di Laura Gorini - È un chitarrista
sopraffino e un uomo dal cuore grande Germano Seggio.
I suoi prossimi
appuntamenti live previsti sono il 23 febbraio al The Brass Group
dove eseguirà per intero i brani inseriti nel suo ultimo album “Alta
quota”, mentre il 4 marzo sarà ospite di Ricky Portera al Teatro
Jolly per un sentito tributo al mitico Lucio Dalla. L’8 marzo sarà
live al Guitar Clinic.
Germano, come ti sei
avvicinato al mondo della musica e in particolare alla chitarra?
Parte tutto da mio papà...
Fu lui che mi fece imbracciare per la prima volta la sua chitarra,
all’età di 6 anni, regalandomi a corredo il mio primo libro
didattico. Ero ancora veramente piccolo ma dedicavo già ore ed ore
alla chitarra, un po’ per emulazione, un po’ perché sentivo di
farlo! Non riponevo mai la chitarra fin tanto che non arrivava il
raggiungimento dell’obbiettivo prefissato. Un obbiettivo, che
poteva essere una canzone piuttosto che un esercizio. E ad oggi posso
dire di non avere mai smesso neanche un giorno della mia vita.
Neanche durane il periodo sconfortante dell’incidente, anzi è
stata la mia più proficua infermiera per il cuore e per la mente!
Che ricordi hai della
prima volta che hai preso una chitarra e in mano e hai scoperto
questa passione? Qual è stata la prima cosa che hai pensato in quel
momento?
Semplicemente mi trovai
proiettato sul palcoscenico. Mio padre sin da piccolo mi portava a
grandi live, sia nelle piazze che in teatro ma anche e vedere Vasco o
Zucchero negli stadi. Quindi l’associazione chitarra/live nella mia
mente fu presto fatta. Sai, quando sei bambino e il primo riff che
impari è quello di “Wish You Where Here”, non hai scampo!
Come è cambiato nel
corso del tempo il tuo rapporto con essa e con la Musica in generale?
Credo non sia cambiato
assolutamente, sognavo allora e continuo a sognare adesso! L’unica
differenza che oggi rispetto a qualche anno fa dove facevo più un
lavoro da turnista che mi obbligava a suonare quando serviva
all’artista di turno, oggi suono nel 90% dei casi quando mi sento
ispirato da qualcosa, e allora scrivo canzoni nuove, o mi impegno a
dare vita ad un nuovo live che per me è sempre una grande festa...
Al momento - per esempio - la mia ispirazione arriva dall’amore,
e dall’amore vero quello aulico, molto alto, non per forza fisico!
Questo mi sta mettendo in mano veramente tanta musica nuova...
Credi che ci siano
molti artisti autodidatti che al giorno d'oggi tendono a
improvvisarsi musicisti e credono di poter raggiungere facilmente il
successo senza aver fatto appropriati studi e senza la normale
gavetta?
Purtroppo oggi il mondo
dello Show Biz in generale si è trasformato in un grande Tutorial
Youtuber docet. Questo ha fatto male sia alla creatività, sia alla
didattica quella fatta bene, e soprattutto di conseguenza all’arte
e agli artisti in generale! Non è facile che un ragazzo sappia
discernere nel marasma di YouTube, cosa sia giusto o meno! Caso a
parte il concetto di artista/genio, loro a differenza di me, per
esempio, non hanno veramente bisogno di studiare, avranno subito da
dire qualcosa e sarà da subito molto forte e originale! E poi
bisogna sempre continuare a studiare.
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foto di Alex D'Emilia |
A proposito: che cosa
significa fare della vera gavetta?
Posso parlare della mia,
ma credo valga per tutti! Gavetta significa suonare nei posti più
insulsi, dove non esistono le dotazioni minime per fare un live, e se
ti abitui lì e tutto a scendere, significa sbattersi giorni e giorni
fra prove in cantina e viaggi a limite del rischio per suonare in un
posto x per poi tornare a casa senza una lira in tasca, significa
fare tante cose che non hai voglia di fare, tipo suonare per le feste
private, per i matrimoni etc, significa entrare a lavorare per uno
studio di produzione musicale, facendo le pulizie per quello studio,
dormire poco e niente ma esser sempre al top sul palco... Ecco per me
ha significato questo!
Secondo te molti che
poi abbandonano è perché non sono mossi da una reale passione e
perché sotto sotto hanno paura di dover “faticare”?
Credo
che la musica, quella vera e che poi magari se Dio vuole ti darà da
mangiare, non possa venir fuori da chi non ha necessità di farle
prendere vita! Per necessità intendo, che se un artista non ha
conosciuto la vera fame e la sofferenza, stento a credere che farà
l’artista di mestiere! Sarà un hobby, un bel passatempo, ma sarà
un dopolavorista e ne conosco tanti!
Ma i giovani di oggi e
non solo nella Musica, hanno davvero paura di sudare e fare
sacrifici?
Sui giovani di oggi, non
farei di tutta l’erba un fascio... Nel mio mondo musicale curo da
anni la direzione didattica di un grande centro musicale a Palermo
Music Academy Palermo, e sono in continuo contatto con le nuove leve.
Posso asserire che su dieci soltanto uno in media è veramente
determinato e andrà avanti. Cosa che succede, perché per i miei
studenti meritevoli, grazie ai miei percorso chitarristici e non solo
legati all’Inghilterra, si aprono spesso scenari internazionali e
gradi storie di successo.
Qual è stato il più
grande sacrificio che hai fatto nel corso della tua vita sia a
livello professionale sia umano?
Quando nel 2003 ho avuto
un brutto incidente in moto in quel di Nizza, perdendo per tre lunghi
anni l’uso delle gambe. In primis si lo sforzo fisico e la volontà
di volere rinascere come uomo, ma la grande forza ed il grande
sacrificio di non avere mai smesso di suonare, andavo in giro fra
sedia a rotelle e stampelle, e non mi perdevo un live, un festival o
un contest! Ecco in quel periodo che va dal 2003 al 2006 ho raccolto
veramente tante soddisfazioni!
E credi che sia questo
che ti ha in qualche modo aiutato ad arrivare "Ad alta quota"?
Credo
fermamente di sì. Per due motivi: uno la sofferenza di cui sopra mi
ha portato certamene a mettere più a fuoco il mio futuro, due perché
le mie cure più importanti, quelle che mi hanno rimesso in piedi per
capirsi, io le ho ricevuto sopra Cortina D’Ampezzo, nel cuore
pulsante delle Dolomiti, ed è proprio in quel periodo che presero
forma i brani contenuti nel mio “Alta Quota”, che di fatto sono
la somma di sofferenza fisica mista a bellezza assoluta dei luoghi e
amore per la natura in generale!