di Riccardo Bramante - Da pochissimi giorni sono iniziate a Milano le riprese di “Hammamet”, il film di Gianni Amelio che racconta la vicenda umana di Bettino Craxi, uno dei più discussi e controversi leader della politica italiana di questi ultimi 50 anni, dapprima segretario del Partito Socialista Italiano e poi Presidente del Consiglio dei Ministri, la più alta carica dopo il Presidente della Repubblica, fino al momento dello scandalo di “Tangentopoli”, che lo costrinse a dimettersi e a recarsi in esilio volontario ad Hammamet, in Tunisia.
Ad interpretare il ruolo di Craxi è stato scelto Pierfrancesco Favino e mai scelta fu così “azzeccata” per l’incredibile somiglianza che, dopo numerose prove messe a punto da truccatori italiani che hanno studiato in Inghilterra, Favino presenta con l defunto leader, tanto da creare quasi uno choc tra coloro che hanno assistito alle prime riprese e viste le prime foto di scena.
Prodotto da Pepito Produzioni insieme a RAI Cinema e distribuito in Italia da 01 Distribution, il film annovera nel suo cast altri attori ben conosciuti come Claudia Gerini, Livia Rossi, Renato Carpentieri e Luca Filippi e si muove nella linea già segnata da altri registi come Nanni Moretti con “Il caimano”, sulle vicende di Silvio Berlusconi, Paolo Sorrentino con “Il divo” su Giulio Andreotti e “Loro”, sempre su Berlusconi.
La particolarità di “Hammamet” sta nel fatto che la storia viene trattata più sotto l’aspetto privato che pubblico, in cui prevalgono i sentimenti che arrivano ad illuminare i fatti, senza troppi riferimenti politici e, soprattutto, senza prendere aperta posizione per l’una o l’altra parte.
Tuttavia saranno sicuramente diverse e contrastanti le critiche che si leveranno da tutte le parti quando si conoscerà nei dettagli la trama; ne è un primo esempio la reazione a caldo dei figli di Craxi: infatti, mentre la figlia Stefania, oggi senatore nelle file di Forza Italia, si è limitata ad auspicare che Amelio “abbia colto l’animo di Craxi, uomo buono colpito da una grande ingiustizia”, più caustico è stato il commento dell’altro figlio, Bobo che ha detto in proposito: “va bene che si parli di una personalità come mio padre, certamente difficile da riprodurre al cinema”, per cui crede che quella di Gianni Amelio “ sarà più una storia fantastica che cronachistica”, concludendo poi con un certo sarcasmo che “mio padre non era un uomo di spettacolo, quelli di oggi, invece, si; ma è uno spettacolo da ridere con Giuseppe Conte che mi ricorda Peter Sellers nei panni di Chance il giardiniere in “Oltre il giardino” di Hal Ashby e Matteo Salvini mi ricorda il Commendator Lambertoni ne “Il vedovo” di Dino Risi.”
Non ci resta che attendere altri commenti, sicuramente contrastanti, non appena il film sarà finito di girare!