caratteristica: scrivo in prima persona
perché mi viene naturale e mi piace mettere i punti di vista di entrambi i
protagonisti.
Ma si può scrivere tanti romanzi, evitando di fare uno
la copia dell' altro, senza perdere il proprio stile?
La mia più grande
paura è proprio questa! Scrivere sempre le stesse cose oppure trattare gli
stessi argomenti di altre autrici. Diciamoci la verità: nel mondo del romance è
difficile essere originali, perciò in ogni libro cerco di puntare su aspetti
diversi. Un esempio: in “Buonanotte amore mio” si parla di una relazione tra
capo e assistente, ossia il cliché per eccellenza, perciò io ho tentato di
mostrare di più quei piccoli gesti quotidiani che ci sono alla base di ogni
relazione e di cui spesso non ci accorgiamo nemmeno. In “Imperfetti
sconosciuti” si parla di due persone che non si conoscono e casualmente
iniziano a chattare tra di loro. Qui ho voluto giocare tutto il romanzo proprio
su questi messaggi scambiati che diventano piccole confidenze, assaggi della
propria vita donati all’altro. Per molti è una costruzione che può annoiare,
altri ne sono rimasti affascinati… Insomma, ogni lettore ha il proprio
background e perciò i propri gusti.
E come si può
avere un proprio stile? Credi che siano utili i corsi di scrittura creativa in
tal senso?
Non ho mai
frequentato un corso di scrittura creativa, perciò onestamente non posso
giudicare se siano utili o meno. Io mi do solo una regola: ciò che scrivo deve
essere nelle mie corde. Se mi viene naturale scrivere in un certo modo,
significa che il risultato finale mi piacerà e io sarò in pace con me stessa.
Anche nel caso in cui il lettore non amerà quella storia per mille motivi,
almeno io sarò serena di aver costruito un romanzo al meglio delle mie
possibilità.
E ciò ti fa
onore... Ma quando la scrittura è davvero creativa?
La scrittura è
davvero creativa al cento per cento quando sai costruire un mondo da zero. Come
Tolkien nel "Signore degli anelli", che ha creato un universo
parallelo con tanto di lingue differenti e regole totalmente diverse dalla vita
vera. Non posso ritenere creativo prendere spunti dalla realtà come nel mio
caso. Posso al massimo dire che so romanzare fatti veramente accaduti.
Tu come definisci
la creatività e come la vivi e la applichi non solo nella scrittura ma anche
nella vita in generale?
Come accennavo sopra,
il mio modo di vedere la creatività nella scrittura è molto selettivo. Però
nella vita di tutti i giorni -invece- do una connotazione diversa a questa
parola. Secondo me, in una società dove puoi comprare ogni genere di oggetto,
quelli realizzati con le proprie mani sono frutto di creatività. A titolo di
esempio: mi piace cucire e mi sento di aver dato vita a qualcosa di unico
quando indosso una camicia o un capo di abbigliamento che ho realizzato io
stessa. Mi sento creativa, quando cucino una ricetta a modo mio e ritengo di
esserlo anche quando ridipingo le piastrelle del bagno o creo dei nuovi
segnalibri da regalare alle lettrici.
Lettrici che
diventano ad ogni romanzo sempre più numerose...A proposito: come è cambiata la
tua vita in seguito alle tue pubblicazioni e come è organizzata una tua
giornata tipo?
Sono una mamma a
tempo pieno, perciò tutto ruota attorno alla mia famiglia. Appena ho un momento
libero (perlopiù quando i figli sono a scuola o impegnati nelle loro attività)
scrivo oppure leggo. La mia routine è sempre la stessa, anche perché non faccio
presentazioni del libro in giro per l’Italia, mi limito solo a qualche fiera del
settore. Posso affermare che, da quando pubblico, non è cambiata
l’organizzazione della mia giornata, al massimo si è trasformato lo spirito con
cui mi metto davanti al computer. Prima scrivevo soltanto con la voglia di
raccontare una storia, oggi si è aggiunta la pressione di non volere deludere
chi legge le mie storie e chi le pubblica.
La tua è una vita
certamente piena, ma che cosa credi che ti manchi ancora? E soprattutto che
cosa ti auguri per il futuro?
Mi manca un briciolo
dell’incoscienza e dell’ingenuità dei primi passi mossi in questo ambiente,
però di contro ho una maggiore esperienza e posso affrontare meglio certi
argomenti, come le critiche.
C’è un solo augurio
che mi faccio sempre per il futuro: di trovare la serenità ogni giorno e in
ogni campo. Grazie di cuore per il tempo che mi avete dedicato e un caro
saluto.