La cantautrice PAOLA ROSSATO è tra i finalisti delle Targhe Tenco 2018 nella sezione Opera prima con il disco “FACILE”. Le Targhe verranno consegnate durante l’edizione della Rassegna della Canzone d’autore (Premio Tenco 2018), in programma al Teatro Ariston di Sanremo dal 18 al 20 ottobre. “Facile” è composto da tredici brani dal gusto pop cantautorale, di ampio respiro, che spaziano dal folk alle sonorità più moderne, con tematiche legate alla vita quotidiana, ma mai banali, e che non rinuncia a qualche sprazzo di ironia e a momenti di delicata spensieratezza. L'intervista di Fattitaliani.
Candidata
al Premio Tenco: reazioni ed emozioni?
È
stata un'emozione immensa. Stavo scorrendo la home di facebook e ho
incrociato un post de “L'isola che non c'era” con l'annuncio dei
nomi dei finalisti, che ho letto di fretta con le mani che tremavano.
Il
Premio Tenco è uno dei miei grandi sogni musicali da parecchi anni e
leggere il mio nome tra i 5 finalisti è stato davvero forte. Ricordo
di aver sbarrato gli occhi, mentre mi veniva da cacciare un urlo (ma
ero in una situazione in cui nemmeno avrei potuto tenere il
telefonino con me, per cui... zitta zitta...), e ricordo di aver
telefonato al mio compagno (che è il creatore del mio sito e
fotografo) praticamente nascosta sotto al tavolo per non farmi
sorprendere...
Prendendo
spunto dal titolo, così facile oggigiorno concepire e realizzare
un'opera prima?
Sì
e no, dipende dal modo in cui fai le cose. Se scegli di fare un disco
senza troppe pretese per te e per gli amici, registrato un po' come
viene e senza grosse ambizioni, credo sia estremamente semplice.
Io
non sono mai stata “facile” in questo senso.
Quando
ho finalmente deciso di produrre il mio disco, l'ho fatto con tutta
me stessa.
È
stato un lavoro enorme, comprensivo di tantissime cose da fare che
non avevo mai fatto prima. Vivo in una città di confine in cui
produzioni di questo tipo non sono all'ordine del giorno, per cui mi
sono ingegnata ad imparare avvalendomi di tutte le risorse a
disposizione (tutte le informazioni su cose come il press kit, per
fare un esempio, le ho trovate su Internet) e circondandomi di uno
staff di ottimi musicisti e avvalendomi di un fonico eccezionale.
Vorrei
citarli: Sergio Giangaspero (chitarre e cori), Simone Serafini
(basso, contrabbasso e violoncello), Ermes Ghirardini (batteria e
percussioni), Gianpaolo Rinaldi (pianoforte, tastiere, hammond),
Mirko Cisilino (tromba e trombone), Nevio Zaninotto (sax), Francesco
Marzona (registrazione, missaggio, mastering), Doro Gjat (in “Non
dormo”).
Dietro
ad un disco ci sono davvero tantissime cose da fare, tanti ostacoli
da superare, tante decisioni da prendere, tantissimi aspetti da
curare.
Ho
fatto dei lavori che non sapevo fare e di cui nemmeno sospettavo
l'esistenza, ed ho imparato a farli...facendoli, con tantissimo
impegno.
Ad
oggi, sono felice di aver autoprodotto questo disco, perché questo
mi ha permesso di crescere notevolmente sia dal punto di vista
professionale ed artistico che da quello personale.
Non
sono la persona che aveva timore di affrontare questo lavoro: oggi
sono più sicura di me, più competente e più decisa, ed è una
delle cose che volevo ottenere da questo album.
Attraverso
il disco il pubblico ti conoscerà soprattutto in quali aspetti?
Indubbiamente
in tutti gli aspetti della mia personalità: in “Facile” ci sono
io, in modo assolutamente vero: c'è il mio lato ironico, quello
cinico, quello riflessivo, quello deciso, quello spensierato. Inoltre
c'è la mia visione della realtà, il mio voler dar voce a chi non ne
ha avuta o non ha avuto o non ha modo di esprimere un disagio.
Che
cosa sin dagli inizi tieni
sempre presente nel tuo lavoro?
Cerco
di non esagerare in nulla, di mantenere sempre un equilibrio tra il
parlato ed il cantato, tra i momenti ironici e quelli riflessivi ed
intensi. Non ci sono altri “appunti mentali”.
Quello
che faccio sempre, ma che mi viene naturale e che dovrebbe essere
anche abbastanza ovvio, ma che ovvio a volte non è, è il fatto di
scandire bene le parole. Il testo deve arrivare sempre in modo
chiaro.
La
cosa davvero importante per me, oltre a queste piccole cose, è
arrivare alle persone, fargli arrivare le mie canzoni ma soprattutto
i messaggi delle mie canzoni e vivere le emozioni insieme.
Sono
sempre estremamente vera. Mi lascio attraversare da ciò che desidero
esprimere e poi lo regalo al pubblico, senza filtri.
Più
le delusioni o le soddisfazioni fino a questo punto della tua
carriera?
Sono
più le soddisfazioni, senza alcun dubbio. Ho lavorato sempre
mettendo nel lavoro tutte le mie risorse ed i risultati sono
arrivati.
La
musica è qualcosa che faccio con passione e questo è già di per sé
un appagamento.
Hai
dei riferimenti musicali precisi?
Ho
sempre ascoltato e continuo tuttora ad ascoltare i cantautori della
“vecchia” scuola. Amo il loro modo di “dipingere” emozioni e
storie, amo la scelta delle parole e delle frasi. In generale amo le
parole: oltre ad ascoltare musica leggo molto. Non sopporto l'assenza
di contenuti, il nulla imbellettato ed ostentato, i luoghi comuni e
l'abuso delle solite parole da canzonette di serie B.
Amo
le cose vere e il dialogo reale con le persone.
Viviamo
in un mondo di “plastica” e di “canzoni-kleenex”.
Io
vado in un'altra direzione. Ostinatamente. Giovanni Zambito.
Paola Rossato ha studiato nelle scuole di musica di Gorizia (Go Music) e Trieste (Scuola 55) e con l’insegnante Franca Drioli, esibendosi con varie ensemble nel corso della carriera. Voce riconosciuta nel panorama cantautorale si è aggiudicata il terzo posto nella sezione “Autori di Testo” al premio Lunezia nel 2008 e secondo posto nella stessa sezione nel 2013, il Premio Speciale della Critica nel 2010 e 2012 e il Premio Miglior Composizione (targa SIAE) al concorso per cantautrici "Bianca d'Aponte"; è arrivata al secondo posto al Premio Poggio Bustone nel 2012, ha vinto il premio Oltremusica nel 2012, il premio SIAE al Donida nel 2013 e nello stesso anno è stata finalista all’Artista e vincitrice per il Miglior Testo e seconda classificata al festival della canzone d'autore “Botteghe d'Autore”.