di Laura Gorini - Ama definirsi
propositivo, testardo, concreto e pragmatico Gianluca Pomo.
Ossessionato dalla
lettura di libri, riviste e quotidiani, dopo alcune esperienze di autore, ha
pubblicato il suo racconto "Come l' antenna tra le nuvole" all'
interno della raccolta " La vita vista da qui", edita da Morellini
Editore, che raccogli i racconti dei partecipanti a uno splendido corso di
scrittura creativa tenuto dalla scrittrice genovese Sara Rattaro che ha
pubblicato lei stessa un suo racconto inedito all' interno dell' antologia.
Gianluca, presentati ai nostri lettori con
pregi, vizi e virtù...
Gianluca, 34 anni,
propositivo e testardo, concreto – talvolta fin troppo – e pragmatico. Lavoro
nel campo energetico ma amici e moglie mi dicono io abbia un’anima piuttosto
eclettica. Cantavo e scrivevo canzoni, sono amante della fotografia, dei viaggi
qua e là per il mondo e sono ossessionato dalla lettura di libri, riviste,
quotidiani e tutto ciò che pone l’accento sul valore della parola.
Credi
che la parola, il Logos, oggi abbia davvero valore o che spesso sia usata a
sproposito?
Il
problema nasce proprio dal fatto che la parola ha sempre un grande valore ma
anche un grande potere. Pertanto se abusata senza raziocinio è pericolosa o
quantomeno fuorviante. Molteplici guerre o discriminazioni sono nate a causa di
un errato modo di fare propaganda piuttosto che per atti scellerati o violenti.
E anche oggi è la stessa parola mal utilizzata che spesso pretende di costruire
una novità, uno scoop, che spesso finisce per rivelarsi una “fake news”. La
parola però ci concede anche un utilizzo asciutto, profondo, adatto, lodevole,
talvolta geniale. E allora sì che in quel caso è solo un meraviglioso supporto
alla vita.
Hai mai pensato di
fare lo scrittore di professione?
In realtà no, anche
se le prime esperienze da autore sono state positive e quindi non ci poniamo
limiti, dai, un po’ di sano ottimismo!
Tu ci hai rivelato
poco fa di avere già sulle spalle delle esperienze di autore... Ce ne vuoi
parlare? Che ricordi hai di quel periodo?
Si inizia
sempre con umiltà, immaginando che quanto tu scrivi possa essere un regalo per
te più che per gli altri. Poi, se si è fortunati, si incontra qualcuno che
punta su di te, appunto sulle tue parole, e ti concede di offrirle a un
pubblico. Così è stato per me per la mia prima pubblicazione in cartaceo e in
ebook; ho trovato un editore coraggioso che ha investito sul mio libro che si
intitola "Viaggio dunque sono". Si tratta in sostanza di un romanzo
in cui il protagonista ricerca nei viaggi in giro per il mondo – ne racconto
cinque - quella compensazione necessaria
a causa della fine di una importante storia d’amore.
Una
grande emozione ricevere in mano per la prima volta un mio libro, così come
presentarlo ad alcune tra le più importanti fiere italiane e in un angolo
dedicato anche al Salone del Libro di Torino. E ancora è di grande impatto
vedere per la prima volta il mio volto su un giornale per “questioni
letterarie” o online su una delle testate più popolari del web. Ricordi
indissolubili e sorrisi sopresi.
Ma parliamo per
una attimo di te come lettore: qual è stato lo scrittore preferito della tua
infanzia? E quello di oggi, chi è?
Ero un mangiatore di
gialli da piccolo quindi direi Agatha Christie. Oggi ce ne sono svariati che mi
piacciono particolarmente ma punterei l’accento sulla recente scoperta di un
Paolo Sorrentino (sì, il regista!) scrittore che trovo personalmente notevole.
Come è nata la tua
passione per la scrittura?
Ho sempre scritto.
Nei temi alle scuole elementari scrivevo sempre più dei miei compagni e mi
hanno premiato uno di questi in quarta elementare. Poi ho scritto canzoni e
testi, lettere in grande quantità per motivazioni professionali, racconti e
romanzi ora. Non credo sia mai nata la passione, mi permetto di dire che si
trattava di qualcosa di latente, è sempre stata parte di me.
Che cosa provi
quando scrivi?
Quando scrivo
immagino una vita parallela, una straordinaria finzione emotiva. Però ammetto
che la vera emozione la provo rileggendomi e correggendomi, mi pare più
naturale e motivo d’orgoglio, nel mio piccolo.
Ma che cosa ti ha
spinto a partecipare a un corso di scrittura creativa?
Perché parto dal
presupposto che chi partecipa sappia scrivere ma spesso non sappia narrare, la
scrittura creativa aiuta a narrare mentre la creatività immagino debba essere
stimolata. Per me è stato così.
Che cosa significa
essere creativi?
Creare piccole storie
su tutto ciò che vediamo con i nostri occhi, anche nel percorso da casa verso
il nostro posto di lavoro.
E come si può
applicare a tuo avviso la creatività nella vita quotidiana? Si può davvero
farlo?
Immaginando. Ho la
sensazione che, se usata con raziocinio, la creatività porti alla lungimiranza,
al guardare sempre un po’ più in là del nostro naso.
A proposito di
vita: da che cosa hai preso spunto per il tuo racconto contenuto nell'antologia "La vita vista da qui"?
Da episodi di vita
vissuti. Ho ricreato uno spaccato in cui il vero nemico del protagonista non
fosse la disgrazia, la sciagura, l’attentato ma fosse se stesso. I suoi errori,
i suoi atti disdicevoli. Volevo provare a raccontare una storia da nuovo ma che
raccontasse momenti di straordinaria quotidianità.
Con quali parole
lo descriveresti?
Umano, dal ritmo
incalzante. Una storia di ingiusta speranza.
Che effetto ti ha
fatto vederlo stampato?
È sempre una grande
emozione. Non è la prima volta nel mio caso- come ho già detto prima- che
prendo tra le mie mani un mio libro pubblicato ma farlo per Morellini e
soprattutto per un libro di inequivocabile valore è davvero una grande
emozione.
Sei amante anche
delle nuove tecnologie e apprezzi anche gli e-book?
Leggo talvolta anche
in e-book ma no, amante lo sono solo del libro cartaceo, non c’è dubbio!
E ora, dopo questa
nuova pubblicazione che cosa possiamo aspettarci da te? Stai scrivendo altro?
Eccome. È un periodo
particolarmente creativo. Uscirà nei prossimi mesi il mio secondo romanzo, sto
terminandone un terzo e intanto mi sto cimentando in generi diametralmente
opposti rispetto al romanzo. Insomma, sono fortunato. Pare che scrivere non mi
dispiaccia proprio…