Nella
Sala Umberto di Roma, il 1° ottobre si è svolto il Premio Persefone giunto alla
sua diciassettesima edizione. Tanti i volti noti che hanno partecipato e sono
stati premiati.
Per
fattitaliani.it abbiamo intervistato Francesco Bellomo, Direttore artistico del
Premio ma anche fondatore insieme a Maurizio Costanzo.
Lo stesso Bellomo ha condotto la serata, coadiuvato da Caterina Millicchio e
Alessandra Ferrara Lidia.
XVII
edizione del Premio Persefone. Com’è andata?
È andata
benissimo anche se essendo pignolo ho rilevato qualche piccola pecca ma
sostanzialmente sono stato più che soddisfatto del risultato.
Per la prima volta il Premio è approdato
alla Mostra del Cinema di Venezia, premiando “Il Banchiere Anarchico” di Giulio
Base. Come mai questa estensione?
Fondamentalmente nell’oggetto sociale del
Premio c’è “Il Teatro tra Cinema e Televisione” e fino adesso avevamo premiato
quegli spettacoli che avevano ispirato Film o quelli tratti da sceneggiature
cinematografiche, ci è sembrato giusto visto che già dallo scorso anno abbiamo
un Premio per il Cinema e il primo ad essere premiato è stato Carlo Verdone.
Quest’anno fare un’operazione all’interno di una delle Mostre più importanti
del Cinema Internazionale, facendo approdare il Premio Persefone in Laguna e
premiando “Il Banchiere Anarchico” che è
molto teatrale sia come origine che come sviluppo.
Durante la premiazione c’è stato un Video
di Maurizio Costanzo che rilevava “Il
meglio del Premio Persefone è avere un’attenzione particolare al Teatro che non
sempre è seguito”. Cosa ne pensi?
Il nostro Premio riguarda il Teatro
privato. C’è una sorta di coesistenza equilibratissima con il Premio “Le
Maschere”, nella nostra Giuria c’è il Dottor Gianni Letta, in maniera tale che
quel premio si occupi di situazioni più da Teatro Pubblico nelle categorie
tradizionali, noi invece ci occupiamo di premiare quegli spettacoli che al di
là della tematica del Teatro tra Cinema e Televisione, grazie alla notorietà
degli attori presenti riescono a promuovere il Teatro al di fuori delle linee
tradizionali. Il nostro occhio è concentrato su questo tipo di operazione e
tendiamo a promuovere il Teatro in tutte le sue forme.
Il Premio Persefone nasce ad Agrigento e poi
è migrato a Montalto Uffugo (CS) per stabilirsi definitivamente a Roma. Come
mai?
Tendenzialmente l’idea era quella di fare il Premio nei siti
archeologici importanti. Ad Agrigento per sei anni, come tutte le cose della
Sicilia rischiava di morire e così abbiamo deciso di migrare. Prima ad Ostia
Antica, poi al Campidoglio, a Villa Torlonia, a Montalto Uffugo e per necessità
economiche impellenti, abbiamo cercato di trovare una sede definitiva e
ringrazio Alessandro Longobardi che ormai da tre anni a questa parte ha messo a
disposizione la Sala Umberto.
Persefone era la Dea minore degli Inferi
e Regina dell’Oltretomba, come nasce l’idea di dedicarle un Premio di Teatro e Danza?
In Sicilia e ad Agrigento in particolare rappresenta la Dea della Primavera e
della Rinascita. Il periodo in cui lei si spostava dalla mamma (Demetra che era
la Dea della Prosperità), era una sorta di rinascita ed è con questa che si
identifica il Premio da un punto di vista simbolistico. La primavera come
risveglio della natura e della vita e per noi il Premio Persefone si identifica
nel risveglio del Teatro.
Immagino che appena è finita questa
Edizione abbiate iniziato a lavorare alla prossima?
Probabilmente per
l’anno prossimo accoglieremo una proposta fatta da Paolo Ruffini e ritornando a
farlo in estate come facevamo prima, stiamo valutando l’opportunità di farlo
all’interno del Follonica Festival che raccoglie sempre grandi consensi e
grande successo. Il Direttore Artistico è Paolo Ruffini. Stiamo valutando
questa proposta anche per avere una maggiore disponibilità di risorse per fare un
Premio dai contenuti sempre più ricco.
Elisabetta Ruffolo